«Perché lo hai fatto....?»
«Io... Io volevo... Io dovevo farlo... Stavi causando troppi danni...»
«Di che tipo, eh?»
«Per l'ultima volta, Jevil... Stavi facendo del male a delle persone. E tra quelle persone ci sono anche io.»
«Ma ha fatto male, contando l'eternità? Ha fatto male, sapendo che quel dolore non è reale, ha fatto male?»
Seam non sapeva più cosa inventarsi per farlo star buono, le parole di Jevil lo stavano corrodendo nel profondo...
«Ora basta.»
«Eh?»
«Jevil, ti comporti come se questo - indicò i resti dell'occhio-bottone mancante, rimasto ormai a una palpebra completamente vuota e nera - non ti importasse.»
«Chi ha detto il contrario?» disse il giullare, un ghigno sul suo volto mentre parlava
«...»
«HAHAHAHAHA!! DOVRESTI VEDERE LA TUA FACCIA, È DA SBELLICARSI, DA SBELLICARSI!!»
....
«Heheh... Pensi che il tempo che abbiamo passato insieme ti risparmiasse la lezioncina?
Che peccato, che peccato, adesso è solo un lontano ricordo, non è vero, gattino?»
«...»
«Speri che non mi fossi mai ridotto così, eh?»
Il giullare ridacchiò in modo inquietante, aggrappando una mano a una barra della cella.
«BEH, ANCHE TU SEI NEL TORTO!!
TU MI HAI RINCHIUSO....
AVRESTI POTUTO ASCOLTARMI.
SE NON FOSSI COSÌ STUPIDO, SAREMMO POTUTI RESTARE INSIEME, INSIEME, CAPISCI?! AVREMMO POTUTO REALIZZARE IL NOSTRO SOGNO!
E MAGARI USCIRE DA QUESTA MESSA IN SCENA!»
«Jevil...»
«IO TI AMAVO, STUPIDO IDIOTA!
MA ADESSO....? È TUTTO FINITO...
SOLO UN RICORDO...
UNO BELLO... MOLTO, MOLTO BELLO... MA CHE FA MALE...»
...
«Mi dispiace, amore, ma non potevo permettere che continuassi con quelle vio-»
«NON CHIAMARMI COSÌ, NON CHIAMARMI COSÌ!!
NON POSSO SOPPORTARE CHE TU MI CHIAMI "AMORE" DOPO TUTTO IL DOLORE CHE MI HAI FATTO PROVARE!
VATTENE, VATTENE!!»
«Ma...»
«NON VOGLIO LAMENTELE!
CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA UNA VOLTA PER TUTTE E VATTENE!
NON VOGLIO VEDERTI MAI PIÙ FINCHÉ CAMPO, STRONZO!»
Mentre parlava, le sue orecchie erano abbassate e stava piangendo silenziosamente
«L-lasciami in pace... Perfavore...»
...
Seam sospirò, il suono dei suoi passi che si avvicinavano all'ascensore fu l'unico suono udibile nel freddo corridoio.
«Seam... Aspetta... Scusa... M-mi dispiace... Io...»
Troppo tardi. L'ascensore si chiuse di scatto e con violenza, simulando il dolore di entrambi.
Seam aveva sofferto quanto Jevil, se non di più, quando quest'ultimo era impazzito, ed esser obbligato a rinchiuderlo in una cella isolata, senza nessuno con cui parlare, gli procurava una gran angoscia. Si sentiva in colpa per tutto questo casino e non sapeva veramente come si sarebbe dovuto sentire al riguardo.
La domanda che lo tormentava era
"Sono ancora innamorato di Jevil o amo il vecchio lui...?"
La domanda rimbombava nella testa di Seam da diverso tempo, la risposta non chiara. Magari una risposta effettivamente non c'era.
Seam si ricordava di tutti i bei momenti passati con Jevil, anche quelli tristi che avevano affrontato insieme.
Ora era tutto così diverso...
Ma, nulla dura per sempre. Era la fine di quel capitolo della sua vita, e si sarebbe lasciato questo giullare pazzo alle spalle; tanto il passato non si può cambiare, figuriamoci anche solo migliorare una situazione simile.
L'ascensore si aprì, più gentilmente stavolta, e Seam si avviò verso l'uscita del castello.★
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᥇ꪊꪻꪻꫀ᥅ᠻꪶﺃꫀᦓ ꨄ︎
FanfictionJevil, dopo i problemi da lui causati, viene finalmente rinchiuso in una cella isolata del castello di carte. Seam, colui a cui è stato affidato il compito di fare ciò, ha ancora dei sensi di colpa, e di tanto in tanto va a fargli visita. Un giorno...