4. COFFEE

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Daphne
"Quale pazzo mette musica rock alle otto, per di più di sabato?" penso cercando di tapparmi le orecchie con il cuscino, ma quando non sembra funzionare, lo lancio dall'altra parte della stanza.
"Jackson Adams, sicuramente" mi rispondo da sola e mi alzo dal materasso in un modo che mi fa sembrare molto un bradipo addormentato. Ho bisogno di molto caffè e immediatamente. Anche di una doccia e prima di prendere un caffè. Corro verso il bagno e mi lavo per poi avvolgere il mio corpo con un asciugamano morbido e candido. Pettino i capelli con una spazzola trovata nel cassettone e indosso gli slip e il reggiseno, che da regola non sono coordinati. Infilo un pantaloncino e una canotta e corro verso la cucina.
-Che velocità!- esclama mia zia seduta al bancone con la caraffa di caffè davanti. Gliela sfilo di mano e ne verso tutto il contenuto in una tazza enorme.
-Bisogno-di-caffè!-
–Ehi, vacci piano- ridacchia lei.
-Tu lo senti?-
-Che cosa, il tuo bisogno di caffè?-
-La musica- sbuffo tra un sorso e l'altro. Jess addenta una fetta di pane tostato e poi si decide a rispondermi.
-Sì, e condivido i gusti degli Adams-.
-Stai scherzando, vero?- domando con molto scetticismo nella voce.
-Non lo fa spesso e poi dalla mia camera non si sente niente-
-Allora riteniamoci fortunati...- mormoro ironica.
-Oggi sei proprio scorbutica, fiorellino- specifica divertita spalmando un chilo di marmellata su un'altra fetta di pane.
-Be', diciamo che io non condivido molto i gusti di Jackson Adams-
-Sì, in effetti a quest'ora ci starebbe meglio Taylor Swift-. "Io mi arrendo, oggi mia zia è decisa a farmi impazzire!". Ingoi un boccone di cereali integrali mentre Jess mi racconta del suo sogno in cui sposava un alieno verde in bikini. All'improvviso sento il suono del mio amato citofono sovrastare la voce di mia zia. Mi dirigo verso la porta e quando la spalanco, un enorme mazzo di fiori rosa acceso mi sfiora la punta del naso. Secondo me il colore non è adatto e il profumo è così intenso che mi scappa uno starnuto.
-Lei è Jessica Johns?-
-No, è mia zia...-
-Questi fiori sono da parte di D.S.- esclama il postino porgendomi il mazzo. -C'è anche questa lettera-. È una busta dello stesso colore delle rose e con una scrittura obliqua c'è scritto il nome di mia zia. Lei mi raggiunge e ringrazia il ragazzo prima di afferrare la lettera e leggerla in un attimo.
-Non pensavo... Sì, forse... E se...- blatera lei stringendo il pezzo di carta al petto. Glielo rubo mentre borbotta qualcosa contro il tostapane che sembra non funzionare. È un invito ad una cena e in fondo al foglio è firmato David S. Sembra che mia zia abbia fatto colpo su qualcuno e mi viene da ridacchiare al pensiero che abbia potuto raccontare del sogno dell'alieno anche a lui. Quell'uomo su cui ha fatto colpo JJ mi ha invitata e in fondo penso che non potrebbe essere così male, solo una cena, imbarazzante, ma solo una. Sbircio Jess e noto che sta annusando le rose come se fosse l'ultima volta. Scuoto la testa perché il massimo che avevo vissuto io era stato quando Billy, un compagno delle elementari pieno di lentiggini, mi aveva regalato un panino già morso.
-Lo ammetto: un po' sono invidiosa!- confesso mordicchiandomi il labbro come faccio ogni volta che sono presa dai miei pensieri. Lei mi sorride.
-Sei così bella che probabilmente i ragazzi non ti fanno questi regali perché sono codardi e a quel punto non vale la pena combattere per loro!-.Sicuramente lo dice solo perché cerca di tirarmi su di morale, ma dopo tanto tempo non so se ci tengo a soffrire ancora per uno che non fa lo stesso per te.
-Quindi verrai venerdì?-
-Alla cena? Certo, ma tranquilla, non ti farò sfigurare... almeno per questa volta- scherzo io riordinando la cucina.
- E io che pensavo che fossi modesta!- ridacchia lei facendomi incurvare le labbra in un sorriso.
-Qualche volta lo sono...-. Lei ride, ma poi mi da un bacio sulla fronte che mi coglie di sorpresa e noto che ha in espressione nostalgica.
-Assomigli a tua madre- è triste, ma cerca di non farlo notare. -Alcune volte anche troppo- dice con ironia, ma quella frase, involontariamente, mi colpisce e non so se in senso buono o cattivo, semplicemente rimane lì, in mezzo ai miei pensieri.

