Elizabeth
Varcai la soglia del cancello, come ogni giorno ormai. Era già passato un mese da quando la scuola era iniziata, ciò voleva dire che era giunto ottobre. Che in questa scuola significava solo una cosa: ballo d'apertura.In ogni angolo "collaboratori scolastici" appendevano alle pareti stendardi, decorazioni e palloncini.
Studentesse entusiaste si aggiravano per i corridoi
immaginandosi il loro ballo da sogno insieme alla loro cotta o chissà chi.E poi c'ero io, che non sapevo cosa aspettarmi. Se Grace non me ne avesse parlato sarei stata ancora ignara si tutto. Ripensando a Grace mi ritornò in mente che dovevo ancora parlarle di quello che era successo in macchina.
Ad un tratto un urlo isterico mi risvegliò dai miei pensieri.
<<non ho intenzione di vestirmi uguale a tutte!>>
Mi voltai, Darcey stava urlando qualcosa sul colore di abito da indossare. Affianco a lei c'era Edward, che non mi sembrava dare molto peso alla scenata di Darcey. Poi lei continuò:
<<tu non capisci che io devo distinguermi dalle altre? Devo vincere il premio per il miglior abito.>>
<<e di che colore lo vorresti scusa? Marrone? Grigio? Dimmelo al posto che fare tutta questa scenata!>>
<< no cretino! Giallo è perfetto. Appariscente al punto giusto e mi distiguerò anche da tutte le altre.>>
Così Edward senza troppa enfasi, decise di pronunciare la classica fatta.
<< ma io ti riconoscerei anche al buio Darcey>>Mi si stavano cariando i denti, non sarei riuscita a sopportare quei due un minuto in più. Così me ne andai.
Ora avrò un buon motivo per partecipare al ballo. Quando mai mi ricapiterà di vedere Darcey Addams vestita di giallo banana.
Pensai.Entrai in classe. Appena misi piede dentro l'aula, Grace corse da me abbracciandomi.
<< allora non sei eccitata per il ballo? Perché io si tantissimo. Quest'anno la scuola si è impegnata molto e secondo me il risultato sarà fantastico. Insomma hai visto le decorazioni?>> Grace come sempre iniziò a tempestarmi di domande, ma vedendo la mia faccia preoccupata si placò.<< Grace, devo dirti una cosa. Riguarda me è Austen.>> dissi io.
<< oddio, è successo qualcosa di Grave?>> chiese Grace. Questa volta era lei quella con la faccia preoccupata.<<no, beh non credo.>> poi continuai pasticciandomi i capelli per paura della reazione della mia amica. <<Siediti, è una storia lunga."
In quel racconto confessai a Grace tutto il viaggio di ritorno del giorno prima con Austen. Avevo le mani tremolanti e non sentivo più la saliva in bocca. Quando finalmente ebbi finito la storia tirai un sospiro di sollievo. Mi sentivo libera.
Ora l'unico problema era la reazione di Grace.
<<era tutto qui ciò che volevi dirmi?>> disse Grace con un enorme sorriso sul volto.
<<si, non ti da fastidio?>>
<<no Beth>> rispose la rossa mentre mi prendeva le braccia per abbracciarmi. <<non potrei essere più felice!>>
<< sicura? Eh se qualcosa dovesse andare storto?>>
<< la nostra amicizia non ne risentirà, te lo prometto. >>
Presa dalla gioia riabbracciai Grace ancora più forte.
<<Oh grazie,grazie Grace. Non ci tengo proprio a rovinare la nostra amicizia.>>Austen
Era la terza ora. La campanella era suonata da pochissimo e stavo friggendo dentro. Dovevo raggiungerla. Perciò uscii dalla mia classe in fretta e furia ignorando i miei amici che mi chiamavano per fare due tiri a ping pong nella palestra della scuola.
Svoltai a destra e imboccai le scale che portavano al piano della classe di Elizabeth,, e fu proprio in quell'istante in cui la vidi. I capelli biondi le ricadevano morbidi lungo le spalle e i suoi occhi verdi brillavano gioiosi.<<Austen!>> gridò Beth mentre alzava la mano in segno di saluto. << ehi Beth>> Sorrisi. Poi ci abbracciammo. Stava andando tutto a gonfie vele fino a quando, alle spalle di Elisabeth, comparve mia sorella.
<<Grace?>> sbiancai. Non doveva sapere nulla si noi. << ah Austen>> disse Beth staccandosi dall'abbraccio. << lei, ehm... sa di ciò che è successo fra noi.>>
Rimasi senza parole, non credevo che Grace l'avesse presa male, ma non volevo che pensasse che volessi rubarle la migliore amiche o che rovinassero i rapporti.<< tranquilli è tutto ok>> Mi rassicurò mia sorella prendendomi per mano. << ho già chiarito tutto e non sarò d'tralcio e la nostra amicizia non si rovinerà per nessuna ragione.>> poi Grace continuò: << ora vi lascio soli piccioncini, io vado a prendere i posti a chimica>> e se ne andò sbattendomi la lunga chioma rossa in faccia.
La prossima volta che la vedo la raso a zero. È deciso. Pensai.
Elizabeth
<< dai andiamo via di qui. Prendiamoci un po di privacy>> Dopo che Austen pronunciò quelle parole, sentì un'infinità di farfalle nello stomaco.
I suoi occhi luminosi mi fissavano con una dolcezza nello sguardo immensa. E così feci anche io, successivamente lui mi prese per la mano, scendemmo le scale stracolme di studenti intenti a copiare i compiti o a ripassare, e giungemmo fino al bagno del piano terra.
I bagni a primo impatto sembravano freddi e cupi, delle piastrelle grigio scuro ricoprivano le pareti e il pavimento. Sulla destra si ergervano tre portiere accedere ai bagni veri e propri, mentre sulla sinistra c'erano altri tre lavandini con degli enormi specchi, uno per ciascuno di essi.
Anche se per molti sembrerà una cosa stupida, io invece rimasi alquanto scioccata da quei bagni e soprattutto dagli specchi.
<< ma in sta scuola tutti i bagni sembrano dei camerini di Hollywood?>>
<<perché non è così in tutte?>>
<< assolutamente no! Ma non scenderò in descrizioni particolari, mi limito a dire che gli specchi non ci sono mai stati e su tre lavandini ne funzionava uno!>>
La campanella suonó l'inizio della quarta ora.
<< Austen ma sono nel bagno degli uomini>> dissi arrossendo
<< nah... tranquilla, non fa niente. E poi chi vuoi che ci sia in bagno durante la seconda ora, non è neanche intervallo!>>
Dopo tutte le nostre conversazioni la stanza fiondò nel silenzio più assoluto. Mi guardai intorno sentendo sempre più emozioni propagarsi dentro di me. Ero faccia a faccia con Austen e i nostri sguardi in quel preciso momento tornarono ad incrociarsi. In quel momento Austen sfiorò con una mano la mia guancia arrossata poi entrambi facemmo un passo avanti.
Continuammo ad avvicinarci sempre di più, fino a quando le nostre labbra non si sfiorarono in un lungo bacio. In quel preciso istante non sentì più nulla, né le urla dei professori esauriti né gli schiamazzi degli studenti, c'eravamo solo noi. Io e Austen nel nostro momento perfetto.
Stava andando tutto a gonfie vele, il bacio si stava prolungando sempre di più fino a quando dal primo dei tre bagni non uscì una persona. Io e Austen ci staccammo all'istante, e se prima non riuscivo a capire chi fosse quella persona, ora ne ero più che certa.
Capelli biondi, profondi occhi azzurri e lineamenti del volto rifiniti.
Edward
Nota dell'autrice♡
Ciao a tutti/e!
Lo so che è da un paio di settimane che non pubblico, non vi prometto che nei prossimi giorni sarò più attiva perché non sarà così.
Infatti ora sono in blocco sia per quanto riguarda la lettura ma anche per la scrittura, e tutto ciò solo per colpa della scuola. Mi scuso tantissimo.
Vi chiedo di avere pazienza e di provare a capirmi❤️❤️❤️.
P.S ah e manca un capitolo al ballo tanto attesoBaciii, alla prossima❤️❤️
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The Sign Of The Voice
ChickLitElisabeth Miller viene da un paese sperduto nel nulla nel Texas. Un giorno insieme a suo padre e sua sorella Annabeth decide di trasferirsi a Los Angeles per frequentare la tipica scuola per ricchi: la talent high school of California. Qui conosce u...