Daphne
Anche se non sono mai andata molte volte a una festa in vita mia, non ne ho mai vista una così caotica. La spiaggia quasi non si vede più a causa della montagna di gente che prova a ballare, ma quasi tutti sono così ubriachi che se anche mi svestissi, continuerebbero a muoversi a ritmo di musica. Per fortuna Luke mi prende per il polso e mi trascina in un punto più tranquillo. Una ragazza alta sta urlando contro qualcuno ed è sul punto di prenderlo a botte quando Luke ferma la discussione.
-Tocca mia sorella e sei morto- sibila Finnigan a un ragazzo che sembra avere una ventina d'anni e molto alcol in corpo. Io rimango dietro al mio nuovo amico e tiro un respiro di sollievo solo quando il molestatore si allontana irritato.
-Che stronzo- mormora la ragazza togliendosi di dosso un po' di sabbia. Ha le ciocche corvine e mosse che le coprono il volto e cerca disperatamente di togliersele da davanti agli occhi color nocciola decorati da lunghe ciglie finte e nere. Quando, però, mi vede, la sua espressione sembra farsi dubbiosa.
-Chi hai raccattato per strada, Finnigan, 'sta volta?-
-Daphne è appena arrivata a casa di sua zia Jess dal... Connecticut- dice, e mi sorprende perché per strada gli avevo un po' parlato di me, ma non pensavo potesse ricordare proprio tutto.
-Siete fratelli?- domando invece di chiedere semplicemente il nome come una comune mortale.
-No, l'ho detto solo perché così quel cretino di Peter la lascia in pace, però è come se fosse la mia sorellina- sussurra al mio orecchio per non farsi sentire dall'amica.
-Perchè me lo stai dicendo a bassa voce?- mormoro alzandomi sulle punte per raggiungere il suo orecchio.
-Piper odia le frasi sdolcinate, ma in realtà è una tenerona!- . Piper sembra averci sentiti, è tira un calcio nello stinco a Luke. Sembra fare molto male, infatti, dalle sue labbra fuoriesce un gemito di dolore.
-Visto!- esclama lui ironico con gli occhi lacrimanti e una mano a reggersi la gamba mentre saltella. Ridacchio mentre cerca di stare in equilibrio, invano e la ragazza prova a trattenersi, ma un angolo della bocca si alza accennando un piccolo sorrisetto. Luke riesce a rimettersi dritto e cerca di sembrare serio.
-Apparte gli scherzi, Daphne, a queste feste, come hai visto, devi stare molto attenta-
-Soprattutto a loro- Piper indica un gruppo lontano che però riesco solamente a intravedere per la mia bassa statura -Sono dei traditori e ricconi che non fanno altro che andare alle feste-.
Vorrei ricordarle che anche noi siamo a una festa, ma evito per non crearmi subito un nemico. La frase di Piper sembra aver riscosso qualche brutto ricordo causato da quel gruppo e per una volta non intervengo con la mia solita e invadente curiosità. Luke sembra aver già superato tutto quello che è successo, al confronto dell'amica che è ancora con lo sguardo fisso sulla sabbia.
-Benjamin Storm, un asociale del cazzo tranne che con i suoi migliori amici, poi Rachel Storm, bona da far paura quanto vipera, e infine il suo ragazzo: quello stronzo di Jackson. 'Sta più tempo ubriaco che a farsi i cavoli suoi. Poi c'è Colin, fratello di Jackson e perenne silenzioso. Non so chi mi spaventa di più tra lui e il suo fratellino. Ecco la Rompicoglioni squad!-. Mi metterei a ridere se non fosse per il suo viso corrucciato di Piper che siede su un muretto.
-L'asociale, la vipera, il criminale e il pensatore- sussurra lei e in sè la frase mi farebbe ridere, ma la sua espressione è pensierosa e infatti Luke le appoggia la mano sulla spalla che stranamente non allontana. Lascio un po' di intimità agli amici che iniziano a parlottare piano e io mi guardo intorno. La spiaggia si è liberata, di poco, ma almeno adesso vedo i miei piedi. Qua e là ci sono dei falò circondati da bottiglie di vetro vuote e bicchieri di plastica spiaccicati. Il mio sguardo non fa che cadere nella zona proibita, ma proprio perché lo è, la tentazione è forte. La scena da lontano e a causa della mancanza di luce, non è per niente dettagliata, ma comunque riesco a scorgere delle figure. Un ragazzo è seduto sulla sabbia e ammira l'acqua che riflette le luci della città, mentre un ragazza sta sulle sue gambe e continua a parlargli ininterrottamente. Un ragazzo magrolino, invece, lancia le pietre sulla superficie liscia scura del mare cercando di farle rimbalzare più volte, e quando ci riesce, fa qualche saltello di felicità. Più distaccato dal gruppo è sdraiato sulla sabbia un ragazzo che sembra più grande degli altri e ammira il cielo pensieroso. Sembrano essere in una loro bolla perfetta che esclude le altre persone intorno e la musica stessa. Sono invidiosa. Loro sono i privilegiati, quelli che vengono ammirati come dei, quelli che non vengono scalfiti da niente e nessuno. Loro sono solo un sogno per alcuni e il nemico di altri. Ad un certo punto quello che un attimo prima aveva la bionda sulle gambe si alza e barcolla per un po'. È ubriaco.
