Capitolo 10

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Megan

Mentre percorro la mia solita strada sento delle goccioline diventare un tutt'uno con la divisa di scuola scurendola in alcuni punti.

Sta iniziando a piovere proprio ora.

Mi fermo un attimo per annusare l'odore piacevole dell'erba bagnata.

Decido tuttavia di accelerare il passo. Per quanto io ami la pioggia non posso sicuramente rischiare di prendere l'influenza.
Con il sistema immunitario che mi ritrovo riuscirei a prenderla anche in piena estate.

Sembra andare tutto bene, fino a quando cado su un sentiero pieno di sassi procurandomi una ferita all'arto sinistro.

Cerco di rialzarmi più in fretta che posso dato che la pioggia sta pian piano aumentando.
La ferita brucia parecchio, ma questo non mi impedisce di proseguire.

Ci mette pure il vento adesso che cerca di farmi volare verso l'infinito e oltre.

Tutti e due oggi per niente collaborativi.

Arrivo in tempo sull'uscio di casa e a ripararmi ci pensa la tettoia ricoperta di fiori finti e lucine decorative.
Modestamente sono proprio brava ad arredare.

Caccio via tutta la terra appiccicata nelle suola delle scarpe sfregandole sul tappetino d'ingresso.

Prendo le chiavi di casa dalla tasca dello zaino e mi avvicino alla porta.
Ad un tratto una voce mi ferma.

"Scusi signorina!"
Mi giro subito e vedo a pochi metri di distanza un uomo di colore abbastanza muscoloso con spalle ampie.

"Sono un agente di polizia" conferma mostrando il distintivo. "Ha per caso visto quest'uomo  in questa zona?" Chiede tirando fuori anche la foto di un uomo.

Quell'uomo lo conosco bene.
Eccome se lo conosco!
Quell'uomo è Mike!
Mike Robinson.

Per non destare sospetti mi convinco mentalmente di non lasciare trapelare alcuna emozione.

"No agente, mai visto" rispondo scrollando le spalle.
"Ne è proprio sicura?" Domanda ancora una volta.
"Si...sicurissima"
"Va bene, se avesse qualche notizia sa dove telefonarci." conclude,lasciandomi un biglietto e girando i tacchi.

Io però voglio sapere di più.

"Aspetti! Perché lo state cercando? Cos'ha fatto?"
Questo ridacchia. "La storia è davvero complicata, non riuscirei a raccontargliela in poco tempo. Sa, ho altre persone a cui chiedere."
"Certo capisco. Arrivederci."

Mi fa un cenno col capo per poi mettere in moto la macchina e andarsene.

Faccio fatica persino ad inserire la chiave per entrare in casa.
Tremo come una foglia.
E non a causa del vento.

Riesco ad entrare e un odore di cannella mi invade le narici.
Saranno sicuramente le candele di mia mamma.

Non appena si alzano le temperature di un grado, il giorno dopo ha già pronto l'albero di Natale.

Troppo impaziente.
Ecco da chi  ho preso.

Una leggera musica mi arriva alle orecchie. Ascoltando meglio proviene da camera sua.

La porta è semi aperta, perciò guardo da quel poco che si vede.

Riesco a trattenere a stento una risata.

Mia madre, con una scopa che utilizza come microfono in una mano e una paletta nell'altra, si immedesima in un concerto come se lei fosse la cantante.

"The distance and the time between us it'll never change my mind, 'cause baby I would...MEGAN!"

Ops, beccata.

" Wow mamma, hai inventato un nuovo pezzo e io non ne sono a conoscenza? Mi offendi così." Dico portando una mano al petto come se fossi ferita.
"Vai subito in camera tua!" Dice imbarazzata.
"E comunque era die for you!" Continuo.
"Muoviti!" Grida ancora.

Ridacchio e faccio come dice.

Ora però ho altro a cui pensare.

Prendo il pc e cerco nome e cognome di Mike per trovare qualche informazione.

Fisso la scritta che appare successivamente più volte.

'La ricerca di -Mike Robinson- non ha prodotto risultati in nessun documento.'

Come diavolo è possibile?

Riprovo a cercare aggiungendo maiuscole, minuscole ma nulla.
Sono sempre al punto di partenza.

La mia mente ormai è occupata da tante domande e nessuna di esse con risposte.

???

"Capo, ho chiesto a tutti i residenti, nessuno l'ha visto"
"Sei veramente sicuro? Tutti tutti?"
"Sì signore."

Prendo la cartina della città da un cassetto e gliela porgo.

"Cercate di trovare più informazioni possibili in queste zone indicate. Non voglio che veniate qui senza aver trovato prima anche un minimo dettaglio che possa esserci utile. Lo farete domani, dillo agli altri tuoi colleghi. Tutto chiaro?"

Annuisce e se ne va.

Dopo essermi accertato che non ci sia nessuno, lo chiamo.

"Dimmi" inizia a parlare.
"Ho fatto tutto quello che mi hai chiesto. Quando arriverà la mia parte?"
Sogghigna. "Tempo al tempo." Dice prima di concludere la telefonata.


Spazio autrice

Potete notare che il capitolo è abbastanza corto, però pieno di dubbi e misteri da risolvere.

D'altronde, ci voleva un po' di pepe in questa storia, no?

Come sempre, aspetto un vostro commento per sapere il vostro giudizio💕

Al prossimo capitolo!🌺

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