Prologo: Hey Girl (Giorgia)

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Hey, girl, with your head in the clouds
I wanna love you, I wanna love you
Hey, girl, I'm tryin' to figure you out
I wanna know you, I wanna know you

«Ti piacciono?» mi chiede, speranzosa, mia madre. Cioè colei che ha completamente cambiato e scombinato tutti i miei piani di avere un taglio di capelli decente. Con le mani mi tasto le spalle, sperando che non abbia tagliato così tanto. Ma, invece di trovarci le punte, non trovo niente.
Incredula, mi alzo — cercando di non fare un casino con i residui che sono sulla mantellina — e vado a controllarli allo specchio, e mi ritrovo con una quindicina di centimetri di capelli in meno. Cavolo, poteva contenersi un pochino!
«Non sono un po' corti?» le chiedo, cercando di trattenermi.

Ora, vi starete chiedendo, ma che problemi hai? Sono solo un po' di capelli in meno!
E, invece, per me significa tanto.
Con dei capelli così corti, non potendoli legare, sono costretta a doverli tenere sciolti: fin qui, il ragionamento fila. Ma, con i capelli che ho io, vuol dire che torneranno a prendermi in giro; un motivo in più per tutti quelli che mi ridono in faccia, all'entrata di scuola. Avere i capelli estremamente ricci e crespi, unito ad avere la pelle fastidiosamente secca, vuol dire che tutti mi guarderanno, e penseranno, “ma che si è fumata questa, per farsi un taglio del genere? Con quale coraggio si fa vedere ancora in giro?”

Sì, mi faccio un sacco di paranoie.

Fatto sta che, la mattina dopo, ho iniziato a seguire tutti i consigli idioti possibili presi da Pinterest: umidiscili ogni mattina per pettinarli, usa prodotti appositi, usa balsamo, shampoo e maschera quando li lavi... Ma ero troppo determinata a cercare di evitare di farmi prendere nuovamente in giro dagli altri — e di rimanerci male. Forse questo può essere inteso anche come sinonimo di egocentrismo, fatto sta che ero troppo concentrata su di me e su come apparivo, per pensarci.
Dopo diversi scleri che ho esternato anche ad una mia amica, che continuava a dirmi “non è vero, ci stai bene!” (e io mentalmente le rispondevo “ma non penso proprio!”), mi sono decisa e sono uscita di casa.
Avevo paura persino di scendere dalla macchina (sì, a diciotto anni ancora mi accompagna mia madre, a scuola) e di essere notata da gente che conoscevo. Mi sono idioticamente coperta la testa con il cappuccio della felpa ma, beh, era anche abbastanza inutile, visto che poi me lo son dovuto abbassare per entrare a scuola.

La classe l'ha presa abbastanza bene, dai, pensavo peggio. Anche se, probabilmente, il loro pensiero lo tenevano per sé.
Un mio compagno mi ha persino detto, urlando, che “era ora, menomale!”, visto che li ho sempre portati legati per "nasconderli" dalla vista (e dal giudizio) degli altri.

✣✣✣

Piano piano, mi sono abituata a farmi vedere così. Ho comprato sempre più prodotti per capelli, e più mollette e mollettoni per portarli decentemente.
Da quando li porto sciolti, però, non ho sicuramente avuto un aumento di attenzioni da parte di qualcuno, quindi niente glow up o roba del genere.

Stava diventando una malattia, e ne ero consapevole.

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