"Per sicurezza dubito di tutto"
CartesioDopo aver lasciato mia sorella davanti alla metropolitana scrissi velocemente un messaggio a Marco, il mio migliore amico, dicendogli di raggiungermi a piazza dei mirti, il posto dove ci incontravamo sempre.
Presi il casco in policarbonato che avevo dato a Valeria e me lo infilai, abbassai la visiera, azionai il motore e partii. Andai veloce, veloce, veloce, sempre più veloce. Adoravo correre sulla mia Harley davinson night ster, andare veloce mi faceva sentire l'adrenalina.
L'alcol, la mia moto , la musica e le donne mi facevano sentire vivo.
Mi destai dai miei pensieri ed impannai, abbassai il braccio per sentire il freddo dell'asfalto sotto la pelle nera dei guanti. Tornai a guidare normalmente e accelerai per l'ennesima volta.
Dovevo distrarmi. Non potevo pensare.
Arrivai in piazza e vidi che Marco era appoggiato con un piede su un palo della luce e con una mano stava armeggiando con il telefono,probabilmente stava decidendo la melodia del suo nuovo pezzo che aveva deciso di chiamare "nuvole". Poco distante da lui vidi la sua Ducati blu elettrica.
Mi avvicinai a lui e gli tolsi una cuffietta dall'orecchio e la infilai nel mio. Marco bloccò la canzone ed io gli dissi:
<<che stai aspettando a farla partire? >>
Azionò il tasto per far partire la canzone ed il ritmo mi entrò velocemente in testa e dopo pochi istanti sorrisi e realizzai che Marco aveva deciso di inserire il giro di chitarra che gli avevo consigliato.
A tre anni per la prima volta mia madre mi mise le mani su una chitarra elettrica e da lì me ne innamorai.
Era un giro di chitarra piuttosto carino, o meglio a me piaceva molto.
La canzone finalmente iniziò ed ascoltai con minuzia il testo:
<<Dentro di me ci sono mostri, ombre che non lasciano stare,
Sussurrano parole dure, difficile da ignorare.
Ogni giorno una battaglia, tra luce e oscurità, E la rabbia cresce dentro, come un fuoco che non si spegnerà.>>Quelle parole risvegliarono qualcosa in me ma non mi lasciai scalfire. Ero troppo freddo per poter soffrire.
<<Le loro voci sono forti, più di quanto vorrei, Mi spingono al limite, e non so più chi sei.
Cerco una via d'uscita, una luce in questo buio, Ma ogni passo che faccio, sembra solo un altro trucco.>>Nella mia testa convivevano tanti mostri, da un lato li odiavo perché mi stavano logorando dall'altro lato invece essi stessi mi permettevano di essere immune a qualsiasi tipo di dolore.
<<Come un uragano, devastano il mio cuore, Non c'è riposo, solo dolore.
Mi chiedo se c'è speranza, se potrò mai guarire, O se i mostri dentro me, continueranno a farmi impazzire.>>Marco notò la mia espressione apatica e stoppò la canzone.
Gli riconsegnai la cuffietta e gli chiesi:<<Ho promesso a Valeria che la vado a riprendere io a scuola, tu potresti andare a prendere Ale? >>
Alessandro era il mio fratello minore, nonché artista della famiglia infatti frequentava un liceo artistico a Cinecittà.
<<Tranquillo mi ero già sentito con Alessandro e gli avevo detto che lo andavo a prendere io>>
Iniziammo a camminare in direzione di un bar dove ordinammo due caffè.
Ci sedemmo ad un tavolo piuttosto stretto e Marco mi chiese:
<<Martì che c'hai? So mesi che io ed i tuoi fratelli ti vediamo così, rivogliamo indietro il vero Martino Guardiano>>
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i ragazzi di nessuno
ChickLitIn un mondo in cui ormai i ragazzi vengono classificati in base ai soldi e non ai sogni, sei ragazzi cercheranno di abbattere un muro formato da mattoni di pregiudizi tramite la musica incontrandosi tutti i giorni al così detto palazzaccio. Tra prim...