Capitolo 6

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                                                                                       IAN/ICE

Dopo il teatrino a cui ho partecipato, mi sono reso conto che mostrandomi antipatico davanti a Taylor non mi farà sicuramente acquisire punti e di conseguenza non riuscirò mai a vincere la scommessa con gli altri. Ed ecco il motivo per cui ho deciso di invitarla ad uscire, il motivo per cui appena arrivati mi affretto a scendere dalla macchina e ad aprire lo sportello del suo lato. La devo stupire, deve credere che mi voglia redimere nei suoi confronti, deve innamorarsi di me.

<<Riesco ad uscire da una macchina anche da sola>> commenta chiudendo lo sportello <<...ma dimmi un po' perché mi hai fatto uscire da casa alle 18:00 se dobbiamo solo cenare?>>

<<Quello risponde alla tua domanda?>> Chiedo indicando uno spiazzale dove, parcheggiato, si trova il jet privato della mia famiglia

Taylor sgrana gli occhi stupita per poi guardarmi

<<Tu...tu sei pazzo, hai affittato un jet privato?>>

<<E' della mia famiglia e non è un semplice jet privato, ma un Embraer Phenom 300>> rispondo sorridendo <<Che ne dici di vedere l'Upper East Side dall'alto?>>

<< E me lo chiedi?!>> esclama per poi correggersi subito dopo <<Cioè, volevo dire...non penso di avere altra scelta>>

<<No infatti non ne hai, ma Taylor... non fare finta di non essere emozionata>>

<<Perché? Lo sono tutte vero?>>

<<Tutte?>> Chiedo incerto

<<Non fingere che io sia la prima che porti a fare un giro sul tuo aereo privato>>

<<E se ti dico che è così?>>

Ovviamente è una bugia bella e buona, sono stato con più di venti tipe lì sopra e devo dire che abbiamo anche reso i voli piuttosto turbolenti, ma le ragazze muoiono dal desiderio di sentirsi dire di avere il primato in qualcosa ed è quello che le farò credere.

<<Non ci crederei>> risponde secca

<<Allora non lo farò, ma sappi che è così, andiamo?>>

Annuisce iniziando a incamminarsi verso il jet con me al suo fianco. Una volta entrata non riesce a credere ai suoi occhi. Lo noto da come guarda ogni piccolo dettaglio: il pavimento interamente ricoperto da un tappeto grigio, il mobile di legno scuro con sopra una televisione abbastanza grande e di fronte un divano bianco a tre posti con dei cuscini grigi. Sembra una bambina in un negozio di giocattoli.

<<Che ne dici?>> Domando sorridendo, fiero di esserne il proprietario e di essere riuscito a stupirla

<<Beh non c'è nulla da dire, è magnifico>> ammette senza giri di parole

<<Andiamo nei posti di comando?>>

<<Oh possiamo?>>

<<Certo vieni>> la prendo per mano ignorando la sua rigidità e la conduco verso il centro di controllo dove si trova il pilota: Fred, un uomo anziano con i capelli bianchi e gli occhi castani che ha servito me e la mia famiglia da quando sono nato. Un uomo davvero cordiale e diligente nel suo lavoro. Ricordo ancora quante volte, dopo aver litigato con i miei genitori da piccolo, mi facevo accompagnare a casa sua e volavamo per ore e ore, solo noi due. Da allora è nata in me la passione per i velivoli.

Tempter (IN CORSO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora