Capitolo 7♡

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Una mano mi stringeva, era una presa salda, indivisibile.

Io e mia sorella ci stavamo tenendo per mano accovacciate sotto al tavolo della cucina.

La  porta era chiusa a chiave, ma le le urla provenienti dalla camera da letto erano udibili comunque.

Bottiglie si infrangevano sul pavimento, poi si udì un qualcuno cadere a terra. E poi la casa piombò nel silenzio assoluto.

PRESENTE

Elisabeth

Uscì da scuola frastornata dalle urla degli altri studenti. Le ultime ore erano state stancanti e necessitavo di un po di riposo.

Mi diressi verso il cancello e  una volta uscita feci per girare a destra, fin quando il clacson di una macchina non mi fece sussultare.
Giusto Austen! Pensai
Così  girai la testa e mi diressi verso la macchina che aveva appena accostato a qualche metro da me.  Era una Audi nero opaco e sembrava nuova di zecca.

Mi diressi verso la portiera e la aprì.

<<ciao Beth!>> mi salutò il rosso spostando i suoi occhi dallo specchietto retrovisore a me.

<<ciao Austen>> ricambiai il saluto mentre entravo nella automobile e mi sedevo. Mentre Austen armeggiava con il motore e l'infinità di comandi presenti nella Audi, io ne approffotai per osservare più nel dettaglio gli interni.

La macchina era molto spaziosa, o per lo meno lo era per i miei standard. Infatti rispetto alla vecchia 500 di mio padre quella sembrava una limousine.
I sedili erano fatti con rivestimenti in ecopelle  e un grande touchscreen era posizionato sul davanti.
Mentre appeso sopra lo specchietto retrovisore c'era un profumino che lasciava all'interno dell'auto un odore di vaniglia chimica abbastanza nauseante.

L'attesa mentre Austen armeggiava con il veicolo si faceva lunga perciò tirai un colpo di tosse finto per fargli capire che io non potevo stare lì tutto il giorno.

<< scusami, è nuova. Devo ancora prenderci un po la mano.>>

Risposi con un sorriso. Poi finalmente riuscì a mettere in moto.

<<allora... come sta andando la scuola?>> domandò lui.

Perché queste domande di cortesia? Non potremmo direttamente passare a parlare di qualcosa di concreto?

<<ehm bene dai. Potrebbe andare peggio.>>

<< si anche a me, tua sorella è molto simpatica>>

Forse per lui. Evidentemente non ci viveva tutti i giorni insieme.

Nel mentre che parlavamo Austen continuava a guardarmi mettendomi un po in soggezione.

Appoggiai la mano sul porta bicchieri e infilai dentro una delle due forme circolari le chiavi di casa.

Poi girai la testa per guardare fuori dal finestrino, stavamo attraversando una zona di Los Angeles che non avevo mai visto.

Nel mentre percepì un veloce contatto. Uno strano formicolio mi invase la pancia, mi voltai e gli sguardi di me e Austen si intrecciarono.  La sua mano sinistra prese la mia totalmente e la strinse mentre con la destra teneva il volante.

La voglia di volatilozzarmi da quella macchina mi invase. Non era mai successo che qualcuno mi desse così tanta importanza.

Durante l'ultima durata del viaggio il tempo passò il triplo più in fretta. Mi sentivo sicura, una sensazione strana, mai provata prima.

Austen imboccò la piccola via di villette a schiera in cui vivevo e accostò vicino al mio vialetto di casa. 

Spense il motore e poi disse congedandosi:

<<Eccoci arrivati, è stato un piacere accompagnarti Elisabeth.>>

Avvampai.

<<piacere mio>> sussurrai in  maniera impercettibile, penso che neanche mi abbia sentito.  Poi scesi e mi affrettai e ad attraversare il vialetto e ad aprire la porta di casa.

Non mi sembrava vero.

Cosa penserà Grace?

Nota dell'autrice ♡
Ecco concluso anche il capitolo 7. Devo prendere atto che è lungo tipo la metà dei precedenti. Purtroppo ho avuto meno tempo per scriverlo e volevo troppo pubblicare qualcosa. Oggi (9/09/24)
Ho anche incominciato la scuola e più andrà avanti più mi ruberà tempo per scrivere, perciò per essere più regolare nel pubblicare ho deciso che farò uscire un capitolo nuovo ogni lunedì.
Scusate per questo poema e buona continuazione della storia♡

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