Georgia, wrap me up in all your-
I want you in my arms
Oh, let me hold you
I'll never let you go again like I did
Oh, I used to say"I would never fall in love again until I found her"
I said, "I would never fall unless it's you I fall into"
I was lost within the darkness, but then I found her
I found youChe ansia.
Devo aspettare una mezz'oretta, prima di poter dare il mio esame orale. Sono la terza di quattro, della mia classe.
Ho mangiato due banane e ho bevuto un litro di camomilla, stamattina, ma non posso fare a meno di pizzicarmi il braccio, in preda al nervosismo.
Sicuramente andrà male.
Me lo sento.
Cerco di pensare ad altro, ma non ci riesco.Dario è seduto dietro di me.
Non so perché ho acconsentito all'idea di andare ognuno all'esame dell'altro, ma ora come mai penso che sia stata un'idiozia.
Adesso vedrà come sbaglio tutto.
Sospiro.
Hanno chiamato il ragazzo prima di me.
Ancora un quarto d'ora.Le vocine dentro la mia testa, che mi dicono che sono andati tutti bene, finora, mi impediscono di sentire il mio nome.
Per fortuna, mi rendo conto abbastanza in fretta che è tornato al suo posto.
Tutti che mi augurano "buona fortuna", sussurrandolo.
Non capiscono che è così che mi sale ancora di più l'ansia?✣✣✣
Usciamo tutti dall'aula, sollevati.
Io sono ancora un po' in ansia, perché hanno detto che "ci penseranno" e poi saprò che voto mi daranno.
È inutile che i miei professori intercedano per me.
Ho fatto una figuraccia, e gli ho pianto in faccia.
Come se non sapessi niente, come se non avessi studiato giorno e notte.
Come se non avessi fatto nulla, durante l'anno.
Non sarò mai come mio fratello, l'orgoglio della famiglia, uscito con cento.
È già tanto se mi danno ottanta.
Non so come, onestamente, ho preso il massimo in entrambi gli scritti; credo che è già tanto se lo valutano come uno, quell'esame.
Non sono proprio dell'umore, per uscire con gli altri; nemmeno solo con Dario, però mi costringo a farmi portare da qualche parte, purché mi distragga.Andiamo a prendere l'autobus (non volevo morire proprio il giorno degli orari), per andare in un parco lì vicino; prima passiamo a prenderci qualcosa da mangiare.
Fa un caldo boia.
Per fortuna, all'ombra si sta quasi bene.
Il tempo di sederci e di mangiare, che mi torna in mente quello che è successo poco prima.
Cerco di ricacciare dentro le lacrime, e Dario mi abbraccia.
Tanto, pure se fosse, saprò il voto quando avranno finito tutti. Meglio non farsene una malattia.
Appena mi sono data una calmata, decidiamo di farci una passeggiata, per vedere il resto del parco. Prima, però, apro l'applicazione della fotocamera, e mi sistemo i capelli.
Oggi sono veramente crespi.
«Guarda, che a me non importa»
Mi giro verso di lui.
«Okay, a te non potrà pure importare, ma a me sì. Sento costantemente gli occhi della gente addosso.»
«Ma non fartene un problema! E poi, figurati se alla gente gli frega qualcosa: insomma, se io e te stiamo uscendo insieme, quanto ti importerà di vedere gli altri? Penso poco. Stessa cosa per loro.» dice, alzando le spalle. Sembra una cosa ovvia, ma non credo mi capisca. Passare la propria vita a sentirsi insultare per il proprio aspetto fisico è umiliante, perché non lo hai deciso tu.
Sospiro, e gli do ragione.
«E poi, per me sei carina pure coi capelli per aria»
Lo guardo, come a dire "come, prego?!".Ah, è una lotta persa.
Mi alzo, e iniziamo la passeggiata.
Mentre camminiamo, gli parlo un po' di questa situazione: sì, insomma, è da quando che sono piccola che mi dicono che ho i capelli che sembrano un cespuglio, che somiglio a una giraffa...
Quando ero alle medie, ho cominciato a detestare chiunque avessi intorno.
Non facevano altro che ridermi addosso e farmi scherzi di dubbio gusto.
Alle superiori, la situazione non è cambiata poi molto.
Più crescevo, meno mi fidavo della gente. E ci ho messo tanto per fidarmi di Dario (anche se, in realtà, non è che mi fidi ciecamente di lui), quando sembra una brava persona. Ce ne fossero, di persone come lui.Ora sembra meno preoccupato.
Ieri, anche lui era un fascio di nervi, ma se l'è cavata.
Non pensavo fosse così "secchione", però ogni cosa che gli chiedevano la spiegava, e anche bene. E si sentiva, che gli piaceva l'argomento di cui stava parlando.
Io, invece, non sono riuscita a fare nessuna di queste cose.
Ma, ormai, è andata.Decidiamo di fermarci, per guardarci un po' intorno. Poco più in fondo, al sole, c'è un laghetto molto carino, dentro ci sguazza qualche papera e c'è un bambino che sta dando loro un po' di pane.
«Sai, vorrei regalarti una cosa»
Sposto lo sguardo dallo stagno, e guardo Dario, che sembra più serio di prima.
Ha una scatola rettangolare, in mano.
Me la passa, e cerco di capire cos'è, senza aprirla. Sembra una custodia di un disco.
«E aprilo, vuoi tenertelo impacchettato per sempre?» dice, impaziente.
Scarto il pacchetto. È effettivamente un DVD.
"La forma della voce", è il titolo del film.
«Non posso chiederti subito se ti piace, però quando ho scoperto la sua esistenza e ho letto la trama, ho pensato un po' a te.
E so che non ti piacciono i regali. Ma questo accettalo»
Non posso fare a meno di ringraziarlo per il regalo, anche se non ho capito perché proprio oggi. Ma non importa. Me lo guarderò sicuramente, non tanto perché me l'ha regalato lui (beh, pure), quanto perché voglio sapere cosa intende col fatto che "mi somiglia".
«E ora? Se me lo avessi detto prima, ci avrei pensato anche io!» rispondo, offesa. Mi dispiace che sia l'unica che ha ricevuto qualcosa, manco fosse il mio compleanno.
«L'unico regalo che accetto è quello di continuare a essere qualcosa per te»Olè.
Non penso di aver mai sorriso in questo modo, ma mi sento proprio una scema.
E anche un'insensibile.
«Vedi, a proposito di questo: io non so se per "qualcosa" intendi che vuoi che io diventi la tua ragazza (considerando il biglietto a San Valentino), ma non so quanto ci potremo vedere, ecco. Anche se i miei non sono poi così favorevoli, se riesco a farmi prendere da qualche parte, io pensavo di andare all'università. E Scienze Agrarie non c'è, qui.
La mia prima opzione sarebbe Pisa e, beh, tornerei a casa ogni tanto, nei fine settimana e forse durante le vacanze.
Io anche vorrei continuare ad essere qualcosa per te, però... Non so se riesco a mantenere una relazione a distanza»
Appena cito la mia decisione di fare la fuori-sede, si rabbuia un po'.Ecco, ora vorrà troncare i rapporti.
Invece, non l'avrei mai detto, mi dice, con un gran sorriso:
«Hey, è anche giusto che segua il tuo sogno, no? Io starò sempre qui, e se ne hai bisogno, ci sono.
E poi, scusa, ma dopo la laurea non hai intenzione di tornare? Io ti aspetterò.
Vedi di non metterci troppo, però, eh!»
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Easy on my Eyes
RomancePuò un semplice taglio di capelli diventare una vera e propria malattia? Può una persona farsi tutti questi problemi per una cosa del genere, pensando che tutti ora la prenderanno in giro? Non potrà mai essere completamente così, vero...? ♫ Easy on...