Capitolo 8

909 64 6
                                    


"Be', allora, abbiamo iniziato a discutere. Emmeline ha blaterato qualcosa sul fatto che non riesco a occuparmi degli altri, che non mi accorgo di nulla. In pratica, ha detto che sono una pessima amica. Pessima amica io? Giuro, quando fa così non la sopporto. E' mia amica e tutto, ma non c'è niente che mi dà più fastidio di essere accusata senza motivo. Sul serio, io ci sono sempre stata per lei, e lei ha il coraggio di dirmi che sono poco presente? Circe Porca, deve avere muco di troll al posto del cervello!" blaterò Mary, finendo la sfuriata con un calcio ben assestato al comodino di legno, che traballò per un istante, prima di tornare dritto.
Sirius rivolse uno sguardo confortante all'amica e, proprio quando era sul punto di dire la sua, Mary lo zittì con un cenno della mano.
"E poi, come si permette? Vogliamo parlare di quando Andrew McDickens mi ha dato del maschiaccio e lei non mi ha difesa?"
"Mary, ma tu sei un maschiaccio! E poi, McDickens ti voleva chiedere di uscire proprio per il tuo carattere. Capisco che non tutti siano affascinanti come me, ma cercava di farti un "complimento"... Merlino, non so nemmeno se definirlo tale... Patetico." Divagò Sirius.
"Non interrompermi! Questi sono solo insignificanti dettagli!" mormorò la mora, palesemente infastidita, passandosi una mano tra gli indomabili capelli castano scuro, senza riuscire più a toglierla.
"Dammi una mano, non vedi che la mia si è impigliata?" sebbene avesse il proposito di tenere il broncio, Mary MacDonald si lasciò sfuggire una risata divertita, mentre Sirius, cercando di mascherare il suo divertimento con un colpo di tosse, tentava, con scarsi risultati, di estrarre la mano della sua amica dai suoi capelli.
"Ehi, Sir, ce l'hai una spazzola?" Mary studiò con occhio critico una ciocca di capelli, scuotendo la testa, sconfitta.
Sirius sorrise. Questa era la Mary MacDonald che conosceva: estremamente fuori dal genere femminile, propensa all'incazzatura e completa di un'incredibile capacità di ridere anche nei momenti più seri (comprese le lezioni di Trasfigurazione, se la McGranitt si lasciava sfuggire una frase che poteva sembrare parecchio pervertita. Mary si era beccata una punizione proprio per questo).
"James?"
"mmm ..."
"James!"
"Smettila, Remus, è ancora presto per svegliarsi ..."
"James, testa di troll, sono Sirius! Svegliati, su!"
"Sirius, lo sai che ho bisogno di almeno otto ore di sonno, altrimenti mi si formano le occhiaie e Lily Evans non uscirà mai con me! E poi, cosa vuoi alle ..." James, immerso in un groviglio di coperte, si sbilanciò per vedere l'orario sulla MagiSveglia "QUATTRO DEL MATTINO?! SIRIUS BLACK, TI UCCIDO!"
"Oh, piantala di fare la primadonna e lasciami dormire!" Remus Lupin, i capelli ambrati rizzati sulla fronte, emerse dal suo sonno per fulminare James con un'occhiataccia.
"Tanto resti brutto lo stesso." E, Remus Lupin, con solennità, si rigirò nel letto e tornò a dormire.
"Ehi, guarda che io sono assolutamente meraviglioso! I miei capelli, andiamo, li hai visti? Sono talmente belli che risplendono persino al buio! E poi, i miei occhi, ne vogliamo parlare? Lo dici solo perché tu sei brutto, ecco! Sirius, diglielo anche tu!"
"Tanto sei comunque più brutto di me: sei un quattrocchi!"
James si portò una mano alla bocca drammaticamente.
"Mary, diglielo che sono più bello io! Tu sei una ragazza, dai, hai occhio per queste cose!"
Mary intercettò l'occhiata di Sirius con un sorriso Malandrino stampato in volto.
"Mi dispiace, ma Sirius è mille volte più bello. Ma dai, li hai visti i suoi, di capelli? Pagherei per averli così."
"LALALALALALALALALALALALALA NON TI SENTO, NON TI SENTO!"
James, le mani poggiate sulle orecchie, si rituffò nel suo groviglio di coperte.
"James, la spazzola?"
"In bagno, nell'armadietto vicino alla doccia. E, quando hai finito, levaci i tuoi capelli." Un minuto dopo, James Potter era tornato a ronfare.
Mary rivolse uno sguardo divertito a Sirius, prima di tornare seria.
"Comunque, che mi consigli di fare con Emmeline?"
Ecco qui, pensò Sirius. Il momento della verità.
"Be', non puoi dirle come stanno le cose? Tutto quello che hai detto a me, intendo."
Mary gli tirò un cuscino.
"Ma che ti passa per la testa? Sei un vero disastro a dare consigli, Black!"
Sirius aggrottò le sopracciglia.
"Impossibile. Io sono perfetto in tutto ciò che faccio."
Mary gli lanciò un'occhiata sarcastica.
"Dai, almeno sei un bravo ascoltatore, te lo concedo. Penserò a qualcosa domani, magari parlo con Lily ... Ma di sicuro sarà più facile, mi sono sfogata. Grazie, sei un amico. Ehi, mi passi una cioccorana?"
Sirius, il sorriso stampato in volto, le allungò un dolcetto. Mary lo afferrò al volo, aprendo il suo viso in un sorriso.
Non è cambiata di una virgola, pensò Sirius.
Il sorriso di Mary MacDonald era esattamente lo stesso di quando, cinque anni prima, la mora aveva beccato Sirius e James a prendere in giro Lily.
Senza tante cerimonie, la piccola Mary MacDonald, un nanetto sdentato tutto capelli e jeans strappati, aveva mollato a Sirius un pugno sul naso. Un grande colpo all'orgoglio del piccolo Sirius, ma la nascita di un'amicizia stupenda.
Due settimane più tardi, Mary si era presentata ai provini per la squadra di Quidditch di Grifondoro, ed era stata presa come Cacciatrice insieme a James e a Sirius. Felpato (che all'ora non era ancora tale) ricordava ancora di come avesse provato a fargliela pagare per il pugno, versandole della melma grigiastra sui capelli, già ingestibili. E, invece, la piccola Mary MacDonald non se l'era presa per niente: superato lo shock iniziale, era scoppiata a ridere come una matta e, senza nessuna esitazione, aveva raccolto un po' di melma di suoi capelli per mirare direttamente al viso di Sirius e James, dando inizio ad una vera e propria battaglia.
Ed eccolo lì, lo stesso sorriso, per niente cambiato. Solo che adesso, la Mary MacDonald diciassettenne aveva tutti i denti. Un sorriso che sapeva di normalità e di affetto.
"Mi presti una maglietta per dormire?"
"Prendi quella rossa: è nel secondo cassetto."
Mary, con fare scettico, afferrò la maglietta in questione, notando una grossa macchia di cioccolato proprio al centro. La annusò sospettosamente, poi l'appallottolò tra le sue mani.
"Dovresti deciderti a lavare un po' di roba, qui è tutto sporco di cioccolato!"
"Fino a prova contraria, tu sei l'unica che mangia così tanto cioccolato, dopo Remus!"
Mary ridacchiò, poi si sbatté la porta del bagno alle spalle.
Per prima cosa, afferrò la spazzola e iniziò a torturarsi i capelli. I litigi la rendevano nervosa. Il suo rapporto con Emmeline era stato sempre piuttosto tranquillo: le due erano totalmente diverse e, sotto un certo punto di vista, si completavano. Emmeline era sempre stata un punto fisso nella sua vita. Sebbene la sua amicizia con Lily fosse, senza dubbio, più solida, ormai Mary non riusciva ad immaginare Hogwarts senza la biondina, così come non riusciva ad immaginare Hogwarts senza Lily, o Sirius, o i Malandrini. Tanti piccoli, perfetti punti nella sua vita. Mary rientrò in camera pochi minuti dopo.
La maglietta di Sirius, come sempre, le arrivava quasi sotto le ginocchia. Normale, visto che al metro e cinquantacinque ci arrivava in punta di piedi.
Si gettò sul letto a peso morto, facendo cadere una carta di cioccorane che si era accampata sul piumone rosso-oro.
"Cavolo, domani abbiamo lezione!" sospirò con tono afflitto, proprio come una bambina che ha appena scoperto che Babbo Natale non esiste.
"Be', affogheremo i nostri dispiaceri nel caffè. Ah, a proposito, domani abbiamo in mente di far esplodere il calderone a Mocciosus. Non sederti troppo vicino a lui!" Ammiccò Sirius.
Mary non fece nulla per trattenersi dalle risate.
"Mi raccomando, deve essere epico! Voglio proprio vedere la faccia di Lumacorno quando il suo cocchino farà esplodere l'aula!"
"Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!" esclamò Sirius, Malandrino, passandosi una mano tra i capelli color catrame.
"Be' che ne dici di dormire?"
"Ottima idea: il lato destro è mio!"
"Ehi, non puoi pretendere di venire qui e prenderti anche il lato migliore del letto!"
Mary, per tutta risposta, si gettò con noncuranza sul lato destro del letto, infilandosi sotto le coperte.
"Te ne pentirai, MacDonald. Mi vendicherò, ma non oggi. Sul serio, muoio di sonno."
Sirius, con riluttanza, si infilò sotto il piumone, prendendosi almeno la soddisfazione di tirare le coperte dalla sua parte.
Mary, come al solito, poggiò la testa sul suo braccio, usandolo come cuscino.
La mattina, quando si svegliarono, non si sorpresero di essere praticamente abbracciati. Era tutto perfettamente normale, se si parlava di Mary MacDonald e Sirius Black.


Il mattino seguente, la tensione era così palpabile da poterla tagliare con un coltello.
O, almeno, Lily Evans ne era certa, mentre meditava sul provarci utilizzando il coltello da burro.
Mary ed Emmeline, sedute l'una di fronte all'altra, erano impegnate in una stancante sfida di sguardi, entrambe con gli occhi contornate da profonde occhiaie così nere che parevano disegnate con il carbone.
Lily Evans che, infine, era venuta a conoscenza del litigio tra le due, non poteva fare a meno di seguire con insistenza la sfida di sguardi, tanto che rischiò di versare un'abbondante coppa di succo di zucca su Potter (anche se, infondo, non le sarebbe mica tanto dispiaciuto).
Infine fu Mary a cedere: d'improvviso, dissolse lo sguardo da Emmeline per rivolgerlo alla sua mano che, nel tentativo di preparare un toast alla marmellata, aveva riempito di confettura all'arancia.
Emmeline si concesse un sorriso impercettibile, soddisfatta.
Lily Evans tornò alla sua colazione. Se da una parte la rabbia di Emmeline le sembrava quasi giusta, dall'altra le pareva immaturo mettere a rischio una così solida amicizia per una piccola incomprensione. Soprattutto in un momento simile
La rossa trasse con riluttanza il suo tema di Storia Della Magia dalla borsa e iniziò ad ispezionarlo con particolare attenzione.
Non intrometterti, Lily. E' una questione tra Mary ed Emmeline, adesso.
Dopotutto, l'orgoglio era sempre stato un difetto comune ai Grifondoro: non c'era nulla di cui preoccuparsi.
"Evans, stamattina i tuoi capelli sono più rossi, sai? Sono davvero stupendi."
Lily sbuffò sonoramente e tornò al suo tema.
Ignoralo, forza. Se lo ignori, magari penserà che non hai sentito.
A quanto pareva, questa tecnica non funzionava con Potter.
James, infatti, le sventolò una mano sotto gli occhi, distraendola nuovamente.
Ma allora è proprio demente. Merlino, non può stare fermo, una buona volta?
"Sì, Potter?" esalò allora Lily, la voce intrisa di acidità.
"Niente, Evans. Ti volevo solo dire che sei bella."
Lily si sforzò di tirare fuori il sorriso più falso del suo repertorio.
"Grazie, Potter. La mia giornata è veramente migliorata dopo questo complimento. Non so come avrei fatto senza! Sai, Potter, credo proprio che sia venuto il momento di uscire con te!"
Gli occhi di James diventarono improvvisamente quattro volte più grandi, mentre la sua bocca i contorceva fino a formare una "O" perfetta.
"Davvero?"
"No, Potter, no! E ora smettila di parlare, altrimenti i tuoi capelli diventeranno rossi, e ti assicuro che non saranno per nulla stupendi!"
"Mi dispiace, ma è impossibile! I miei capelli sono sempre meravigliosi, indipendentemente dal colore!"
"Ci tieni così tanto a provare, Potter?"
Lily aveva afferrato la bacchetta e se la rigirava tra le dita, con sadismo.
"Nah, sto bene così. Pensa alle mie fans, si spezzerà loro il cuore!"
"E allora taci, Potter, e lasciami studiare. Ci siamo intesi?"
"Signorsì, Evans!"
E mentre la sfida di sguardi continuava e continuava, Lily tornò al suo tema, con impressionante calma.

L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora