Il viaggio in macchina era stato composto per lo più dalle domande di Angela a Veronica, tutte basate sulle sue abitudini a casa, in quale scuola aveva deciso d'iscriversi e se aveva qualche particolare preferenza per il pranzo, visto che mancavano poco più di trenta minuti alle tredici, in più, da quel momento in poi, Angela era praticamente la vice e voce di sua madre, quindi le appariva più che logico che sua zia le chiedesse tutte quelle cose, visto che non vivendo insieme non poteva conoscerle. Aveva fatto anche un accenno di conversazione con Francesco, che era rimasto ad ascoltare quanto le due si stessero dicendo, intervenendo qualche volta con una battuta o qualche domanda sulla scuola. Le sembrava tutto normale, sì insomma, per quanto normale potesse essere.
Una ventina di minuti dopo Veronica era scesa dalla macchina di sua zia e aveva osservato la casa, i muri esterni erano bianchi, la porta di legno scuro ed era grande, molto più grande di quanto si era immaginata.
Aveva fatto per prendere la valigia dal bagagliaio, ma Francesco l'aveva fernata.
«Tranquilla, faccio io» e mentre lo diceva stava già aprendo la portella, sorridendole.
Veronica aveva ricambiato, recuperando comunque il suo zaino e l'altro bagaglio a mano «Grazie»
Lui aveva scosso la testa «Niente»
«Veronica! -Sua zia le aveva fatto cenno di avvicinarsi- Vieni, che ti mostro un attimo la casa»
La casa si apriva su un grande atrio, la scala per raggiungere il secondo piano si trovava proprio sulla sinistra mentre davanti alla porta di ingresso si apriva, a un paio di metri di distanza, una porta scorrevole in vetro che lasciava intravedere la cucina, mentre a destra una porta uguale dava l'ingresso sul salotto. Dopo che sua zia gliele aveva mostrate per bene, Veronica si era resa conto che cucina, sala da pranzo e salotto erano in realtà un grande living fatto ad L ribaltata, nessun muro tra di loro. Sua zia le aveva fatto poi vedere che da una porta del soggiorno si arrivava al garage e che, sul sotto scala, in realtà c'era un piccolo bagno di servizio, abbastanza grande da contenere anche una doccia. Erano poi salite al piano di sopra, dove Angela le aveva fatto vedere il bagno e poi camera sua, da cui in realtà era appena uscito Francesco che le lasciato la valigia.
«Vado a mettere su qualcosa da mangiare e poi torno con il necessario tesoro»
Sua zia le aveva sorriso e poi si era trascinata Francesco dietro, chiedendogli di aiutarla con la pasta, così l'avevano quindi lasciata sola, e Veronica si era seduta sul letto, che era tanto comodo che quasi le faceva venir voglia di distendersi.
La stanza era rettangolare, molto lunga ma non stretta, aveva fatto avanti e indietro per misurarla a spanne e aveva contato circa sei metri per la parte lunga e quattro per quella corta. Sulla parete della porta c'era il letto, con il comodino, e ai lati di questo delle mensole, due a sinistra e due a destra, anche se si era accorta solo successivamente, guardandole meglio, che c'erano delle fotografie che raffiguravano lei e sua madre, questo le aveva scaldato un pò il cuore. Sulla parete esattamente davanti al letto, invece, si trovavano, in ordine, la scrivania ad angolo, poi una libreria bassa a quadrati, che ricopriva quasi l'intera parete, anche se in realtà non arrivava fino all'angolo visto che c'era una porta di vetro, e sopra di questa una televisione posizionata tra le due finestre. Veronica aveva notato solo dopo le due porte sulla parete di destra, tra cui era posizionata una piccola postazione trucco composta da mobile a cassetti, sedia e uno specchio retroilluminato, che lei aveva provato subito ad accendere, anche se doveva essere nuova perché era una delle poche cose, insieme alle mensole, non coperte da un telo bianco. Veronica aveva aperto entrambe le porte e aveva trovato una piccola cabina armadio, di circa due metri per due, e un bagno. Il fatto di avere un bagno in camera le aveva appena risolto un sacco di dubbi che aveva cominciato a farsi dopo aver scoperto di dover convivere con due maschi. Insomma, non era certo in un teen drama, o almeno lo sperava. Si era voltata incuriosita dalla parete di sinistra, ma non c'era niente se non un porta abiti affisso alla parete e una scarpeira bassa. La camera aveva tutti i mobili bianchi, intonsi, come se ci si aspettasse che qualcuno prendesse dei colori e la dipingesse a modo suo.
STAI LEGGENDO
Broken Hearts - Destini incrociati
Romantik"Lunghi capelli corvini e occhi come il miele, dalla forma affilata come quelli di un gatto. Ecco lei cosa era, la perfetta rappresentazione del suo ruolo nella sua vita: un gatto nero che gli stava attraversando la strada a rallentatore, portandogl...