Quella sera né io, né Cabello ci rivolsimo la parola.
Era giusto così.
Spensi la luce e mi misi a dormire.
Guardavo Camila dall'altro lato della stanza, era sdraiata sul letto, intenta a leggere un libro.
Aveva un pigiama rosa. Era rosa, odio il rosa, eppure mi piaceva su di lei. In quel momento pensai che tutto le stava bene.Era davvero concentrata, non mi degnava di uno sguardo, di una parola, non mi insultava nemmeno.
In quel momento anche un -fanculo, troia- mi sarebbe piaciuto se detto da lei.
Continuavo a guardarla, finché non mi addormentai.
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Il mattino seguente, mi urlò contro.
"SBRIGATI IDIOTA, OGGI INIZIA IL TORNEO""Ma è di pomeriggio" dissi io assonnata e infuriata per il modo in cui mi aveva svegliata.
"Il coach dice che dobbiamo allenarci" disse con aria superficiale.
"QUINDI ALZATI E MUOVI QUEL CULO, JAUREGUI! " riprese ad urlarmi lei.
"Vado vado, certo che la mattina sei ancora più esaurita" la presi in giro io, mentre mi dirigevo in bagno per lavarmi.
"Eppure ti piaccio".
Mi fermai e rimasi immobile, ci fu un attimo di silenzio.
"Penso proprio che sia il contrario" dissi io con una risatina nervosa, per nascondere l'imbarazzo.
"Almeno io non rimango sveglia tutta la notte a fissarti" disse Camila.
"Non è assolutamente vero!" quasi mi misi ad urlare. "E poi, non tutta la notte, solo per una mezz'oretta..." sussurrai io abbassando lo sguardo.
Le davo le spalle, non avevo voglia di girarmi e guardarla.
"Guardami!" Mi obbligò.
Mi girai.
Lei mi prese il viso tra le mani, sentii le sue calde labbra sulle mie. I miei occhi erano aperti, non più verdi, ma neri.
Mi rilassai quando le sue mani scesero in direzione del mio ventre. Sentivo un calore nello stomaco, susseguito da piccoli brividi.
Chiusi finalmente gli occhi, le nostre labbra si scontravano dolcemente.Sentivo il suo profumo, mi lasciai andare lentamente.
"Dobbiamo andare Lauren" interruppe lei.
"No, aspetta, devo dirti una cosa" la zittii io.
"Voglio essere la tua ragazza e non accetterò un no come risposta" continuavo a guardarla nei suoi occhi che sembrarono illuminarsi.
"Lauren! " urlò felicemente lei.
"Cosa?" chiesi un pò perplessa.
"Dovevo separare la camera e non parlarti per fartelo capire?" ridacchiava lei. "La risposta è SÌ" continuò lei molto felice.
Se non l'avessi conosciuta bene, avrei giurato che stesse fingendo.
Insieme ci recammo in palestra per l'allenamento.
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SPAZIO AUTRICE:
DIIIOOOO SCUSATE PER IL RITARDO.Sono stata in vacanza, lo sono tutt'ora, ma ho finalmente trovato il tempo di aggiornare.
Mi farò perdonare, forse.
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