capitolo 10

967 41 8
                                    

La prima partita del torneo era finita, avevamo stra-vinto.
Avevo rovinato i piani di Ally e Camilla.
Ero davvero felice, anche se pensare a lei mi faceva male e, anche se non volevo, il suo ricordo mi riaffiorava la mente, le sue immagini mi scorrevano in testa e sentivo che sarei scoppiata a piangere da un momento all'altro, se non mi fossi allontanata. Così scappai in spogliatoio, cercando di evitare chiunque.

"Abbiamo vinto piccola!" Esclamò una voce a me familiare, quella di Ally.

"Perché sei felice? Il piano sta fallendo!" Continuava a chiedere Camila.
Ma la mia domanda era un'altra: PERCHÉ L'AVEVA CHIAMATA PICCOLA?

"Ci sono altre due partite, alla prossima la colpiremo" spiegò tranquillamente Ally.
"Ma io voglio lasciarla adesso..." replicò la cubana.

Non riuscivo a reggere, ma dovevo ascoltare.

"Lo so che ami solo me, ma devi aspettare. Perché tutta questa fretta?" Chiese dubbiosa Ally, dal momento che fino a qualche ora prima era contraria a mollarmi.

"Voglio farla soffrire..." rispose lei titubante.

"Così mi piaci" detto questo, Ally la baciò.
La prese per la vita e continuava a baciarla, sotto i miei occhi ingenui.

Scappai ancora una volta, trattenendo le lacrime.

Non guardavo verso dove andavo, così sbattei contro qualcosa, o meglio, contro qualcuno.
Era Cody.

"Hei Laur, dove vai così di fretta?" Sorrise lui.
"Oh, ma stai piangendo? Dio, cos' é successo!?" Domandava lui.
Non ebbi nemmeno il tempo di spiegargli, che, ancora una volta, il coach mi interruppe.
"Sali sull'autobus Capitano! Si va in hotel e poi si festeggia" spiegò lui entusiasta dell'esito della partita.

"Cody, ti spiego dopo. Tieni il mio numero, così ci teniamo in contatto" dissi io, mentre velocemente digitavo le cifre del mio numero sul suo cellulare.
"Va bene, allora a dopo" disse lui e a quelle parole, rapidamente mi precipitai in autobus.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Stavolta mi sedetti vicino a Dinah, avevo intenzione di raccontarle tutto e lo feci. Lei rimase più sconvolta che altro.
"Ma che ti é saltato in mente, andare dietro a una stronza come la Cabello! Ma poi, Laur, tra tutte le persone che popolano questo Pianeta, proprio la tua rivale?" Sussurrava lei per non farsi sentire.
Io scoppiai a piangere sulla sua spalla sudaticcia e con odore sgradevole.
Dinah tuttavia, fu molto comprensiva, mi accarezzò i capelli e mi obbligò a non piangere, non adesso.
"Dinah, ti voglio bene" dissi io sinceramente.
"Anche io Laur".

Dinah intanto mi raccontò le vicende che costellarono la sua vita, in quei pochi giorni in cui non siamo state insieme.

Finalmente, l'autobus arrivò a destinazione.

Say SomethingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora