Nel cuore della notte, la porta di casa si era aperta cigolando. Leonardo sentiva la testa leggerla, per via dell'alcol che aveva in corpo, e non stava capendo bene ciò che stava facendo. Aveva passato il pomeriggio da Andrea, il suo migliore amico, insieme ad Alessandro e Damiano, le uniche altre due persone che sopportava abbastanza da non aggredirle verbalmente. Non era stata una giornata tranquilla, non lo era mai quando erano tutti insieme. Il ragazzo si era tolto le scarpe, calciandole, e poi era andato verso il divano trascinando i piedi. Quando ci si era disteso, l'unica cosa che era riuscito a pensare era il calore che proveniva da sotto di lui.
I raggi del sole avevano cominciato ad entrare prepotentemente dalle finestre del soggiorno, ampie vetrate che facevano anche da porte per andare nel giardino, oltrepassando il vetro e le tende, per posarsi leggeri, leggiadri, sugli occhi di Veronica, che, dormiente, per proteggersi aveva schiacciato di più il volto contro il cuscino, estremamente morbido. Inconsciamente ci aveva strusciato il naso, beandosi dell'odore di pulito e della sensazione di fresco che avvertiva contro la guancia, e poi, pian piano, più passava il tempo, occupato nella sua mente da immagini colme di piante in fiore, più il suo corpo si svegliava. L'udito la rendeva partecipe del suono del suo stesso respiro, che sembrava calmo, tranquillo, l'olfatto del profumo di amaretto, che prevaleva tra quelli che ricordava dalla sera prima, il sapore che si sentiva in bocca era un misto di nutella e pane e il tatto le faceva capire che aveva una coperta addosso, questa le si posava leggera sulle spalle e sembrava diventare nettamente più pesante sulla sua vita.
All'improvviso, quando un altro raggio le aveva colpito gli occhi, li aveva finalmente aperti, cominciando a vedere tutto ciò che la circondava. Non era in camera, lo aveva capito quando, davanti a lei, oltre la porta di vetro, aveva notato le scale che portavano al piano superiore, poi, girando il volto e battendo le palpebre rapidamente, perché ancora non riusciva a mettere tutto a fuoco al primo colpo, aveva confermato la sua teoria di essere in salotto, e in quel momento, il vero problema, oltre all'orario, perché erano già le otto e mezza e loro dovevano entrare a scuola alle dieci, era uno dei due fratelli. Si era girata lentamente, perché si sentiva inevitabilmente fuori posto, imbarazzata come mai nella sua vita, ed aveva constatato, partendo dall'analizzare prima i capelli e poi la fronte rilassata, le sopracciglia non corrucciate, il naso che ogni tanto si arricciava, le labbra dischiuse e l'insieme del volto di Leonardo, che quando dormiva il ragazzo assomigliava di più a suo fratello. Francesco tuttavia aveva un volto simile a quello di Angela, mentre Leonardo tendeva ad avere dei tratti leggermente diversi, probabilmente lui aveva preso dal padre, Veronica non aveva ancora visto delle foto dell'uomo quindi non aveva prove concrete per quella sua ipotesi. A dirla tutta Leonardo avrebbe potuto tranquillamente assomigliare ad uno dei suoi nonni o dei suoi zii, ma non avendo nessuna prova aveva semplicemente scacciato i pensieri, concentrandosi nuovamente su di lui. Veronica si era appoggiata al petto del ragazzo, sul quale era distesa per la mancanza di spazio, col mento sul dorso delle proprie mani e lo guardava dal basso della sua posizione. Leonardo aveva sempre un'espressione poco rilassata o un ghigno ironico in volto, che deformava le sue espressioni, e poterlo osservare in quel momento di estranea calma era un privilegio che non poteva sottrarsi. Aveva inevitabilmente sorriso mentre sentiva la cassa toracica del ragazzo abbassarsi e rialzarsi ad un ritmo regolare contro la sua. Non ci aveva messo molto a capire, seguendo la direzione che prendevano le sue braccia, che il peso sulla sua vita non era nient'altro che la sua mano, totalmente aperta sulla sua schiena; aveva smesso di sorridere poco dopo, quando il braccio di lui si era sfilato dalla sua vita;
Veronica aveva chiuso di istinto gli occhi ed aveva reso il proprio respiro più profondo, pensante, per simulare di star ancora dormendo. Lo aveva sentito sussultare mentre si spostava, tirandosi su con la schiena in un movimento improvviso e veloce, scivolando via da sotto di lei e cadendo oltre il bracciolo del divano con un tonfo. Veronica aveva fatto finta di svegliarsi di soprassalto.
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Broken Hearts - Destini incrociati
Romansa"Lunghi capelli corvini e occhi come il miele, dalla forma affilata come quelli di un gatto. Ecco lei cosa era, la perfetta rappresentazione del suo ruolo nella sua vita: un gatto nero che gli stava attraversando la strada a rallentatore, portandogl...