La curiosità prende il sopravvento e mi avvicino di poco solo per scoprire che si sta dirigendo a un baretto che non avevo notato prima. Ordina un'altra birra con nonchalance, come se non avesse barcollato tutto il tempo. Sotto le luci del bar noto che ha tratti perfetti come se un artista ci avesse messo tutta la cura e pazienza per scolpirli. I capelli sono castani e spesso il ciuffo gli cade davanti, ma lui lo sposta con un gesto deciso. È alto e slanciato, porta una maglietta nera aderente, i pantaloni grigi della tuta e gira scalzo. Sembra la perfezione fatta persona. Noto che Piper e Luke stanno ancora discutendo e con un coraggio che non ho mai visto in tutta la mia esistenza, mi avvicino. Faccio per salire i gradini e accostarmi al bancone, ma proprio in quel momento lui si gira con una birra in mano. Sto per scivolare presa alla sprovvista e prima che possa cadere col sedere contro la sabbia, lui mi afferra il polso delicatamente e mi attira a sè. Se prima pensavo fosse bello, da vicino è stupendo. I suoi occhi sono stupendi. Non sono nocciola né ambrati: sono scuri, quasi neri e sembrano potermi risucchiare in un istante. Devo piegare il collo, però, per ammirarli, perchè è parecchio alto e io gli arrivo al petto. Il suo profumo è maschile e mi avvolge più della sua stessa presa. Poi, come se non mi potesse colpire di più, sorride beffardo. Ho davanti quello che chiamano il criminale.
-In genere le ragazze mi cadono ai piedi, ma non letteralmente-. Se prima ero rimasta a bocca aperta per la sua bellezza, il suo ego adesso mi ha risvegliata. Mi libero frettolosamente dalla sua presa, irritata, forse per essere arrossita come una dodicenne o forse solo perché un cretino ha l'ego grosso quanto la mia voglia di tirargli uno schiaffo.
-Ehi, vacci piano bambolina, che se continui così forse mi innamoro- mi schernisce lui e ha una scintilla di malizia nella sua voce.
-E se tu continui così ti ritrovi senza genitali e non vorrei poi, dover discutere con la tua fidanzatina- sbotto.
Lui non risponde, ma continua ad avere un sorrisetto sulle labbra che mi irrita. È divertito dalle mie rispostacce e io lo sto solo stuzzicando. Dannata me che ho la lingua lunga!
-Wallace, dovresti allontanarti da lui- sento Luke richiamarmi.
-Che c'è, Finnigan? Hai paura che ti rubi la seconda fidanzatina?-. Quello stronzo dal viso perfetto sta rigirando le mie parole. Si uniscono alla discussione anche la vipera seguita dall'asociale e infine il pensatore. La ragazza sembra un angelo sceso dal cielo e anche se è irritata sembra solo un coniglietto incazzato. I capelli sono chiari e gli occhi riprendono i colori del cielo mattutino. Il ragazzo accanto a lei è la sua copia maschile, ma al contrario di tutti è felice. Per ultimo quello che dev'essere il fratello del criminale, che è il più alto e anche il più silenzioso. Lancia un veloce sguardo a Piper che sembra ferita e lo evita come se potesse bruciare. Sul mento c'è un velo di barba e i capelli sono leggermente più lunghi del fratello. Condividono la stessa mascella definita e lo sguardo da duro, ma lui ha gli occhi più piccoli e chiari. Quattro dei mi stanno davanti con il mento alto e la schiena dritta con la perenne e forse involontaria aria di superiorità.
-Jack, andiamo, non vedo altro che due deficienti e una stronza- sibila Rachel con lo sguardo di sfida rivolto a me.
-Sei sicura di non esserti appena descritta?- domando facendo finta di pensarci su. -Anzi no, è sicuro che stessi parlando di te stessa-. Le faccio il dito medio in faccia e lei mi fissa persa, non se l'aspettava. Per un attimo sento l'aria farsi tesa, ma qualcosa mi fa impallidire. Jackson sta ridendo, e non tenta neanche di nascondere la cosa. La sua risata è infantile e tiene le braccia incrociate al petto, ma la cosa peggiore è che mi provoca una strana sensazione. Tutti, compreso il fratello che era immerso nei suoi pensieri, rimangono a bocca aperta.
-Jack, ma che cazzo stai facendo?- domanda il migliore amico stupito, ma lui lo ignora e si rivolge a me ritornando serio.
-Hai fegato, ma sappi che questa sfrontatezza non ti porterà da nessuna parte, Wallace- le sue parole mi provocano un brivido lungo la schiena. La frase suona come una minaccia, ma lo so che mi sta prendendo in giro. Sento la mano fredda di Luke afferrare il mio polso e trascinarmi lontano e Piper lo precede lanciando uno sguardo al quartetto, soffermandosi su Colin. Lei distoglie lentamente gli occhi da quella vista dolorosa e si allontana in silenzio.
Arrivo a casa più stanca di prima e busso alla porta. Nessuna risposta. Mi affaccio alla finestra e noto che JJ si è appisolata davanti alla televisione accesa, mia zia ha un sonno piuttosto profondo. L'unica soluzione è la peggiore che potessi mai avere e mi aggrappo ai bordi della finestra provando a buttarmi dritta sul pavimento di casa e sperare di non spaccarmi nulla. Poi sento una voce che mi fa raggelare il sangue. Tutti, ma non lui.
-E' bello vedere qualcuno che per disperazione fa delle cretinate, ma non pensavo di vederlo proprio oggi-
-Sai che cosa è bello, Jackson? Non averti intorno- sbuffo continuando nel mio intento.
-Ferma Wallace, anche se non ti sopporto, non ti voglio avere sulla coscienza-
-Sai che fortuna... - mormoro facendo si che mi senta, ma quando incontro i suoi occhi la frase si blocca in gola.
-Perché sei qui?- domando con lo sguardo basso.
-Be', il destino ci ha portato a essere vicini, o almeno credo. Stai derubando la nostra vicina?-. Pronuncia proprio quelle parole che speravo di non sentire. Indica la casa accanto a quella di zia JJ che è molto più curata e modernizzata. Solo dopo avermela indicata mi accorgo di non averci prestato molta attenzione appena arrivata qui, anche se sembra una cosa impossibile visto che è un palazzo in confronto a quella di mia zia. Poi si avvicina e preme qualcosa di fianco a me. Il campanello suona e io mi sento una di quelle deficienti che ho sempre giudicato. Colin mi fissa impassibile con le spalle attaccate alla porta della sua casa, ma qualcosa mi dice che in realtà è divertito.
-Buonanotte bambolina, ma la prossima volta se nessuno ti apre, potresti passare per casa nostra-. Jackson mi fa l'occhiolino e so che mi sta solo prendendo in giro. Sento le mie guance diventare paonazze e appena una Jess addormentata apre il portone mi fiondo dentro.
Appoggio una mano sul petto che si alza e abbassa velocemente. Lui era lì. Con quell'aria arrogante e quel sorrisetto beffardo. Eppure non riesco a odiarlo a pieno ed è proprio questo che mi irrita. Il fatto che anche il grande Adams stesse guardando il mio teatrino mi fa arrossire. Solo una stupida si può dimenticare dell'esistenza del citofono. La sua risata risuona ancora nelle mie orecchie e irritata scuoto le spalle. Lui stava ridendo di me. Senza neanche accorgermene ho raggiunto la mia camera, quella che un tempo era quella di mia madre. Le pareti sono state dipinte da lei con paesaggi splendidi di boschi e laghi cristallini. Un tavolino di legno scuro, su cui è appoggiata una pila di vestiti puliti, è sistemato davanti al terrazzino affacciato sulla casa, o meglio villa, degli Adams. Spalancò le finestre e mi fiondo fuori con una rapidità impressionante come se necessitassi di più ossigeno. E' notte fonda e solo i lampioni danno un po' di luce. La luna, invece, è coperta dalle nuvole, ma per una volta preferisco rimanere al buio legata dai miei stessi pensieri. Rimango con le spalle appoggiate al muro e mi addormento con la testa appoggiata sulle ginocchia.
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Catastrophe-L'inizio della fine
ChickLit"Sono sempre stata una ragazza normale con una vita normale, un genitore normale, dei voti normali, perfino un aspetto normale, eppure non sapevo che trovando il mio Apollo, la mia vita sarebbe cambiata" "Loro sono i privilegiati, quelli che vengono...