odissea-pov Martino

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"I mostri sono reali ed anche i fantasmi lo sono.
Loro vivono dentro di noi...e a volte vincono"
Stephen king

Nell'Odissea Omero scrisse: "Così hanno decretato gli dei, che nel perdersi ciascuno possa ritrovare se stesso" ma io da quel maledetto 17 settembre m'ero perso e non m'ero più ritrovato.

Ogni notte la mia mente mi obbligava a rivivere quel giorno e tutto ciò mi obbligava a pensare a cosa avevo sbagliato, a cosa avrei potuto fare per salvarla quando in realtà lei era troppo debole per essere salvata.

La odiavo, la odiavo non solo per aver lasciato da solo me, la odiavo per aver abbandonato i miei fratelli, la odiavo perché se avesse provato a smettere ce l'avrebbe fatta ma lei era troppo cattiva per pensare anche a noi, le importava solo di se stessa.

Chissà se dalle fiamme dell'inferno ogni tanto ci guardava, chissà se si era pentita di averci lasciati soli dentro una casa popolare.

*
Mi svegliai madido di sudore, era inevitabile oramai avere gli incubi. Ero diventato un fantasma, quel dolore mi stava lacerando da dentro.

Contro voglia mi misi seduto sul letto e guardai lo specchio di fronte a me, ero irriconoscibile: i il mio ciuffo castano aveva perso lucentezza, gli occhi erano vuoti e sotto di loro si trovavano due occhiaie violacee molto visibili, le diciassette cicatrici che componevano il mio braccio destro come un mosaico sembravano bruciare più del solito. Ero stanco, e non solo fisicamente.

Mi rimisi steso e mi girai a favore delle finestre dando le spalle alla porta. Neanche il tempo di chiudere gli occhi che sentii la manopola della porta girarsi e Valeria, mia sorella, fece capolinea sulla porta, con tono di rimprovero mi disse:
"Martino anche stanotte hai urlato in preda agl'incubi, sicuro di non voler parlare con uno psicologo? Ho messo qualche soldo da parte, se vuoi te lo posso pagare io"
mi girai e la guardai, aveva un' espressione molto preoccupata.

Durante la notte urlavo e mi dimenavo e i miei fratelli, Valeria e Alessandro, ogni volta che mi sentivano si avvicinavano al mio letto e mi prendevano per mano, erano la mia ancora di salvezza. Era diventato difficile vivere facendo finta di nulla,era diventato difficile non fumare,era diventato difficile vivere con quel peso nel petto.

Mi alzai e abbracciai mia sorella, successivamente mi staccai da lei e le lasciai un bacio sulla guancia e con voce tranquilla le dissi:
"Valeria non ti preoccupare sto bene, dammi solo un po' di tempo" ;lei mi guardò come a dirmi che lo sapeva che non stavo bene ma, nel profondo del mio cuore, speravo di potercela fare da solo.

Spazio autrice:
Ragazzi/e vi è piaciuto il capitolo? Finalmente avete conosciuto Martino! Vi sta simpatico? domani ci sarà un doppio aggiornamento, mi raccomando lasciate una stellina se vi piace la storia, per noi autrici è importantissimo! Se vi va potete scrivermi su IG (_girllovebookboy_) . Ci vediamo domani ❤️🎧💿

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