After That Day [Maze Runner - NEWT FANFICTION]

6.Non puoi rimanere qui

-E se ti avessero tolto davvero l'immunità?-

Una domanda, milioni di possibilità. -Cazzo. Potrebbe avere senso.- Dico. -Tu e Thomas siete molto legati e WICKED lo sapeva...- Dico cercando di capire il possibile ragionamento, in caso fosse andata davvero come crediamo. -Thomas è la cura, e sapevano anche questo... Ma certo!- Esclamo euforica. 

-Thomas non si sarebbe mai consegnato da solo, aveva bisogno di un incentivo, qualcuno da vendicare oppure... Qualcuno da salvare da una morte già scritta nel copione. Loro hanno fatto in modo che venissi infettato e proprio quando Thomas stava per portarti dalla cura, tu hai avuto una crisi. Non è curioso il fatto che le luci si siano inutilmente accese all'improvviso? Certo che no, ma questo lo sapevo già. Le luci, essendo uno stimolo, risvegliano l'Eruzione e figurati se loro non erano a conoscenza di tutto questo. Per loro tu eri solo una pedina nel gioco, non ti avrebbero mai salvato. Loro lo sapevano, Newt. Sapevano che tu eri immune, ma ti hanno sacrificato lo stesso. Tu gli servivi per consegnargli la cura.- Dico sempre più stupita dall'incredibile crudeltà di quei tiranni. 

-Quindi io ho attraversato tutta questa cacchio di sploff, ho sofferto come un cane, sono quasi morto... Per poi scoprire che, se non fosse stato per quei bastardi, io ora starei benissimo? Sono senza parole.- Dice Newt inorridito. Faccio spallucce. -Ne sarebbero davvero capaci.- Dice Crane. 

Sospiro e mi risiedo, scomposta. -Siediti bene, che ti viene la scogliosi. E io quella non la curo.- Mi dice Crane con il tono da padre. Sorrido. Me lo dice sempre. -Va beeeneee.- Dico io fingendomi irritata. Lui alza gli occhi al cielo, ma non mi sfugge il sorrisetto che gli compare sul volto. Da quando sono nel mondo esterno, lui si è preso cura di me. In realtà, anche da prima. Lui è stato il mio nuovo papà. 

Newt si mette seduto a gambe incrociate, il che attira la mia attenzione proprio su di esse. Mi chiedo se gli faccia ancora male. Scaccio via i ricordi e torno a pesare al presente. Adesso Newt è con noi, ma non possiamo tenerlo qui per sempre. Deve tornare da Thomas e Minho.

-Newt, noi ti proteggeremo e cureremo, ma non puoi rimanere qui.- Pronunciare questa frase mi fa più male di quel che avevo pensato. Cosa credevo? Di poterlo tenere in una campana di cristallo, lontano dai suoi amici, e osservarlo, solo per paura del dopo? No. -Dobbiamo trovare Thomas e Minho. Posso solo immaginare che ora si trovino al Porto Sicuro, ma nient'altro. Però dobbiamo portarti lì. E' dove devi stare. Appena sarai abbastanza in salute da poter affrontare il viaggio, ci metteremo in marcia.- Dico sicura.

Newt mi osserva con i suoi occhi nocciola. -E come faremo a trovarli? Forse sono già partiti.- Sospiro. -Lo so, c'è anche questa possibilità, ma se ho qualche chance di riportarti a casa, la userò. Qui non è sicuro, non siamo certi di poter garantire la sopravvivenza a noi stessi, figurarsi anche a te. Ti ho salvato per permetterti di vivere e tornare dai tuoi amici, stare al sicuro, non per allungarti la vita di qualche settimana o mese. E vorrei ricordarti che hai l'Eruzione, io non posso guarirti, ma Thomas può. Con me potresti essere sano a malapena per sei mesi.- Gli dico seria. 

-Va bene. Quando potrò partire?- Dice rivolto a Crane. -Date le tue condizioni, almeno due settimane di riposo ti servono.- Annuisce. 

-In queste due settimane mi occuperò di farti stare in salute e farti sentire protetto, diventerai una parte integrante di questo gruppo, quindi, come nella Radura, dovrai fare la tua parte, secondo le tue possibilità. Se qui siamo ancora tutti vivi, c'è un motivo.- Lo avviso. Poi mi alzo e vado verso la porta, quando la voce di Newt mi ferma. -Aspetta! Ma tu come fai a sapere cosa facevamo nella Radura?- Mi blocco sullo stipite. -Ehm... Diciamo che me lo sono immaginata, insomma, avrete pur stabilito qualche regola, no?- Annuisce con espressione titubante, ma non fa altre domande. Vedo l'espressione preoccupata di Crane. Mi risveglio e mi decido a uscire dalla stanza, pronta a ritornare al mio lavoro.