-Lui è bello, ma non lo sopporto, è troppo orgoglioso!- e nel sentir questo mi viene in mente Jackson.
-Oh, ma quando inizierai a conoscerlo meglio lo adorerai!-
-Ne dubito...- rispondo senza sapere neanche più se sto parlando del piccolo Adams o di Demon Salvatore. Mia zia sbuffa.
-L'unico tuo difetto è questo: come fai a non amare un figo come lui!-
-Ti prego, non dire quella cosa. Suona così strano detto da una te!-
-Figo, figo e figo- ripete lei per dispetto, ma viene interrotta da un suono persistente. Spalanco la porta e due paia di occhi conosciuti mi analizzano.
-No, non può venire così-
-No, hai ragione, sembrerebbe un agnellino indifeso in mezzo a un branco di lupi- commenta Luke alla frase di Piper.
-Ciao anche a voi, ragazzi- saluto confusa dalle loro parole. Sono vestita con una semplice canotta bianca è un pantaloncino corto e grigio, perché dovrei sembrare un agnello in mezzo ai lupi?
-Ciao rossa, oggi usciamo!- esclama il ragazzo dai capelli ossigenati.
-Mi fa sempre piacere uscire a qualunque ora del giorno per qualche festa pazza- dico con la mia solita ironia.
-Bene, allora andiamo di sopra- ordina Piper che sembra non aver capito il mio sarcasmo, o ha solo fatto finta. Mi accorgo solo ora che ha una borsa piena di vestiti con sè, e mi sembra di scorgere anche qualche trucco.
Mi prende per il polso senza essere neanche troppo delicata e sale le scale. Mia zia mi rivolge un'occhiata confusa, ma io le faccio il pollice in sù per rassicurarla. Piper entra in camera mia come se fosse una mia amica intima e si accovaccia per tirare fuori dalla borsa un vestitino nero e un eyeliner del medesimo colore. In effetti anche lei sembra essersi preparata per una festa con un abito blu elettrico che le dona molto.
-Dove dobbiamo andare?-
-Non posso dirtelo ora-
-Questo si chiama rapimento-. Incrocio le braccia al petto, ma a lei non sembra importare il mio volere.
-Luke ha insistito per farti venire, ma se ti dicessi dove dobbiamo andare, scapperesti-
-Sí, suona proprio come un rapimento...- rispondo perché le sue parole non mi hanno affatto convinta.
-Indossa questo che poi ti aiuto con il trucco- dice prima di lanciarmi il vestito e spingermi verso il bagno. Lo indosso e spalancò subito gli occhi. Sono io, ma allo stesso tempo non sono io. È sorprendente corto e molto attillato. Lascia la schiena scoperta e mi devo rimirare più volte allo specchio per credere che quella sono io. Non avevo mai indossato niente di così azzardato. Dei colpi alla porta mi risvegliano dal mio sogno.
Esco dal bagnetto e noto Piper si è accomodata sul mio letto. Mi sistemo davanti a lei e in meno di cinque minuti mi ritrovo con un trucco fantastico che mi evidenzia gli occhi. Non avevo mai osato tanto. Nel mentre che sistema i trucchi nella borsa una domanda mi affligge.
-Tu mi odi, vero?-
-Io non ti odio, ti sopporto come faccio con Luke e forse ti stimo anche un po' per come hai risposto a Rachel, in qualche modo sei forte...-
-Be' grazie... penso?- dico, anche se quella risposta non mi è bastata. Mi sento un po' sola questi giorni e avere un'amica non sarebbe male, ma Piper a primo impatto non sembra proprio la persona adatta ad esserlo.
-Adesso sì che sembro proprio un lupo- ironizzo per spezzare il silenzio.
-Almeno così ti adatterai meglio all'ambiente-
-Di cosa stai parlando?- esclamò nervosa.
-Lo scoprirai...- mormora accennando un sorrisetto che a essere sincera mi spaventa un po' '.
"Ci può essere frase meno insopportabile di questa?"

Catastrophe-L'inizio della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora