1: See The Light (Dario)

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She went wild and wild
In my heart, a burning flame
I thought it couldn't change
Her mind and mine

Love was such a scary thing
You didn't wanna fall
Didn't want you at all

Uno schiaffo.
Un rimbalzo.

Sbatto nuovamente il pallone a terra.

Inspira...
... Espira.

Alzo lo sguardo, verso l'altra metà del campo: studio velocemente la seconda linea, in cerca di una falla; una ragazza sembra abbastanza concentrata, ma non pronta.
Mi alzo la palla; sollevo il braccio sinistro, e lo sposto verso il mio obiettivo; carico la spalla destra; appena pochi secondi, e schiaccio con tutta la potenza che ho.

Ho sempre pensato che la pallavolo fosse un bel modo di sfogarsi, in fondo.

La ragazza non riesce a prenderla. È un ace.

Eseguo lo stesso rituale, ma nella foga del punto precedente sbaglio leggermente la mira, e la palla viene prontamente ricevuta da un'altra ragazza. Lo spilungone al centro alza la palla, e un altro suo compagno schiaccia.
In quel momento, la mia battuta era l'unico modo per spezzare il loro vantaggio; ma abbiamo perso l'occasione.

I giocatori dell'altra squadra girano, e in battuta c'è il ragazzo che prima ha segnato.
Fa un potentissimo servizio in salto, ma che va fuori.

Battiamo noi, la ricevono, la palla arriva alla ragazza. Uno dei nostri salta, per murarla; ma lei già l'aveva capito, e vince la battaglia aerea tra i due con un pallonetto che mette in tilt la nostra (cioè, sostanzialmente, la mia) ricezione.

Adesso c'è quella sottospecie di palo della luce, a battere. Anche lui fa un servizio in salto, che però non riusciamo a ricevere per un paio di volte; dopodiché, riesco finalmente a buttarmi e a prenderla. Non so perché, ma alzano a me, e non posso proprio fare a meno di schiacciare. Piego le gambe, salto, carico, schiaccio. Una bella parallela, e avremmo portato in casa la vittoria... Ma mi sono dovuto ricredere. Qualche secondo dopo, sento uno schiocco provenire dall'altra parte della rete: la ragazza che prima aveva ricevuto la mia battuta, mi ha murato l'attacco.
Non la vedo in faccia, perché in quel momento è occupata a girarsi per andare a battere; ma non ho mai visto niente di simile, dal vivo. Gira la testa verso un compagno che le sta passando la palla, e mi guarda con la coda dell'occhio — oh, se sono sicuro che mi abbia pugnalato con quello sguardo.

Sbatte due volte il pallone a terra, poi se lo rigira tra le mani. Ci sta studiando. Anzi, ci ha studiato per tutta la partita. E ora, sa cosa fare.
Devo dire che, però, mi sarei immaginato un qualche servizio strano e potentissimo; invece, mi stupisce il fatto che batta dal basso. E la cosa che mi fa rodere di più, è che fa pure punto. La palla sembrava catapultata verso di noi; e uno dei miei compagni non è riuscito a riceverla.

Di nuovo palla a lei.

La guarda, e probabilmente avrà pensato: “facciamola finita presto”.

Fa oscillare il braccio e le gambe, poi il pugno chiuso finisce sul pallone; quel meteorite mi finisce a qualche centimetro da me, e lo ricevo — non senza notare la forza che ci abbia messo, il che per una così gracile sembra una contraddizione. Ma ho sbagliato, e la palla finisce contro il muro della palestra, senza nemmeno essere stata alzata da nessuno.

Hanno vinto.

✣✣✣

Mentre mi cambio nello spogliatoio, continuo a pensare a quella battuta e a quel muro: di certo, non può averli fatti così a caso, deve avere una qualche esperienza in campo alle spalle.
Sono tentato di chiederlo ai suoi compagni di classe, ma poi probabilmente passerei per uno scemo innamorato — o fissato con la pallavolo, sia chiaro.
Mi metto una maglietta che sia consona al luogo scolastico ed esco per riprendermi il telefono, che era poggiato sul banco che sta nel corridoio.

È di nuovo lei.

Si riprende il suo cellulare, prende una scatola arancione e si leva da davanti. Dalla scatola escono un paio di occhiali da vista, che si mette.

È più carina, con gli occhiali.

Non ho idea del perché lo stia pensando, ma non ho intenzione di ragionarci su oltre: mi aspetta una noiosissima ora di inglese e quella, se non ci vede in classe, ci sgozza.

Appena mi siedo, però, mi balena in testa l'idea di “andarla a trovare”, a ricreazione, ma scaccio via il pensiero, e cerco (invano) di concentrarmi sulla lezione.

✣✣✣

Quella stronza mi ha messo un tre completamente a caso. Siccome se l'è fatte girare, ha deciso di controllare chi avesse o meno fatto i compiti: il mio compagno di banco non li aveva fatti, mentre io, conoscendola, sì. Sono più che determinato a cercarla, per farmelo levare.

Appena entra il professore di italiano, gli chiedo se posso andare a cercarla, e lui mi dice che ora ha lezione in quinta commerciale.

Perfetto.

Che coincidenza, eh? È proprio la classe che ci ha sconfitto a pallavolo, due ore fa.

Mi faccio tre piani a scendere e cinque a salire e, appena arrivato, mi sento veramente stremato.
Mi domando come Kafele riesca a farseli ogni ricreazione, per stare con delle sue amiche.

Busso alla porta, e appena ricevo il permesso, entro in classe.

Silenzio tombale.

La professoressa rompe il silenzio, chiedendomi il perché sia qui. Le rispondo che quel voto non era il mio, con il tono più affranto possibile, per farle pietà, e lei mi rassicura che me lo leverà (con la memoria che ha, le ho creduto poco). Poi, volubile come è, cambia idea, fa qualche impiccio con il registro elettronico e lo fa subito. Nel mentre, non posso fare a meno di guardare gli altri: chi sta ridendo, chi si è completamente distratto e sta chiacchierando o sta usando il telefono, chi semplicemente guarda la scena con un'espressione indecifrabile.
Giorgia (mi pare si chiami così) rientra in quest'ultimo caso. Sembra abbastanza esasperata, ma non so se per il fatto che abbia interrotto la lezione, o se perché la professoressa è veramente impedita ad usare il computer. Eppure, non è così vecchia.
Appena finisce, la ringrazio, ci salutiamo e torno in classe, trionfante.

Oh, my, my, oh, my, my, my
Oh, my, my, my

Oh, my, my, oh, my, my, my
Now, don't think twice
Hold me up until you see the darkness
That I couldn't find lying by your side
Hold me up until you see the light

Oh-oh-oh, oh
Oh-oh-oh, ooh-ooh-ooh
Ooh-ooh, ooh-ooh

Oh, my, my, oh, my, my, my
Oh, my, my, my
Hey!

Easy on my EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora