5. BLACK DRESS

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Luke
-Ma sono già le undici e come spiegherò questo a mia zia?- si lamenta lei sbattendo più volte le palpebre decorate da un trucco nero leggero che le evidenzia gli occhi grigi. Indossa un abito del medesimo colore che le evidenzia perfettamente le forme e che le dona molto.
-Non glielo spiegherai, dolcezza-
-E poi dove dovremmo andare?-
-Troppe domande, Wallace, poi mi scoccio anche di portarti se continui così- la ferma Piper senza neanche un po' di delicatezza. Noto che Daphne è sul punto di scoppiare e infatti schiude le labbra e alza il sopracciglio bruno, stupita.
-Io non so perché tu adesso ce l'abbia di nuovo con me, e sinceramente non mi importa molto, ma sappi che non mi stai facendo un favore a portarmi a questo rituale satanico di cui non so niente!-. Piper si acciglia e stranamente non pronuncia parola. Mi metto in mezzo separando le due ragazze, ma non fisicamente, perché è il mio turno di guidare, anche perché sono l'unico a saperlo fare.
-Ferme, ferme, ferme. Primo: questo non è un rituale satanico. Secondo: me l'ho sono dimenticato, ma lo ricorderò presto- scherzo cercando di smorzare la tensione, ma Daphne evita il mio sguardo con le braccia incrociate al petto e Piper non fa altro che sbuffare.
-Andiamo, stiamo un po' e poi vi riaccompagno personalmente a casa- suggerisco facendo gli occhioni dolci al riflesso di Daphne nello specchietto. Lei lascia andare le braccia lungo i fianchi e tira un sospiro tenendo lo sguardo fisso sul paesaggio che ci scorre ai lati. Lo prendo come un sì e accendo la radio fiero di aver tranquillizzato la situazione.
-Non ti sopporto, Finnigan- aggiunge Piper, ma lo so che non è vero.
- Se fosse così non saresti qua- dico e in cambio ricevo un pugnetto sulla spalla.

-Che diamine di posto è questo!- esclama Daphne rimanendo a bocca aperta.
-Cocktail Party, ogni Sabato- dico indicando i corpi sudati e sbronzi che ballano a ritmo di una musica disco.
-La prossima volta sarebbe meglio se mi avvisaste prima- si lamenta lei mentre Piper borbotta qualche frase che non riesco a sentire.
-Guarda che è una festa, mica un funerale, troverai pure tu qualcosa da fare...-.
-Perfetto, allora io andrò a bere qualcosa fino a ubriacarmi!- risponde lei risoluta e si incammina verso il bancone. Non riesco a fermarla che qualcuno mi afferra per il braccio. La figura minuta è avvolta da un vestitino particolarmente corto e mi verrebbe voglia di...
-Finnigan, quante volte ti ho detto di non scrivermi?-
-Scusa biondina, ma ogni volta che mi parli mi perdo a guardarti...- rispondo malizioso, ma Rachel mi ferma puntandomi l'indice sul petto con aria minacciosa, o almeno è quello che vuol far credere.
-Sei disgustoso, forse dovrei chiedere a Jackson di fartelo capire...-
-Sappiamo tutti e due che a Jack non gliene frega niente di te!- borbotto stufo della stessa storia. È da più di un anno che ci provo con Storm, ma ogni volta salta fuori quel deficiente.
-Non è vero!-
-Bellezza, lo sanno tutti-. La mia frase la fa dubitare, ma non ci rimette molto a riprendere il cipiglio da ragazza viziata che la rende in un certo modo carina.
-Balle-
-Che ne dici se beviamo qualcosa insieme e la smetto di infastidirti?- propongo speranzoso.
-Neanche morta, Luke- e se ne va. Almeno ha detto il mio nome!

Daphne
Sto giocando annoiata con il bordo del bicchiere di birra quando una figura si siede accanto a me e fa cenno al barista di portargli una birra. È Colin.
-Che coincidenza ritrovarmi Daphne Wallace accanto- ironizza svuotando il bicchiere che ragazzo gli ha passato, in un attimo. Dev'essere un talento di famiglia. Tutto in lui, come il fratello, emana perfezione, eppure c'è qualcosa che mi intimorisce in lui.
-Dici? A me sembra che ti sia seduto apposta qui-
-Dico- sorride mostrando una dentatura perfetta, ma non è un sorriso accogliente. Sta semplicemente incurvando le labbra, ma trasmette un odio puro che mi viene un brivido lungo la schiena.
-Che cosa vuoi?- domando nervosa cercando di scorgere qualcosa nei suoi occhi spaventosamente vuoti. C'è qualcosa in lui che non mi convince e da ubriaco mi fa persino più paura di Jackson.
-Umh... niente. Farti compagnia, immagino-
-Pensavo che tu fossi quello più silenzioso-
-Lo pensavo anche io tempo fa- risponde con una nota nostalgica nella voce, ma svanisce in fretta quando rincontra i miei occhi. Avvicina un altro bicchiere a me e fa segno di bere. Faccio come ha ordinato e sento subito bruciarmi la gola. Quello non è un semplice cocktail. Per un attimo penso labbia avvelenato, ma poi torno alla realtà e mi ricordo che l'ha preparato il barista.
-È forte- bisbiglio con il suo sguardo privo di emozioni puntato su di me.
-Senti Wallace, io non so cosa tu abbia combinato, ma fa solo un passo falso e ti rovino la vita- mi sussurra all'orecchio facendo scivolare il suo dito sulla mia guancia. Seguo con lo sguardo il suo polpastrello che struscia contro le mie labbra. Alzo gli occhi e incontro i suoi che mi studiano il viso. Ho paura, ma allo stesso tempo mi ipnotizza. Dev'essere quella cosa che mi ho bevuto che mi sta facendo impazzire.
-Colin, adesso vai dietro a Daphne? Non ti immaginavo così scontato- esclama Jackson brillo frapponendosi tra noi e dando lo spalle al fratello. È geloso? No, non può essere...
-E tu, Jackson, sei scontato?- lo stuzzico con l'aria da innocente. Sì, quella bevanda mi ha dato decisamente alla testa. -Perchè in fatto di musica lo sei...-. Lui mantiene gli occhi scurissimi nei miei, divertito e si passa la lingua sulle labbra carnose. Stiamo giocando, e chi molla per primo perde.
-Dipende da te, bambolina, mi vuoi così?-
-Dovrei?- domando portandomi il dito sulle labbra con finta aria dubbiosa.
-Sei una rompipalle, Daphne...- sussurra lui voltandomi le spalle e scomparendo nella folla. E anche se si è allontanato, non ha perso, mi ha semplicemente dimostrato quanto sono irrilevante per lui, sfidandomi sfacciatamente. Solo a quel punto mi accorgo che anche Colin se n'è andato dopo avermi apertamente minacciato.

Catastrophe-L'inizio della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora