Capitolo 1♡

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ELISABETH
Il grande giorno era arrivato. Proprio in una calda giornata di Settembre, che a tutti sarebbe potuta sembrare una normalissima giornata, mi aspettava l'inizio di una nuova vita.
Infatti da quel giorno avrei iniziato la terza superiore, ma in una nuova scuola: la talent high school of California, una prestigiosa scuola musicale.
Ero a  Los Angels una città che mi è sempre sembrata molto dispersiva e, nonostante viva qui da già 3 mesi mi mette molto a disagio sopratutto in confronto al piccolo paesino sperduto nel nulla nel sud del Texas  in cui vivevo prima: il Greenlands.

<<hey betty, sei già pronta?>>
<<si papà, mi do solo una ritoccata al trucco e scendo>>

Mi diressi verso il bagno dove presi il mio mascara e mi ritoccai le ciglia. Il mio sguardo si diresse poi nel riflesso dello specchio, i miei lunghi capelli ramati mi incorniciavano il viso ancora pallido e i miei occhi verdi erano spenti. D'altronde un nuovo inizio è sempre angosciante se non si sa se la situazione si evolverà in meglio o in peggio.

<<BETTYYY, ALLORA CI SEI? NON VORRAI FARE TARDI ANCHE NEL TUO GIORNO SPECIALE?>>

"Speciale" immagino come sarà ancora speciale quando mio padre realizzerà che si tratterà di un altra scuola di merda per figli di papà che ti guardano storto se non vieni a scuola senza lo zaino griffato.

Presi lo zaino e scesi di sotto. << dov'è tua sorella?>> chiese mio padre. <<non ne ho idea>> risposi un po' incerta.
Ad un tratto intravidi una figura scendere le scale. Annabeth. Mia sorella di un anno  più grande stava scendendo le scale in tutta la sua bellezza: gli occhi cerulei erano risaltati dai lunghi e folti capelli biondo cenere  che le cadevano sulle spalle incorniciandole il bel viso. Devo ammetterlo: ero sempre stata gelosa di mia sorella  tutte le attenzioni che i miei le davano, ma soprattutto per la sua bellezza. Se non fosse stato per il cognome nessuno avrebbe mai creduto fossimo sorelle. Era sempre perfetta brava in tutto e con ottimi voti, ha vinto praticamente tutti i tornei di tennis che ha fatto mentre per quanto riguarda me è già tanto se so tenere  in mano una racchetta.

<<buongiorno cara>>
Mio padre è già tanto se mi dava il buongiorno figuriamoci  chiamarmi cara.

<< 'giorno>> ribatté Annabeth. Lo era sempre stata, così fredda nei confronti di mio padre, non ne capivo affatto il motivo dato che le veniva sempre riservato il trattamento da regina d'Inghilterra.

Finalmente salimmo in macchina e ci dirigemmo verso la nostra nuova scuola a circa 20 minuti da casa.
Probabilmente vedendo il tremolio delle mani di mio padre lui era molto più in agitazione di me .

Varcai la soglia del cancello tinta verdone davanti all'ingresso del cortile scolastico. E si tutte le mie teorie si confermarono non appena entrai all'interno della talent high school. Ragazzi e ragazze stavano scorrazzando per i corridoi, altri stavano litigando con l'armadietto che evidentemente neanche qui ne voleva sapere di aprirsi, altri ancora erano in coda alla macchinetta con la speranza di arrivare in tempo per prendersi un semplice bounty. Insomma le classiche cose  che succedono in ogni high school americana.
Ma non dovevo lasciarmi distrarre, io e Annie (Annabeth) sapevamo cosa fare. Dovevamo dirigerci nell'ufficio della preside a ritirare la nostra divisa e ad ascoltare le ultime informazioni necessarie alla sopravvivenza.

Arrivammo con circa 15 minuti di ritardo dall'orario prestabilito, ma nonostante ciò, prendemmo coraggio e Annabeth bussò alla porta.
<<avantii>> una voce squillante ci accolse
<< buongiorno preside Aderson>> ma questa volta non era stata Annabeth a parlare ma bensì io.
<< voi dovete essere le sorelle Miller giusto?>>
<<si esatto, volevamo ritirare le nostre divise>>
<<oh eccole qui, vediamo... Annabeth ed... Elsiabeth?>>
<< si giustissimo, grazie mille ancora>>

Facile parlare per mia sorella parlare in pubblico con disinvoltura, senza inziare balbettare come me.

<< andate in negli spogliatoi per mettervi subito quelle divise, non voglio vedere nessuno studente vestito così...>>
<<poi lei, signorina Elisabeth si rechi nell'aula di solfeggio, mentre lei Annabeth... mhh, vediamo... ecco sì... lei vada nel laboratorio di chimica>> aggiunse la preside

Salutammo la signora Anderson e uscimmo, poi ci dirigemmo verso gli spogliatoi della palestra.  Sentii una vibrazione provenire dalla mia tasca della felpa, estrassi il mio iPhone e lessi la notifica comparsa sullo schermo, era di Stacy la mia migliore amica. Mi stava augurando buona fortuna per il mio primo giorno... chissà se avremmo continuato a scriverci mi domandai. Senza indugiare troppo la ringraziai mandandole un numero indecifrabile di cuori.
Iniziai poi a dirogermi verso lo spogliatoio più vicino. Poi una botta mi rifece tornare alla realtà.
<< fai attenzione cazzo>> imprecò un ragazzo, era molto alto e aveva dei capelli biondo miele e gli occhi di un azzurro  intenso non avevo fatto caso a che tipologia di tonalità fosse ma era un azzuro abbastanza chiaro. Oh no, camminando davanti al cellulare mi ero scontrata con... con un ragazzo. Com'era possibile che mi fossi scontrata contro un maschio se fossi dovuta essere nello spogliatoio femminile, alzai gli occhi e controllai la targhettina vicino alla porte e...
<< certo che devi essere proprio strana per entrare nello spogliatoio maschile>>
Una voce mi fece trasalire. <<veramente non l'ho fatto apposta, e che questa scuola è talmente grande che devo essermi persa.>> risposi un po' frastornata.

<<oh stai tranquilla capita. Beh lo spogliatoio in cui in teoria dovresti essere è tutto dritto e poi a destra. Con tanto di frecce>> poi rise, non era lo stesso ragazzo che mi aveva urlato contro prima. Aveva dei capelli rossi molto chiari e degli occhi marroni pece.
<< comunque mi chiamo Austen, Austen Collins. Piacere di conoscerti...>>
<< ... Beth cioè Elisabeth, Elisabeth Miller ma puoi chiamarmi anche Beth se vuoi>> aggiungi rispondendo alla sua domanda.
<< beh ora avrei laboratorio ma quello stronzo del prof Franklin può aspettare. Mettiti la divisa che ti riporto in classe o mi toccherà darti le coordinate>>
Accenai una risatina imbarazzata poi feci come mi aveva detto.

<<pronta??>> gridò Austen da dietro la porta dello spogliatoio femminile questa volta<<nata pronta>> scherzai
<<benissimo ora muoviti se non vuoi fare troppo tardi, le classi sono dall'altra parte della scuola...>>
<<ma aspetta in che classe sei tu?>> Mi domandò. Per rispondergli estrassi un foglio contenente tutte le informazioni necessarie.
<<mhh vediamo... classe 3C, quella di pianoforte, ma ora ho solfeggio>>
<<figo, seguimi>> Mi invitò Austen
Mentre camminavamo per i corridoi mi soffermai a studiare ogni singolo dettaglio di quella nuova scuola, come mi era solito fare. Ero sempre stata attenta ai dettagli, fin da bambina. Anche fin troppo.

Dopo 10 minuti (che mi sembrarono un eternità) giunsi davanti alla mia nuova sezione di solfeggio. Era molto più grande e moderna rispetto a quella nel mio vecchio conservatorio in Texas. Appena la prof mi intravide fuori dall'aula capii che era giunto il momento di annunciarmi alla classe. Mi invitò ad entrare, così ringraziai Austen che mi salutò di rimando, feci un bel respiro e iniziai la mia nuova vita.

                                            ♡
Nota dell'autrice:
Ciao a tutti! Benvenuti in questo nuovo viaggio dentro l'universo di The Sign Of The Voice!
Mi è sempre piaciuto scrivere e appena mi è venuta in mente questa storia ho colto l'occasione per inziare a scrivere qui. Spero che la storia pian piano che andrà avanti vi piaccia.

Ps: ho intenzione di cambiare totalmente la copertina perché quella che ho messo ora come "prova" è penosa.

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