Capitolo 5

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Mi rigiro infastidita tra le coperte.

Sento la testa pesante e lo stomaco dolente.

La mia mano sfiora il mio seno e mi accorgo di essere nuda.

Spalanco gli occhi e mi metto a sedere di scatto guardandomi intorno.

Sono in una lussuosa stanza d'hotel.

La porta del bagno si apre,  mi volto subito per vedere chi stia uscendo.

Robert mi si presenta davanti a petto nudo, con un asciugamano intorno alla vita e il giornale in mano.

- Tutto bene? - domanda con un sopracciglio inarcato.

- Ah sei tu - sospiro ributtandomi indietro sul letto.

L'uomo si siede sul letto con lo sguardo rivolto verso di me.

- Certo, credevi davvero che ti avrei lasciata andare con qualcun'altro? Con tutto quello che hai bevuto ieri sera poi. - sghignazza - sei fantastica a letto quando sei un po' brilla - mi accarezza il viso.

Per fortuna che non me lo ricordo. Penso tra me e me.

- Beh... durante la fine della serata non ho detto o fatto niente di imbarazzante per la mia persona? -
Gli domando un po' dubbiosa.

- Sei stata fantastica come sempre, al tavolo da gioco tutti ridevano per le tue battute. L'uomo seduto alla tua destra verrà a trovarci a New York per un lavoro di franchising, e credo che la buona riuscita dell'affare sia unicamente merito tuo. -

- Sono contenta! -

- E poi verso fine serata hai fatto uno spogliarello -

- Dio mio - esclamo mettendo la faccia nel cuscino.

Robert ride di gusto
- è stato richiesto e apprezzato da tutti gli invitati rimasti alla festa, ma non eravamo tanti, puoi stare tranquilla -

Il suono di una notifica sul telefono cattura la mia attenzione. È David che mi chiede se sarò a lavoro per il turno serale. Rispondo di si.

- Quel ragazzo ti sta sempre addosso -

- Cos'è? Sei geloso? - dico con sarcasmo.

Si avvicina a me, baciandomi e passando una mano sul mio corpo.
- So che non serve esserlo, sei mia -

Vorrei rispondergli che non può decidere per me, che non sono una sua proprietà.
Ma sarebbe inutile, non posso ribellarmi a lui, ha troppe carte a suo favore.

Mi alzo dal letto ed entro in bagno, ho bisogno di lavarmi via la puzza di alcool.  Accendo la vasca idromassaggio e mi ci immergo.

I miei pensieri corrono su tutto questo.

Robert dice che sono la sua unica dipendenza, la sua ossessione.

Da piccola adoravo frequentare casa sua, giocare con suo figlio Eric. Ci siamo conosciuti alle elementari e abitando molto vicini passavamo tantissimo tempo insieme.

Poi siamo cresciuti e il padre del mio migliore amico ha cominciato a guardarmi con occhi diversi.
Vedevo i suoi sguardi maliziosi quando mi fermavo a cena da loro.

Al sedicesimo compleanno di Eric è stata la prima volta in cui Robert ha messo in pratica le sue perversioni. La prima volta in cui sono stata toccata da un uomo.

La mia prima volta e il mio primo abuso.

Da allora ho cercato di evitare casa Miller il più possibile. Quando Eric mi invitava trovavo delle scuse o lo invitavo io da me. Lui non immaginava nulla, era così dolce e ingenuo.

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