5: Because Of You (Dario)

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I like your curls, and I like your eyes
I look up at you and just see the sky
Through streetlights, I danced
With my heaven at night

Io so quello che pensi di te. E secondo me, è completamente sbagliato.
Sei la ragazza più bella che io abbia mai visto in vita mia.
(non voglio sembrare un maniaco, lo giuro)
Se volessi fare la pazzia di uscire con me, questo è il mio numero: ”

Ce lo scrivo, piego il biglietto e vado alla ricerca della rappresentante d'istituto, così che possa darglielo.
Onestamente, mi sento un po' un idiota.
Probabilmente, lo butterà e basta, senza neanche leggerlo. O forse, ci butterà un occhio, e mi prenderà in giro a vita (sì, secondo me già sa che le manderò un biglietto; poi, genio come sono, sta tutto nella canzone iniziale, il segreto).
A scuola, hanno deciso di organizzare questa mezza buffonata di mandare i biglietti a San Valentino.
Visto che è domani, io me lo sono preparato.
È imbarazzante, sapere che comunque le arriverà.
Molto imbarazzante.
Il fatto è che non ho il coraggio di dirglielo in faccia, per questo mi sono deciso a farlo.
I miei compagni non devono saperne niente, sennò son cavoli. Se proprio dovessero scoprirlo, gli dirò che è per un'altra ragazza.
In effetti, non le avevo mai dato il mio numero; non me l'ha mai chiesto, e quando ho provato a chiederglielo io, mi è sembrata abbastanza a disagio.
Mi ha detto che è perché una volta, aveva dato il suo numero a una ragazza della sua scuola, e lei qualche mese dopo le aveva mandato dei messaggi in cui la prendeva in giro. E quindi ora ripone molta meno fiducia nella gente che glielo chiede. Non che non si fidi di me, sia chiaro. Però ha preso questa “precauzione”, quindi eccomi qua, a darle il mio.
Domani sarà il giorno più brutto della mia vita, mi sa. Che ansia.

✣✣✣

È arrivato il fatidico giorno.
Oggi Mario non c'è, a scuola, il che vuol dire che forse staremo un po' più tranquilli. Ha detto che usciva con la sua ragazza.
Ultimamente, il nostro rapporto è diventato molto più teso.
Continuo a sentire frecciatine rivolte a me, mentre parla con gli altri. E, quando cerco solo di dargli una mano, mi scansa dicendomi di farmi gli affari miei.
Il mese scorso, ha insultato Kafele, durante l'assemblea di classe: gli ha buttato la peggio merda addosso e, per farli calmare, li abbiamo dovuti separare.
Io ho provato a farlo ragionare, ma ha attaccato anche me e il resto della classe, e poi è uscito da solo dall'aula, sbattendo la porta.
Con quell'episodio, si è beccato una nota disciplinare, e continua a rischiare di non essere ammesso agli esami.

«Avevo delle amiche qui, ma forse non stiamo sulla stessa lunghezza d'onda. Ultimamente, non fanno altro che vivere nel loro mondo, ignorandomi completamente. Ma, del resto, qua dentro Giorgia esiste solo quando ti servono gli appunti, i compiti fatti o per copiare alle verifiche. E loro sono troppo “come gli altri” e vogliono comportarsi in quel modo. Non condividiamo gli stessi valori, tutto qui»

Questa risposta mi torna in mente, mentre ci penso.
Forse effettivamente siamo soltanto due persone che si sopportano a vicenda.
Non lo so, ci devo pensare.

✣✣✣

È ricreazione.
Scendo velocemente le scale (mannaggia a me e a quando l'ho fatto), mi faccio strada tra la folla di ragazzi riunita davanti le macchinette e mi faccio i soliti cinque piani, per arrivare in classe di Giorgia.
Certo, forse qualcosa potrei prenderglielo...

Ma poi rifiuterebbe sicuramente. Lasciamo stare, va.

«Come mai sempre qui, ultimamente?»
Quasi salto, al sentire questa domanda.
È la professoressa di inglese.

Ma i cavoli suoi, mai?

Le dico che cerco una persona, e lei mi lascia entrare, mentre ride.
Anche io sto ridendo, ma dall'imbarazzo.
E se non lo avesse ancora ricevuto? E se glielo danno mentre sono qui?
Cerco di scacciare questi pensieri, e vado verso il suo banco.
Oggi è più bella del solito, cavolo.
E se dovesse uscire con qualcuno? Impossibile, me ne avrebbe parlato... Vero?

«Smettila di farti filmini mentali, e torna sulla terra» dice, abbastanza seccata dalla situazione. Devo esserle sembrato un idiota, come al solito.
«Beh... Come va?» si vede che sono nervoso?
«Tutto a posto?» mi chiede lei, mentre mi guarda preoccupata e con un sopracciglio inarcato.
«Credo di sì...? Senti, ti hanno mandato dei biglietti?» le chiedo. Troppo diretto. Ma sono un fascio di nervi, e non riesco proprio a inventarmi scuse, oggi.
«Oh sì, uno mi ha mandato una cosa strana. Il testo di una canzone e il suo numero. Tipo strano, ci ha scritto pure che non vuole sembrare un maniaco!» dice, mentre ride per quest'ultima frase.
Ha uno sguardo strano.
Forse ha già capito chi è.
«E tu, hai idea di chi sia?»
«Penso di sì»
Cazzo.
Colpito e affondato, come si suol dire.
Beh, io mi sono presentato perché sennò si sarebbe capito subito che l'avevo scritto io. Però mi sto fregando con le mie stesse mani.
Dannazione.
«E, così giusto per, hai intenzione di rispondergli?» cerco di sembrare il più naturale possibile. Ma non mi riesce troppo bene, mi sa.
«Sì, ma in privato» di colpo, ha abbassato la voce.
Mi ha beccato.

Continua, nel frattempo, a mangiare la sua frutta secca; la sposta più al centro del banco, e mi chiede se ne voglio un po'. Accetto di buon grado, e ora c'è solo il rumore degli altri che sono in classe.

Non sembra contenta.
Lo sapevo, non le interesso.

Si alza, per buttare la carta, e poi mi guarda come a dire “usciamo fuori e risolviamola subito”.
Sento il cuore battermi fino in gola.

«Senti, » inizia lei «io capisco tutto, ma...» si morde una guancia, mentre pesa le parole «non sono molto sicura di quello che provo, tutto qui. Vorrei solo... Conoscerti ancora meglio, okay?»
Non so cosa risponderle.
Allora forse ce l'ho, una speranza.
O forse sta soltanto dicendo in modo molto educato che non gliene importa niente.
Suona la campanella. Devo sbrigarmi a tornare in classe.
«Beh, ci si rivede... E grazie per il numero. Così forse diventa tutto più facile» dice, mentre sfoggia un sorriso teso. Certo, dev'essere difficile anche dire questo.
Torno in classe con il cuore un po' più leggero. Ho ancora una possibilità.

Appena entro, mi ritrovo un biglietto sul banco. Sicuramente non è da parte di Giorgia.
Lo apro, e non posso veramente crederci.
“Buon San Valentino al frocio più schifoso della scuola.
È inutile che fingi di essere innamorato della giraffa della quinta commerciale, rimani sempre un succhia-cazzi.
Mi dispiace per il tipo con cui condividi il banco, poverino, chissà cosa è costretto a vedere ogni giorno.
- da qualcuno che non vede l'ora di non vederti mai più”
Tiro un sospiro, e lo ri-appallottolo. Lo stringo in un pugno, mentre cerco di non pensarci, ma mi risulta difficile.
Scopriamo che il professore di matematica è assente, e che arriverà un supplente.
Spero di non venire a conoscenza di chi sia l'autore di questo coso.
Se era uno scherzo, non era divertente.
Ci ho passato la vita, a sentirmelo dire, e nessuno ha mai creduto il contrario.
Per una volta che andava tutto bene...
Arriva il supplente, e ci fa fare quello che ci pare.
Accendo il telefono, giocando a qualcosa di idiota, per non pensarci. E poi mi arriva un messaggio da un numero non salvato:
“Ehilà :)
Sono Giorgia
Spero di non disturbare, ahah
Giustamente, quella con il supplente in classe sono io, non tu
E niente
Giusto per farti sapere che non è nessun losco individuo ٩(^ᗜ^ )و ´- ”

Carina.

Le rispondo che non deve preoccuparsi, e che siamo nella stessa situazione.
E le dico anche del “bel” biglietto che mi hanno mandato. Ci penso bene, e mi rendo conto, rileggendolo, che riconosco la grafia.

È quella di Mario.

Easy on my EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora