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«Lui non può farlo, Hana! Io non glielo permetterò.»

Ed eccolo qui il mio dolce e caparbio Satoshi. Il mio grande amore, il mio amore grande. 

Mi era bastato scontrarmi con i suoi occhi, il sorriso sempre sulla bocca, ed ero stata sua. Per sempre. O almeno questo è ciò che credevo. 

«Mio padre è stato chiaro, Satoshi. L'ho sentito io stessa parlare con uno dei messaggeri del signore.»

Non c'era tristezza nel mio tono di voce, piuttosto rassegnazione. 

Sapevo a cosa stavo andando incontro, avevo compreso quale piega stesse per prendere la mia vita ed ero consapevole di non essere affatto pronta a questo. In primo luogo non ero pronta a lasciare Satoshi e i nostri sogni di una vita insieme. 

Incontrai il suo sguardo e abbassai il mio, un po' per vergogna, un po' perché ero certa che i miei occhi potessero comunicare molto di più di quello che volevo sapesse. In un modo o nell'altro, quella mattina, avevo compreso che per noi non ci sarebbe stato alcun futuro, di nessun tipo.
Era qualcosa che mi spezzava il cuore, lo sfracellava in mille pezzi, ma non poteva essere altrimenti. Non ero io a decidere, ma mio era il dovere di provare a tirarmi fuori dalla tirannia di mio padre che mi aveva scambiata con il suo signore in cambio di denaro, terre e posizione. Non navigavamo in buone acque, non l'avevamo mai fatto, ma questo era davvero troppo da mandare giù. 

Satoshi tuttavia non doveva sapere niente di quelli che erano i miei piani. Non ci avrei messi in pericolo entrambi. 

«Andrò a chiedere la tua mano oggi stesso.»

MI trovai a scuotere la testa. «Pensi che lui possa accettare? Davvero? Non sei, forse, a conoscenza della nostra condizione? E della nostra posizione sociale? Sei davvero convinto del fatto che mio padre possa anche solo prendere in considerazione una qualunque proposta arrivi da te?»

«La mia famiglia è messa bene, Hana, sono perfettamente in grado di badare a te.»

Mi alzai dal piccolo giaciglio che avevo fatto con la borsa di stoffa che mi ero portata dietro da casa. Mi avvicinai a lui e lo presi per mano. Non sapevo nemmeno io che cosa volevo fare, magari lasciargli un buon ricordo di noi, di me. Era, però, importante che capisse. 

«A mio padre nulla importa di me, non di fronte alla prospettiva di migliorare la sua condizione di vita; sua, di mia madre, e per il momento delle mie sorelle. Io sono la maggiore e la prima a essere scelta, ma non credere nemmeno per un momento che se si ripresentasse una tale opportunità mio padre non cederebbe anche loro al migliore offerente. Siamo merce di scambio...»

Delle volte fantasticavo sul fatto che mi sarebbe piaciuto nascere maschio, essere erede a mia volta, possedere quel potere decisionale sulla mia vita e sulla vita degli altri che tanto mi mancava. 

«Mi stai, dunque, dicendo che accetterai la tua condizione senza riserve?»

«Ti sono solo venuta a dire addio, qualunque cosa accada.»

Aveva le lacrime agli occhi, Satoshi, l'uomo che amavo da quando ne avevo memoria. Lui aveva rappresentato tutto e tutte le mie prime volte. Eppure questo non era bastato a tenerci insieme. 

Mi circondò il viso con le sue mani e ci guardammo ancora negli occhi. 

«Non voglio rinunciare a te, Hana. Io ti amo.»

Una lacrima mi solcò il viso e niente feci per dissolverla. Forzai un sorriso e feci lo stesso con lui: abbracciai il suo volto e lo guardai attentamente con il chiaro intento di imprimere ogni più piccolo particolare dentro la mia mente e portarlo nei ricordi per sempre. 

«Ti amo anch'io, Satoshi...ti amerò per sempre.»

Mai avrei creduto possibile che quella condizione cambiasse e a pensarci adesso, è proprio quello che è venuto dopo ad avermi lasciato senza parole, e con il cuore in fiamme. 

*

«Dov'è la ragazza?»

«Mio signore, mia figlia starà per arrivare ormai. È questione di minuti.»

Stetti ad ascoltare quella conversazione solo per poco tempo. 

Quell'uomo sconosciuto, che al momento vedevo solo di spalle, mi aveva battuta sul tempo.
Credevo di averne di più e di conseguenza un vantaggio maggiore di questo. Mi sarei dovuta fare bastare quello che avevo. Indietreggiai verso la porta che dava sul giardino, alle spalle della piccola casa in cui io e la mia famiglia avevamo sempre abitato, e una volta fuori mi recai nelle stalle. Montai uno dei due cavalli presenti e cominciai la mia corsa. 

Non mi ero portata niente con me. Non era il caso di appesantire il mio viaggio, ovunque mi avesse portato. Avrei tentato la fortuna. 

Mi resi conto troppo tardi che non ero sola e che alle mie spalle stava sopraggiungendo un altro cavallo, un'altra persona. 

Il cuore accelerò i battiti al pensiero che mi avessero scoperta, che fosse lui...Spinsi il cavallo fino a sfidare a uno a uno tutti i suoi limiti e un po' anche i miei, ma non bastò. 

Il samurai ci mise poco a raggiungermi e affiancarmi. Mi disarcionò buttandosi con tutto il corpo massiccio addosso a me e io caddi da cavallo e finii in mezzo all'erba bagnata che ancora odorava di pioggia, caduta solo poche ore prima. 

«Davvero pensavi di farmela, ragazzina stupida? Imparerai che non c'è niente di cui non sia a conoscenza.»

La sua voce mi mise i brividi addosso e quando portai lo sguardo su di lui non fecero che aumentare. Davanti a me, sopra di me, c'era l'uomo più bello che avessi mai visto. Dovetti sbattere le palpebre un paio di volte per ritornare alla realtà. 

Lo sconosciuto si sollevò e si rimise in piedi, dopodiché mi porse una mano per aiutarmi ma soprattutto per invitarmi a fare lo stesso e io fui così stupida e avventata da rifiutarla. Mi misi dritta da sola e lo sfidai con lo sguardo. 

Era incredibilmente possente e corpulento, parecchio alto, a occhio e croce non gli arrivavo nemmeno alle spalle. I capelli lunghi, neri, erano legati in una coda e il suo sguardo era severo, serio, arrabbiato probabilmente. 

«Non appena arriveremo a casa parleremo di regole, ragazzina, e asseggerai la tua prima punizione per essere scappata e avermi mancato di rispetto senza pudore, senza vergogna.»

Tremai. 

Tremai non tanto per le sue parole ma per il momento in cui le avrebbe messe in atto. 

La concubina del Samurai Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora