«Kris.... Emh... Sei di nuovo in ritardo...»
Kris non rispose, tanto la professoressa Alphys era una codarda, e non avrebbe rotto i maroni, quindi sedette semplicemente al suo posto. Che schifo la scuola, sopratutto se sei l'unicə umano lì dentro. Quando si avvicinava, tutti cambiavano tono di voce, come se non potessero essere loro stessi davanti a loro. Stessa cosa per i suoi genitori.Come aveva fatto una coppia di mostri dalle sembianze di capre umanoidi ad avere un figlio umano? Kris era sicurə di essere statə adottatə. Ma dove? A quanto pare era l'unicə umano in quel mondo. "Probabilmente questa è la causa del divorzio dei miei" pensava. L'unico che lo faceva sentire valido era suo fratello maggiore Asriel, che però era da diverso tempo all'università, e (grazie al cielo) sarebbe tornato la prossima settimana.
Senza di lui era un inferno. Era da mesi che aspettava, e se qualcuno avesse messo un'altra goccia nel suo vaso, questo sarebbe traboccato. E chissà cosa sarebbe successo in quel caso...
Quella mattina si sentiva stranə, come se qualcuno decidesse per loro tutte le sue scelte, come se loro fossero una marionetta. La sua mente annebbiata, dando loro un senso di sonnolenza: non aveva la minima voglia di parlare o interagire con nessuno, eppure...
«Emh... Kris... Abbiamo organizzato un progetto a coppie che è in consegna tra due settimane, ti va di trovarti un compagno?»
No che non gli andava.
«V-vorrei evitare che tu prenda un brutto voto... Sai quanto tua madre ci tenga...»
Alphys sarà stata anche un pezzo di pane, ma era anche una sottona. Avendo Toriel, la madre di Kris, come collega, aveva paura a dar loro brutti voti, considerando il carattere dolce ma allo stesso tempo severo di quest'ultima, e si sarebbe sentita mancare sotto lo sguardo della donna.
C'è poi da dire che Alphys balbettava e arrossita davanti a chiunque, quindi non pensate chissà che. L'unica cosa che la calma a era il suo hobby: cercare nuovi anime (che dovevano obbligatoriamente contenere delle idol all'interno) magari nei vicoli della città, dentro ai bidoni della spazzatura.Tornando a noi, Kris non era molto interessatə ai voti che prendeva, e non avendo amici con cui passare il pomeriggio, una punizione non era un problema. Magari se sua madre avesse vietato loro di mangiare torte per il resto della settimana, beh, quello si che era un po' grave, nel suo punto di vista. Forse quella era l'unica cosa che era rimasta della sua malizia infantile, che ormai sembrava svanita.
Comunque, non aveva voglia di far arrabbiare sua madre in ogni caso, quindi decise di provare e trovare un compagno di studio, ma a quanto pare erano tutti occupati, anche se Temmie era in coppia con.... Un uovo. Gli ultimi a cui chiedere a questo punto erano Noelle e Berdly, Kris si diresse verso la renna dalla maglietta a scacchi e i capelli biondi, che era al 100% una migliore compagna rispetto a quel brutto secchione.
«Oh, Kris, mi dispiace tanto, ma... Sono già in squadra con Berdly» disse, Kris udì un po' di malavoglia nella sua voce, come se lei stessa non volesse avere il quattrocchi ad aiutarla col compito.
«Ma se vuoi chiedo alla prof se possiamo fare un gruppo da tre-»
«COSA?? COSA COSA?? NO! OBIEZIONE!»
Oh no.
«NON AVETE CHIESTO LA MIA OPINIONE, CHE COME MEMBRO È DI DI-RIT-TO! E LA MIA OPINIONE È LA SEGUENTE: NO. NON SE NE PARLA. NOELLE, PICCOLA INNOCENTE NOELLE, L'HO VISTA PRIMA IO, CAPITO, SFIGATO? VEDI DI NON TIRARTELA, IO HO DIECI IN TUTTE LE MATERIE, SAI?»
Kris non aveva voglia di litigare, quindi se ne andò.
Bene. Non aveva un compagno. Avrebbe fatto il lavoro da solo, se non voleva un'insufficienza.
«B-beh... Ragazzi.... Direi che è il caso di iniziare la lezione... Altrimenti oggi non facciamo null-»
SBAM.
La porta venne varcata da Susie, che si trascinava dietro un'aura d'odio e rabbia dietro.
Susie, in quel pacifico paesino di montagna, era per tutti i ragazzi "il predatore". Una bulla silenziosa, che agiva solo se le davi fastidio. I suoi passi pesanti facevano rizzare i peli a chiunque, soprattutto perché il suono divagavano è non era localizzabile la direzione.
Naturalmente spaventava pure la prof.
«O-oh! S-Susie... Sei in ritardo...»
«Sì. Problemi?»
«N-no... Nono... Nessun problema... Eh... AH! M-ma certo... Kris, che ne dici di metterti in gruppo con Susie?»
Oh Dio.
Susie inclinò leggermente la testa, per fissare Kris. In realtà non era sicurə che lə stesse fissando, a causa dei capelli che le coprivano la parte superiore del volto, ma aveva probabilmente ragione: lə stava guardando.
«E già che ci siete, prendete dei gessetti, sono tutti spariti...»
Perfetto. Stava firmando la sua condanna a morte, praticamente.
Da solə nel corridoio con Susie... Wow. Sarebbe decisamente mortə. Lə avrebbe fattə a pezzi.Uscirono dalla classe, e Kris notò che Susie stava sgranocchiando proprio i gessetti mancanti, e dopo essere stato sbattutə contro un armadietto e minacciato che se avesse detto qualcosa su ciò che aveva visto sarebbe morto, si avviarono verso lo scantinato, dove i bidelli ci buttavano dentro un po' di tutto. Oltre ai gessetti, i fogli di carta e un immenso armadio pieno di materiale scolastico vecchio, c'erano anche sedie e banchi di scorta, il tutto ammassato per formare una stanza stretta, buia, disordinata e dimenticata da Dio, piena di muffa sui muri.
«Prendiamo i gessetti e andiamo, fai ələ bravə.»
Aprendo la porta, però, Susie indietreggiò.
«Uh... Vai prima tu.»
Fifona. Kris entrò, Susie dietro di loro, e la porta sbatté di colpo, e il pavimento crollò, facendoli cadere nel vuoto...Kris aprì gli occhi, la testa faceva male. Attorno a loro era tutto buio e umidiccio.
Notò che la sua pelle giallognola era diventata di un celeste vivace, e i suoi vestiti erano stati rimpiazzati da un'armatura d'argento, e che non c'era l'ombra di Susie. Dove si trovava?
Improvvisamente, una piccola luce apparve vicino a loro. Kris la toccò...‹✦›
"A volte, la vedi brillare
L'unica luce visibile
Per seconda natura, provi a raggiungerla, e...„FILE SAVED ── .✦
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᥇ꪊꪻꪻꫀ᥅ᠻꪶﺃꫀᦓ ꨄ︎
FanfictionJevil, dopo i problemi da lui causati, viene finalmente rinchiuso in una cella isolata del castello di carte. Seam, colui a cui è stato affidato il compito di fare ciò, ha ancora dei sensi di colpa, e di tanto in tanto va a fargli visita. Un giorno...