Simone fugge rapido da quell'incontro inaspettato che ha condotto il suo cuore dritto in gola. Corre il più lontano possibile da quegli occhi profondi che lo hanno sempre ammaliato, rapito e... compreso. Va via dalle iridi in cui, in passato, ha sempre rischiato di perdersi, immergendosi in esse e nuotandoci all'interno. Iridi in tempesta, iridi calme, iridi piene di luce...un fuoco talmente forte e accecante, in grado di avvolgere e riscaldare qualsiasi cosa. Occhi che, si rende conto in quel momento, gli sono mancati da morire.
Manuel è tornato...pensa tra sé e sé.
E' tornato per restare?
Questo l'interrogativo principale.
La testa che gli duole per tutte le domande che adesso la assillano; le tempie gli pulsano per il pianto violento in cui è scivolato, che come sabbie mobili lo ha assorbito e inglobato.
Giunge alla sua vespa che ha parcheggiato poco distante da lì. Non sa spiegarsi neppure lui la ragione per cui quella sera si è recato in quel luogo, in quel parco un po' distante dalla villa in cui vive. Forse perchè gli ricorda Jacopo...e forse perchè gli ricorda anche un po' Manuel, dato che i tre amici si recavano lì insieme per chiacchierare e fumare erba.
Guida verso la sua dimora con un nodo in gola, tanto stretto da rendergli il respiro affannoso. Senza accorgersi, le prime lacrime fanno capolinea dai suoi occhi, distorcendo le docili forme del suo volto.
Ripensa a quando era solo un ragazzino e il futuro sembrava sempre pronto a sorridergli; adesso invece si sente un pesce fuor d'acqua che annaspa continuamente e il futuro non gli ha mai fatto così tanta paura come in quegli ultimi anni di solitudine.
Se guarda dentro sé, vede solo buio e tanta, troppa paura di stare al mondo e continuare a vivere all'interno di pareti che prendono sempre più la forma di una prigione, la quale gli impedisce di vedere ciò che c'è al di fuori. La sua casa è piena di ricordi, di oggetti e foto che ogni tanto lo osservano lacrimare e disperarsi, altre volte assistono ai suoi tentativi falliti di riprendere la sua vita in mano a partire dallo sport o da una corsa mattutina...assistono al suo incessante provare ad essere protagonista e non spettatore ultimo del teatro degli orrori.
Non riesce a non pensare a lui, mentre percorre le strade romane sotto un manto di stelle più luminoso del solito. Forse anche loro si son accorte del suo ritorno. Di sicuro tracce di Manuel sono anch'esse rimaste tra quelle stanze che popolano la villa. E' come se fisicamente fosse andato via, ma una parte di lui fosse rimasta eternamente lì a continuare a vivere e a respirare con Simone.
Perchè' le tracce di chi amiamo o abbiamo amato talmente tanto, intensamente e profondamente, Simone crede che non possano svanire nemmeno con una perdita della memoria. Rimangono sotto pelle, su gli oggetti e i mobili -silenziosi spettatori delle quotidianità umane- a rammentare ciò che è stato, cosa ha interrotto lo scorrere regolare del tempo con un boato del cuore. Egli è convinto del fatto che Manuel farà sempre parte di lui, della sua pelle per gli innumerevoli sfioramenti, per le pacche sulle spalle, per gli abbracci sinceri e soprattutto per quell'unica notte di fuochi d'artificio, in cui i loro odori, la saliva, i loro corpi, il passato e il futuro si sono uniti irrimediabilmente. Ed è stato come scendere negli abissi più profondi per poi tornare a galla, è stato come rinascere e morire sulle sue labbra, nel suo corpo.
30 marzo
Terzo anno di liceo
" Non ti lascio perchè...ti voglio bene"
La voce di Simone squarcia il silenzio, si insinua tra le crepe del cuore di Manuel, tra le vistose mancanze e ferite del suo vissuto.
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Gli incubi dei pesci rossi | Simuel
FanfictionManuel torna a Roma dopo anni di assenza, ma una sera tutto cambia quando vede Simone, distrutto e solo, piangere nell'ombra. Due vite si incrociano in una città che conosce il dolore e l'amore. Saranno in grado di farsi del bene a vicenda o contin...