Il sole, cocente, puntava esattamente su di lei, illuminandole il viso e i capelli, questi seguivano i movimenti del leggero venticello che suonava come una dolce melodia in mezzo a quel vociare, ma tutto ciò non stava rallegrando il suo stato emotivo. Era scesa con Leonardo e Giada, ma entrambi si erano allontanati, nelle direzioni opposte, per giunta, per andare a parlare con quelli che presumeva essere i loro migliori amici, e lei era rimasta lì, in mezzo a quella marea di persone che spingevano e urlavano emozionate per la fine del primo giorno di scuola. Si era appoggiata alla ringhiera che delimitava il confine del cortile esterno, e aveva guardato i messaggi. Non aveva nemmeno notato che Leonardo, dopo aver finito di parlare col suo amico, era tornato indietro e si era appoggiato di fianco a lei, o almeno fino a quando non aveva parlato.
«Carina la foto.»
Veronica aveva rizzato subito le orecchie al comune suono ironico della voce del ragazzo e si era girata verso di lui, senza rispondergli aveva ripreso a scrivere con Lu, almeno fino a quando non aveva sentito la voce di Francesco farsi sempre più vicina. Il maggiore dei fratelli era davanti ad un gruppetto di ragazzi e ragazze, che parlavano tra loro sorridenti, qualcuno la guardava incuriosito, ed altri, come Cecilia, la guardavano con astio, Veronica non aveva fatto molto caso a lei, imponendosi di ignorarla e di non cedere a nessuna delle provocazioni che la ragazza avrebbe potuto fare, ed aveva subito concentrato l'attenzione su tutti gli altri mentre quasi in automatico metteva il cellulare nella tasca dei pantaloni. Nemmeno due secondi dopo era stata accerchiata da quasi tutte le ragazze del gruppo, cinque o sei, non era di certo riuscita a contarle; per tutta la durata della camminata, che fortunatamente era tutta dritta e non aveva pali di mezzo, se no immaginava già come sarebbe finita, le ragazze avevano parlato e scherzato con lei. A Veronica tutte quelle attenzioni non piacevano troppo, la mettevano in imbarazzo e le domande la facevano sentire a disagio, inoltre le varie battute delle ragazze erano spesso su cose e su avvenimenti che lei non conosceva, cosa che le faceva ricordare, ancora una volta, che lei non apparteneva veramente a quel posto e che non aveva nessun legame concreto se non Angela. Era una sensazione che la rendeva incredibilmente malinconica per tutto quello che apparteneva alla sua vecchia vita, e per quanto cercasse di non farlo notare, lo sguardo di rassicurazione che Francesco le aveva lanciato ad un certo punto le aveva fatto capire che per quanto ci provasse non riusciva a nascondere del tutto quel suo sentimento. Quando aveva incrociato lo sguardo di Cecilia le era sembrato di vedere, in tutta quella diffidenza, una punta di rammarico, ma la ragazza si era voltata troppo velocemente, ed aveva incontrato un altro paio di occhi, verdi, dalle linee dolci, come quelle di un gatto, ma li aveva ignorati, ed era tornata a concentrarsi su quello che stava dicendo Francesco, qualcosa in proposito al "sedersi fuori". Quando erano arrivati davanti al ristorante non solo Veronica aveva capito cosa intendesse, ma aveva anche sorriso felice con la consapevolezza che sarebbe tornata a casa con lo stomaco totalmente pieno; erano al sushi. Il pranzo era passato tranquillo, tra risate, abbuffate e scene buffe. Si era divertita ed aveva staccato un poco dalla realtà, ritrovandosi felice di quel momento. Avevano girato un po' per il centro, le avevano fatto vedere i posti e i negozi più carini, poi si erano divisi e tornata a casa quella sensazione di tenera spensieratezza era rimasta fino a sera.
Il giorno successivo, non era successo niente che, la professoressa Boschi aveva iniziato il ripasso, come promesso il giorno prima, e per ben due ero aveva spiegato le funzioni e i limiti; quando finalmente era suonata la campanella e le professoressa se ne era andata salutando tutti Veronica aveva giurato di aver sentito esclamazioni di sollievo provenire da ogni angolo della stanza, e aveva sorriso, divertita dalla cosa, prima di venir inclusa in una conversazione con Giada e Ada su quale fosse la serie che dava più vibes di Autunno. Nelle ore successive aveva conosciuto la professoressa De Lazzari, insegnante di chimica e scienze naturali, era una donna sulla sessantina, vestiva pantalone e giacca elegante e aveva la tipica faccia da nonnina buona del quartiere, anche se, come le aveva suggerito Giada quando la docente aveva varcato la soglia dell'aula, si era dimostrata tutt'altro; per i gusti di Veronica alzava la voce troppe volte senza una reale motivazione, e da quello che aveva capito odiava essere interrotta, in qualsiasi modo, che fosse una penna che cadeva a terra, una mano alzata, lo sfogliare dei quaderni o il leggero brusio di due parole sussurrate, appena se ne accorgeva, sbatteva la mano sulla cattedra, producendo un suono sordo e pesante, come a voler richiamare un ordine che in realtà c'era già e, cosa ancor più odiosa, faceva delle visibili preferenze. L'ultima ora invece l'aveva passata praticamente a non fare nulla; il docente di fisica non era ancora stato confermato, quindi avevano avuto un'ora di supplenza in cui principalmente l'intera classe aveva dormito, lei aveva conversato un poco con Giada, chiedendole un po' di sé, alla fine aveva scoperto che viveva oltre le mura della città, vicino al tribunale, e che aveva passato la sua infanzia tra i libri e la scrittura, era sempre andata a scuola in centro fin dall'asilo e la sua amicizia con Cecilia era nata quando lei si era trasferita insieme ai suoi genitori, le aveva rivelato che aveva avuto solo un ragazzo e che principalmente cambiava cotta ogni due per tre. Veronica era andata avanti ad ascoltarla incuriosita, perché Giada sapeva raccontare bene e far interessare chiunque a quello che stava dicendo, pure se parlava di broccoli. Alla fine la campanella era suonata, e lei, Giada e Leonardo erano tornati a casa, mentre Francesco e Cecilia avevano un ora in più di lezioni. Arrivati a casa, con Angela fuori per via del turno in ospedale, lei e Leonardo avevano cucinato da mangiare, anche se non era stato facile, perché entrambi avevano opinioni diverse su cosa fare da mangiare, ma alla fine si erano accordati su un riso alla cantonese un poco mancante di sale, ma, per fortuna, su quello aveva riso, poi si erano divisi, Veronica aveva sistemato il tavolo e dato da mangiare ad Akimi, che, svegliata dai rumori della cucina, era scesa di corsa aspettandosi qualcosa da mangiare, Leonardo tuttavia le aveva solo accarezzato il musetto, grattandola sotto le orecchie e facendole fare le fusa, senza tuttavia capire cosa volesse davvero, per questo si era ritrovata lei a farlo. Quando era tornato Francesco, la gatta gli era subito andata incontro, strusciandosi sulle sue gambe, e il ragazzo l'aveva presa in braccio grattandole la pancia. Veronica aveva osservato tutto dalle scale, e quando lui si era accorto di lei lo aveva avvertito del cibo, e poi era salita, intenzionata a sistemare gli appunti di scienze e di matematica, non osava prendersi indietro, anche perché le sembrava che la docente di chimica avesse cominciato a correre fin da subito, e lei non poteva fare che di conseguenza.
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Broken Hearts - Destini incrociati
Storie d'amore"Lunghi capelli corvini e occhi come il miele, dalla forma affilata come quelli di un gatto. Ecco lei cosa era, la perfetta rappresentazione del suo ruolo nella sua vita: un gatto nero che gli stava attraversando la strada a rallentatore, portandogl...