Capitolo sette

7 3 0
                                    

Mercoledì ore 16:00
Arrivammo allo studio puntuali come un orologio svizzero, io con la mia auto e lui con la sua. Lo seguì mentre andava verso una saracinesca che poi aprì rivelando una vetrina.
A caratteri cubitali in alto ad essa c'era scritto "Lotus Tattoo" accompagnato dal disegno di un fiore di loto, quello che con molta probabilità doveva essere il logo.
Stupendo pensai.
«Ragazzina, ho da fare per capodanno» mi disse scorbutico da dentro lo studio, da quando eravamo usciti da scuola avevo l'impressione che non mi volesse intorno. Ironia della sorte, me lo aveva chiesto lui.
Alzai gli occhi al cielo senza rispondergli ed entrai, ad accogliermi fu una stanza con divanetti in pelle sulla sinistra ed un'enorme scrivania sulla destra con computer, tavola grafica, taccuini, penne e fogli catalogati in maniera minuziosa. Appesi ai muri c'erano disegni, poster ed un calendario. Guardai l'aria circostante affascinata, c'erano delle casse posizionate agli angoli alti dei muri ma prima che potessi notare altro, Blake parlò.
«Qui è dove starai tu, accoglierai i clienti, prenderai gli appuntamenti ed insieme a loro studierai il tatuaggio che poi dovrai disegnare. Sarai tu ad aprire lo studio d'ora in poi, la chiusura è alle 21:00, se l'ultimo appuntamento di giornata dovesse impiegare più del dovuto, tu potrai comunque andare, non è detto però che gli appuntamenti arrivino per forza all'orario di chiusura, in quel caso chiudiamo tutto ed andiamo.» disse lanciandomi le chiavi «Di solito io arrivo mezz'ora dopo di te, il sabato siamo aperti la mattina dalle 09:00 ed il pomeriggio fino alle 18:00. La domenica siamo chiusi. Tutto chiaro?» mi rigirai le chiavi in mano, ora cominciavo a capire la sua disperazione.
«Si capo» dissi trattenendo una risata, lui alzò gli occhi al cielo.
«Dietro questa porta ci sto io,» disse aprendo una porta scorrevole nera sul muro frontale all'entrata «il bagno è qua,» indicò poi un'altra porta sulla parete di sinistra, poi una sulla parete a destra dove finiva la scrivania «lì invece c'è la macchinetta del caffè, un frigorifero e due poltrone, i clienti non vi possono accedere. Quando ne hai bisogno puoi fumare lì, qui dentro invece sono ammesse solo sigarette elettroniche, la cosa vale sia per te che per i clienti» disse togliendo la giacca per poi appenderla vicino la porta della sala tattoo.
«A momenti dovrebbe arrivare l'appuntamento delle 16:30, deve tatuarsi, il disegno è quello di Nate quindi ci penso io, tu devi solo guardare e fare ciò che vedrai con gli altri clienti. Domande?»
«Perché ho l'impressione che tu non mi voglia qui?» chiesi senza connettere il cervello alla bocca, ma ormai era troppo tardi. Mi stava già guardando seccato.
«Perché non ti voglio qui. È un posto frequentato soprattutto da uomini e ragazzini della tua età, tu hai un bel faccino e questo complica le cose» spiegò appoggiandosi al lato della porta «Certo, se saprai prosciugarli fino all'ultimo centesimo con quel faccino, allora potrei cambiare idea» continuò mentre sul suo viso cresceva quel solito ghigno insopportabile. Sapeva che non l'avrei fatto, mi stava solo prendendo in giro.
«Potrei farlo» dissi come se ci stessi davvero pensando appoggiandomi alla sedia vicino alla scrivania
«Si? Non vedo l'ora di vedere che sai fare allora» rispose, ma stavolta non sorrise. Ci sfidammo con lo sguardo per alcuni secondi, poi lui spostò gli occhi dietro di me. Dopo un'attimo la porta si aprì, ed entrò una ragazza mora, con un tubino nero che non lasciava spazio all'immaginazione, e lunghe unghie affilate di colore rosso. Lo guardai ridendo sotto i baffi, con uno sguardo che diceva: "questo è l'appuntamento delle 16:30, e sono io a complicare le cose?"
Il suo di sguardo invece, affermava un dolcissimo: "fanculo"
La nostra conversazione visiva però, venne interrotta dalla voce civettuola della ragazza.
«Allora, sei pronto?» sorrise, ma poi notò che alla scrivania c'ero io «E Nate dov'è? Non accetto altri disegni!»
Ma che cazzo...
Blake sembrò scocciato, ma forse lo avevo solo immaginato perché l'attimo dopo le sorrise, indicò la porta su cui era poggiato e disse: «Prego, il disegno è ancora quello di Nate sta tranquilla»
La ragazza entrò sculettando dentro la sala mentre Blake smanettava al computer. Al fine di ciò stampò lo stencil ed entrò in sala per farlo vedere alla ragazza.
Quasi come se non ce lo immaginassimo, si stava facendo tatuare un serpente. In mezzo alle tette. Io tenevo la mano sul viso per cercare di bloccare un sorriso sul nascere. Inutile dire che per tutta la durata del tatuaggio la mora ci provò spudoratamente con Blake, teneva la mano sulla sua coscia e la stringeva quando "le faceva male". Avevo desiderato di vedere Blake lavorare, infatti il tatuaggio stava uscendo più che bene, ma mi sembrò di guardare uno spettacolo comico.
Mi sedetti alla scrivania e smanettai un po' al computer guardando disegni fatti, incompleti e da riprendere. Ognuno dei file aveva il nome della persona indirizzata ed era tutto ben catalogato. La porta si aprì ed entrò un uomo quasi sulla trentina, dai capelli biondo cenere e la barba curata.
«Smith» disse Blake. L'uomo appena entrato sembrò stordito dalla mia presenza «Puoi rivolgerti ad Heather appena posso arrivo.» il cliente sembrò scettico per qualche secondo, io gli rivolsi un sorriso e cercai di metterlo a suo agio.
«Prego signor Smith, si sieda» indicai la sedia accanto a me.
«Dammi del tu bambolina, mi chiamo Kyle» disse sedendosi.
«Bene Kyle, come posso aiutarti?» chiesi sfregando le mani sulle cosce per il nervosismo.
L'uomo mi fece vedere parecchie reference, l'idea era quella di fare qualcosa all'avambraccio destro che era ancora totalmente pulito, gli esposi le mie idee e lui si lasciò scarabocchiare addosso.
Blake finì il tatuaggio, e la ragazza pagò dandogli l'ultima occhiata maliziosa per poi andarsene.
«Cosa hai deciso Smith?» chiese, io gli mostrai lo schizzo e lui lo esaminò.
«A te sta bene?» si rivolse ancora all'uomo.
«Cazzo si, sono tutt'altra cosa rispetto ai disegnini di Nate. Gliel'hai fatto il contratto ragazzo?» disse l'uomo adottando un modo di fare più professionale.
«Non ancora, è in prova. Heather, Kyle Smith il mio socio» rispose mimando le virgolette con le dita.
Il calore dell'imbarazzo mi colorò le guance, e spostai lo sguardo da Blake al signor Kyle Smith, il mio altro futuro capo.
«Oh...» riuscì a balbettare, la mia testa voleva dire tante cose ma per l'ennesima volta, non riuscì a connetterla con la bocca. In compenso mi alzai sull'attenti con le spalle rigide, mi girai e gli porsi la mano.
«Mi scusi tanto signor Smith, non sapevo fosse... Insomma Blake non mi ha detto che anche lei fosse... Sarei stata più formale mi dispiace davvero» l'uomo mi rivolse un sorriso, e con tono gentile disse «Non preoccuparti è andato tutto bene, sei stata ottima. Non sapevo fosse una ragazza la nuova arrivata, ti devo le mie scuse»
E questo spiegava l'occhiata scettica all'entrata...
«Bisogna sempre mettere a proprio agio i clienti e farli sentire ben voluti. Blake mi aveva detto che eri la persona ideale, ma tu hai superato le mie aspettative bambolina. E ripeto, dammi del tu ho solo 26 anni, sono ancora giovane» disse rivolgendo un occhiolino a Blake che alzò gli occhi al cielo infastidito.
Blake mi credeva l'ideale per quel lavoro, guarda un po' che roba! Cose da non crederci eh?
Mi ricomposi subito, e rivolsi uno dei miei più sinceri sorrisi all'uomo che stava davanti a me. Era solo una settimana di prova, poi si deciderà che fare.
L'uomo salutò ed uscì dallo studio lasciandomi sola con Blake.
«Che figura...» dissi abbandonandomi di nuovo sulla sedia «Potevi dirmelo»
«Se l'avessi fatto saresti stata più nervosa del previsto, era una prova ed a quanto pare l'hai superata. Dovresti esserne contenta ragazzina.» affermò e non potei fare altro che dargli ragione. Ero riuscita lavorare bene, ad instaurare una conversazione con il cliente e soddisfarlo. Avevo sorriso tutto il tempo, ma gli altri non sapevano che quello fosse un segno di agitazione da parte mia. Chiunque mi avesse visto in quel momento avrebbe pensato che fossi rilassata ed a mio agio ma non era del tutto così.
Le mani mi tremavano quando non disegnavo, l'impugnatura del pennarello era stata salda e pesante tutto il tempo a causa delle mie mani sudate.
«Dovrei ringraziarti?» bofonchiai sarcastica
«Non che mi importi» alzò le spalle
«Grazie» dissi non potendo trattenere un timido sorriso, lui sembrò addolcirsi a sua volta quando lo guardai di sottecchi, ma riuscì a mascherarlo in fretta.
«Kyle lavora qui?» domandai
«No, ha un'altro studio ad Oakland»
Oakland? Be c'è un po' di strada da fare, il sol pensiero di aver scomodato qualcuno solo per mettermi alla prova mi fece provare una strana sensazione, simile all'importanza mischiata al senso di colpa. Blake si sedette sulla sedia accanto a me, prese il mouse del computer ed aprì una cartella con un disegno incompleto.
«Questo disegno ha causato la fuga di Nate, mi fa schifo. Se riesci a riprenderlo, non ti lascerò mai più andare» il tono freddo e distaccato come al solito, lo sguardo rivolto ancora verso il computer. Era solo un modo di dire ma tremai sentendo quelle parole.
Quello che avevo davanti era un semplice colibrì, niente di speciale, il disegno si fermava alla bozza ed anche quella non prometteva granché.
«Quand'è il prossimo appuntamento?» chiesi
«Tra meno di un'ora» rispose
«Okay, posso farcela» risposi prendendo la tavola grafica, cancellai metà del disegno, apportai delle modifiche alle ali rendendole aperte, aggiunsi un'altra testa, qualche ornamento, ripresi tutto. Aggiunsi alcuni particolari e del chiaroscuro.
Blake accanto a me osservava in silenzio, a volte sentivo i suoi occhi addosso ma non mi girai, dovevo aver finito prima del prossimo appuntamento.
Quindici minuti dopo ce l'avevo fatta.
Il risultato erano due colibrì fusi nel formare un cuore umano, il becco dei due uccelli era rivolto rispettivamente verso destra e verso sinistra, le ali spiegate e due zampine condivise come la coda. A contornare gli animali c'erano dei ghirigori che davano movimento al disegno.
Mi lasciai andare sulla sedia e guardai Blake, non aveva ancora detto niente e la cosa mi preoccupò, perciò parlai io: «T-Ti piace?»
Non mi guardava, stava ancora analizzando il disegno quando con voce quasi impercettibile disse «Si, molto»
Battei le mani per la felicità, anche lui sembrò addolcirsi. Giurai di aver visto un mezzo sorriso.
Non mi ero mai sentita tanto adatta a qualcosa in vita mia. E per mia sfortuna, lo dovevo a Blake.



Spazio Autrice
Ciao bellezzeeee, capitolo otto: Heather e il suo primo giorno di lavoro, sembra cavarsela bene ed andare d'accordo con Blake, ma sarà sempre così? Fatemi sapere che ne pensate🫶🏻💞

Questo è il nostro carissimo Kyle Smith, 26 anni tatuatore allo studio di Oakland

(inutile dirvi che anche lui è stato generato dall'intelligenza artificiale ed è frutto della mia fantasia)

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

(inutile dirvi che anche lui è stato generato dall'intelligenza artificiale ed è frutto della mia fantasia)

GingerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora