(9) Memoria.

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<<Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute
e canoscenza>>


La musica a palla in macchina smorza il rancore che provo nei suoi confronti, ma la mano che tiene sulla mia coscia mi infastidisce, soprattutto ora che so che la stessa mano ha toccato un'altra donna.
Lascia il mio corpo per abbassare il volume della musica, i miei occhi si agganciano ai suoi.

<<Che ti succede, Char?>>

Inghiotto la rabbia che provo e sforzo un sorriso tirato.

<<Ho un po' di mal di testa, tutto qui.>>

Il suo sguardo si intenerisce.

<<Vuoi tornare a casa?>>

<<Ma no, stai tranquillo, passerà presto.>>

<<Va bene, siamo quasi arrivati.>>

Mi giro dall'altra parte, guardando la strada scorrere sotto i miei occhi, e per quanto sia sbagliato, immagino già una nuova vita con Dafne, nonostante lei non sappia ancora nulla della situazione in cui mi trovo. Credo che sia finalmente arrivato il nostro momento, lo sento nel cuore, nell'anima e nella profondità delle mie ossa. Ogni cellula del mio corpo la reclama, e sarà mia.

Ares posteggia, scende dalla macchina, e si accinge ad aprire il mio sportello, solo che lo precedo, stufa della sua galanteria fin troppo falsata.
Lo prendo a braccetto, e sorrido pensando a tutti i cibi che ordinerò, solo per fargli sborsare tanti soldi, visto che l'ultima cena insieme l'ho pagata io.

<<Buonasera, signori.>>

La receptionist ci accoglie in tutta la sua eleganza, e controllo che gli occhi di Ares non indugino sulla sua figura. Non mi fido di lui ora, come potrei continuare una relazione così?

<<Buonasera. Un tavolo per due, grazie.>>

<<Prego, venite.>>

Ci mostra la breve strada da percorrere, poi ci fa sedere a un tavolo situato accanto a una lunga vetrata limpida, che dà la vista su un giardino illuminato e il cielo sereno.

<<Ecco i menù.>>

<<Grazie mille.>>

Con un sorriso, il cameriere che ce li ha portati si congeda, lasciandoci lo spazio di decidere cosa prendere.

Ordino del caviale, gamberi fritti e in salsa agrodolce, ravioli ripiedi di sughetto di gamberi, un'orata impanata e tutto ciò che mi capita sotto l'occhio.

Chiudo il menù, aggancio i miei occhi a quelli di Ares, e analizzo il suo sguardo. Sembra molto innamorato di me, non posso negarlo, eppure la fedeltà non sembra stargli bene addosso.

<<Sei magnifica, Charlotte.>>

<<Grazie.>>

Gli sorrido dolcemente, spostando i miei pensieri a qualcuno che non sia lui.

I piatti iniziano ad arrivare, colorando la tavola e profumando l'ambiente.
Eda aveva ragione: si mangia da dio qui.

(Im)perfettamente noi. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora