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MAVIE

Ero a casa, sdraiata sul letto e scrollando pigramente il telefono. Non c'era molto da fare quella sera e, nonostante i miei sforzi per distrarmi, la mia mente tornava continuamente a Pablo e a tutto quello che era successo tra noi. Ogni tanto mi chiedevo se fosse il caso di lasciarmi tutto alle spalle, ma non era così semplice. Le emozioni erano ancora fresche e confuse.

All'improvviso, sentii bussare alla porta. Non stavo aspettando nessuno, quindi mi alzai dal letto con curiosità, andando ad aprire. Quando vidi chi era dall'altra parte, mi fermai un istante.

Pablo. E con lui, un peluche di Stitch in mano. Il mio preferito. Era lì, in piedi con un'espressione incerta e un po' imbarazzata, ma anche dolce. Non me l'aspettavo.

"Posso entrare?" chiese, quasi timidamente, alzando il peluche davanti a sé come se fosse una sorta di offerta di pace.

Mi scappò un piccolo sorriso, incapace di trattenere quella sensazione di tenerezza. "Certo, entra" risposi, facendogli spazio.

Chiusi la porta dietro di lui e ci spostammo verso il salotto. Mi sedetti sul divano e lui fece lo stesso, posando il peluche tra di noi. Ci fu un breve silenzio ma non era di quelli pesanti o imbarazzanti. Era come se entrambi sapessimo che dovevamo affrontare qualcosa, ma nessuno dei due sapeva da dove cominciare.

"Ti ho portato questo perché sapevo che ti piacesse" disse finalmente Pablo, accarezzando la testa di Stitch con un sorriso timido. "Volevo anche chiederti scusa per come sono andate le cose."

Le sue parole mi colpirono. C'era sincerità nella sua voce e questo mi fece riflettere. Nonostante tutto, una parte di me voleva credergli ma allo stesso tempo, non volevo rendere le cose troppo facili per lui.

"Mi dispiace per tutto, ho sbagliato. Non voglio più fare cavolate con te. Mi dispiace davvero" continuò, guardandomi negli occhi.

"Lo so" risposi, prendendo un respiro profondo. "Ma non è facile per me dimenticare quello che è successo. Mi hai ferita e non so se posso fidarmi di te di nuovo."

Lui annuì, comprendendo il mio punto di vista. "So di averti ferita e me ne pento. Ho cercato di capire cosa volevo ma ora sono sicuro. Voglio stare con te."

Quelle parole mi fecero battere il cuore più forte, ma non risposi subito. Ero combattuta. Volevo davvero credere che fosse sincero, che questa volta sarebbe stato diverso.

Dopo un momento di silenzio, decidemmo di vedere un film per rilassarci un po'. Optammo per Culpa Mía, un film che avevo già in mente di vedere da un po', quindi ci sistemammo comodamente sul divano, uno accanto all'altro.

Ogni tanto, Pablo mi lanciava uno sguardo per vedere se mi piacesse il film e io sorridevo in risposta.

A un certo punto, senza quasi rendermene conto, mi appoggiai sulla sua spalla. Era una sensazione di sicurezza che non provavo da tanto tempo. La sua presenza era rassicurante e, mentre il film continuava, mi sentivo sempre più a mio agio.

Mi accorsi che le mie palpebre cominciavano a farsi pesanti. Non so bene quando mi addormentai ma ricordo di aver sentito il suo braccio che mi avvolgeva dolcemente, come se volesse proteggermi.

Quando mi svegliai, il film era finito e la stanza era immersa in un silenzio tranquillo. Mi resi conto che Pablo fosse ancora lì, guardandomi con un sorriso affettuoso. "Ciao, dormigliona" disse, la sua voce bassa e dolce.

"Scusa, mi sono addormentata" risposi, cercando di sorridere.

Lui rise, ma il suo sguardo era serio. "Non importa."

Ci scambiammo uno sguardo che diceva più di mille parole. Sentivo che le cose tra noi stessero lentamente cambiando. Era come se, dopo tutto il dolore e la confusione, ci stessimo riavvicinando.

𝐒𝐢 𝐀𝐧𝐭𝐞𝐬 𝐓𝐞 𝐇𝐮𝐛𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐂𝐨𝐧𝐨𝐜𝐢𝐝𝐨 || Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora