(11) Il peso del silenzio.

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Attenzione, attenzione! Questo capitolo sarà narrato dal punto di vista di Eda, la mia migliore amica.
Spero che vi piacerà, buona lettura. 💜
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<<Se la luna sorridesse, somiglierebbe a te. Tu fai lo stesso
effetto di qualcosa di bello, ma annientante.>>


L'aria fresca del mattino mi accoglie appena esco di casa, e il cielo terso di settembre mi dà una sensazione di rinascita che mi permette di affrontare la giornata con un sorriso. Mi dirigo verso l’auto, pronta per un’altra giornata intensa nel mio studio di architettura. Ho imparato a non temere le sfide, anzi, sono ciò che mi spinge a dare il meglio di me ogni giorno.

Il tragitto verso l'ufficio è sempre lo stesso, costeggiato da file di alberi e abitazioni che conosco a memoria. Eppure, non mi stanco mai del paesaggio. Lungo la strada, accendo la radio e lascio che la musica mi accompagni, ma i miei pensieri sono altrove. Non riesco a smettere di pensare a Charlotte e a tutto quello che sta attraversando. Lei è sempre stata forte, ma so quanto sia fragile il suo cuore, soprattutto quando si tratta di Ares e, soprattutto, di Dafne. E ora che Ares ha tradito la sua fiducia, devo proteggerla a tutti i costi e aiutarla a costruire ciò che lei desidera per sé.

Arrivata in ufficio, trovo il parcheggio sorprendentemente vuoto, il che significa che sono una delle prime ad arrivare. Non mi dispiace: il silenzio dell’ufficio deserto mi dà il tempo di prepararmi mentalmente per la giornata. Prendo l'ascensore fino al settimo piano, dove si trova il mio studio, e quando le porte si aprono, vengo accolta dall'aroma familiare del caffè appena fatto. Rebecca, la mia assistente, ha già iniziato a preparare tutto.

<<Buongiorno, Rebecca,>>

la saluto con un sorriso, entrando nell'ufficio.

<<Buongiorno, Eda,>>

risponde lei, porgendomi una tazza fumante.

<<Ho già controllato le email. Hai una riunione con il team alle dieci e un incontro con il cliente alle undici.>>

Annuisco, prendendo un sorso di caffè.

<<Perfetto, grazie. Oh, e potresti cercare il fascicolo del progetto di Reston? Avremo bisogno di rivederlo prima dell'incontro.>>

Rebecca annuisce diligente e io mi dirigo verso il mio ufficio. L'ampia vetrata che si affaccia sulla città è sempre stata la mia parte preferita di questo spazio. Mi siedo alla scrivania, accendo il computer e comincio a preparare la documentazione necessaria per la riunione. La mattina procede senza intoppi, come mi aspettavo, finché un bussare leggero alla porta interrompe il mio lavoro.

<<Avanti.>>

Dico senza staccare gli occhi dallo schermo.

La porta si apre, e subito riconosco il familiare odore di mare. Sollevo lo sguardo e mi trovo di fronte Eric, uno dei miei colleghi. È un architetto di talento, affascinante e con una presenza che non passa mai inosservata. Ha un sorriso di quelli che possono sciogliere il ghiaccio, e i suoi occhi hanno una scintilla maliziosa che non riesco mai a ignorare.

<<Buongiorno, Eda.>>

Dice, entrando con una cartellina in mano.

<<Stavo passando e ho pensato di portarti il progetto di Riva, così possiamo discuterne prima della riunione.>>

<<Grazie, Eric,>>

rispondo, cercando di mantenere un tono professionale, anche se so che il mio cuore ha accelerato solo per la sua presenza.

(Im)perfettamente noi. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora