Prologo

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È una fredda giornata di dicembre a New York, tutti i bambini schiamazzano per strada giocando con la neve: alcuni si sdraiano sull'asfalto freddo e si muovono come forsennati per creare con i loro corpi degli angeli di neve, altri invece con tanto di cappello e guanti, afferrano i fiocchi per creare delle palle e lanciarle addosso ai propri amichetti. Si sta avvicinando Natale, la festività più amata da tutte le generazioni, non solo dai bambini. È in questo periodo che gli adulti si dirigono da un negozietto all'altro per cercare i regali perfetti per la propria famiglia e tutti gli adolescenti invece fanno compere per trovare i completi adatti da indossare alla cena di natale e soprattutto al tanto atteso party di Capodanno. Anzi in realtà queste preoccupazioni non riguardano tutti, ma solo i ragazzi dell'Upper East Side. Quei tipici ragazzi dell'alta società che pensano di possedere il mondo, che tutto gli è dovuto, che tutti debbano portare loro rispetto e che pensano soprattutto di avere il potere di decidere chi sia degno di continuare a vivere e chi no.

Come stanno facendo adesso con me.

Cammino per il cornicione del tetto del mio palazzo a Brooklyn, faccio avanti e indietro controllando il blog della ragazza più popolare del college che frequento. Le mani mi tremano e le lacrime mi cadono ripetutamente bagnandomi le guance e il collo, in attesa di vedere quale altra cattiveria stia per postare su di me. Non so come e perché io sia rimasta intrigata nei loro sporchi affari e nelle loro cattiverie, ma so per certo come mettere fine a questa storia. Sposto nuovamente lo sguardo sul telefono e leggo il post appena pubblicato; non appena lo faccio mi tornano in mente tutti i loro insulti, tutti gli atti di bullismo che ho dovuto subire, tutte le umiliazioni, il silenzio forzato a cui ho dovuto sottostare, le minacce...

Chiudo le mani in un pugno infilzando le unghie dentro la carne per farmi male, cercando di farmi male. Sono stufa, stanca della mia vita e finalmente potrò mettere fine a tutte le sofferenze che porto sopra le spalle. Mi dispiace arrendermi, ma non è colpa mia, no...è colpa loro. È solo colpa loro e delle loro famiglie...

Dopo alcuni minuti mi fermo e faccio un passo avanti per guardare di sotto, all'inizio il cuore mi sale in gola, ma poi comprendo che sia l'unico modo, l'unica soluzione. Spero solo che lo spessore della neve attutisca un po' il colpo. Sporgo il piede destro lasciandolo sospeso in aria e faccio un respiro profondo, con ancora il telefono in mano aperto sul blog, pronta per saltare di sotto

<<Scusami mamma, scusa sorellina, mi arrendo>>.

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Buongiorno lettori! La storia che sto iniziando a pubblicare, anche se all'apparenza non sembra, è un genere diverso da ciò che scrivo solitamente, ma credo proprio che possa piacervi! Datele una possibilità, chissà...potrebbe tenervi incollati a Wattpad più di quello che pensate. Spero che il prologo vi abbia incuriosito. I prossimi capitoli usciranno nei prossimi giorni! A presto. 

Tempter (IN CORSO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora