6. "Rimorsi"

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Seam non poteva crederci. Swatch di solito era sempre molto pacato con le parole, cosa era successo?
Perché non poteva dirgli tutto ciò con più calma?
Perché...
...
Seam, in fondo, sapeva che Swatch non aveva assolutamente fatto nulla di male, e gli aveva detto tutto con molta calma, ricercando le parole più cordiali possibili. Quindi perché facevano così male...?
Iniziò a piovere, l'aria si fece subito più fresca e confortante, ma solo per i dotati di ombrello e impermeabile. Per fortuna, il Cyber World era molto più sviluppato del Dark World, che era rimasto come ai tempi medievali, quindi Seam trovò presto riparo sotto una tettoia, che, guarda caso, aveva sotto di essa anche una panchina, anche se leggermente umida a causa dell'acqua trascinata dal vento, ma non so fece scrupoli e si sedette.
La pioggia, la cosa che più calma gli animi ansiosi di qualunque cosa. Il suono, l'odore, il fresco che emana, sono più efficaci di uno psicologo. E non costa un centesimo, oltretutto.
Chi pensa che la pioggia piaccia solo alle persone tristi, malinconiche o depresse, si sbaglia di grosso. La pioggia è una cosa naturale e necessaria come del resto lo è il piangere. Se ci fosse sempre e solo il sole, tutto andrebbe in secca, e se si fosse sempre e solo felici e nella propria vita non ci fossero dei dolori, per quanto piccoli siano, le persone sarebbero tutte superficiali.
Seam cercò di calmare il suo cuore, che batteva veloce
Il suo cervello lo aveva messo in uno stato di panico silenzioso, facendogli tornare su tutti gli avvenimenti recenti.
Era come se Jevil fosse ancora a piede libero, però non nel regno, bensì nel suo cuore. Pensarlo rinchiuso nei sotterranei del castello, e soprattutto isolato, in una stanza unica, insonora, costruita apposta per lui, era devastante. Ma averlo a spasso, senza controllo delle sue azioni, era ancora peggio. Seam aveva visto le condizioni della stanza. Era terribile. In pratica ci mancava solo la camicia di forza per renderlo un manicomio di piccole dimensioni.
Ad un tratto, un qualcosa di caldo rigò il suo viso: lacrime.
Seam non sapeva cosa fare. La persona che aveva dato senso alla sua la vita la aveva anche rovinata.
Un pensiero crudele passò per la sua mente
"Non ci si dovrebbe mai attaccare. Mai."
Cazzo.
Lo pensava davvero?
....

«Seammm...»
«Mh...?»
«Ehehhh... ~»
«Sei ubriaco? Heheh...»
«Mmmh... No... Non lo sono»
«È qualcosa che un ubriaco direbbe...»
«E un sobrio cosa dovrebbe dire allora....?»
«Non so... Direbbe la stessa cosa... Ma sicuramente non riderebbe come un cretino... Hehh...»
«Io non sono un cretino.»
«Non ho detto che tu sei cretino... È l'alcol che ti rende cretino...»
«Zitto...»
Jevil, completamente ubriaco e col cervello annebbiato all'alcol, zittì Seam con un semplice bacio

«BASTA!»
Seam sbottò, ma nessuno lo sentì nella fredda serata.
«TI ODIO! TI ODIO TI ODIO TI ODIO!»
Seam abbassò lo sguardo, una pozzanghera rifletteva la sua immagine. Lui cominciò a calpestarla con rabbia e a coprirla con le foglie secce e bagnate dalla pioggia.
...

Poco dopo smise di piovere, e Seam ritornò a "casa", se ormai la si poteva definire tale, e prese tutto ciò che gli ricordava Jevil, lo distrusse, strappo e bruciò. E non aveva la minima intenzione di pentirsene.
Si ricordò delle parole di Swatch, che gli assicurava che dopo un po' di tempo quei brutti pensieri sarebbero spariti, e sospiro, tra se e se
«Lo spero. Lo spero davvero.»

ANGOLO AUTRICE

Ecco qua il sesto capitolo! L'ho scritto mentre ero in viaggio di ritorno dalle vacanze. Mi dispiace perché è stato un capitolo parecchio angst, spero di poter migliorare un po' la vita di questa povera vecchia bambola di pezza. Naturalmente, solo se a voi non piaccia il drama, in tal caso... ( ͡° ͜ʖ ͡°)

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