"Un posto sicuro "

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Dopo la festa di Halloween, la vita quotidiana riprende con il solito ritmo: scuola, compiti, e il tentativo di adattarsi alla nuova città. Ma qualcosa è cambiato. Ogni volta che passo per i corridoi, cerco involontariamente con lo sguardo Leo, e mi accorgo che lui fa lo stesso. C'è una strana tensione tra noi, come se qualcosa fosse rimasto in sospeso quella notte.

Un giorno, durante una pausa pranzo, sto leggendo un libro sotto l'albero in cortile, cercando di godermi un po' di tranquillità. Improvvisamente, sento qualcuno avvicinarsi. Alzo lo sguardo e vedo Leo, che si siede accanto a me senza dire una parola.

"Ciao," dice infine, rompendo il silenzio. "Ti ho vista qui da sola e ho pensato di farti compagnia."

"Sì, mi piace leggere qui, è più tranquillo," rispondo, cercando di nascondere la sorpresa di vederlo lì.

Leo guarda il libro che ho in mano e sorride. "Cosa stai leggendo?"

"Un romanzo storico. Mi piace perdere il filo della realtà ogni tanto," spiego, un po' imbarazzata.

"Capisco," annuisce Leo. "Anche a me piace immergermi in altre realtà. Magari non attraverso i libri, ma... sai, esplorando, scoprendo storie nascoste."

La sua risposta mi colpisce. Non avevo mai pensato a Leo come a qualcuno interessato a cose così profonde. "A proposito di storie nascoste," dico con un tono più leggero, "hai scoperto qualcosa di nuovo su quel diario che abbiamo trovato?"

Leo scuote la testa, ma c'è un luccichio nei suoi occhi. "Non ancora. Ma non riesco a togliermi dalla testa quella storia. Mi fa pensare che ci siano ancora segreti da scoprire, non solo su quella casa, ma su questa città... e magari anche su di noi."

Le sue parole lasciano un'eco nell'aria, e mi accorgo che stiamo parlando di qualcosa di più del diario. C'è qualcosa di inesplorato tra noi, qualcosa che entrambi sembriamo curiosi di scoprire, ma nessuno di noi sembra pronto a fare il primo passo.

"Credi nelle leggende?" gli chiedo, quasi senza pensarci.

Leo mi guarda con attenzione, poi sorride. "Forse non ci credevo fino a quella notte. Ma ora... chi lo sa? Forse ogni leggenda ha un fondo di verità. Forse le persone le inventano per dare un senso a ciò che non riescono a spiegare."

Il suono della campanella ci interrompe, segnalando la fine della pausa. Mentre ci alziamo e ci dirigiamo verso le classi, Leo mi lancia un'occhiata furtiva. "Sei libera stasera?"

La domanda mi coglie di sorpresa. "Non ho nulla di particolare in programma, perché?"

"Pensavo... se ti va, potremmo fare una passeggiata. Magari riprendiamo da dove abbiamo lasciato la caccia al tesoro. Ho scoperto un posto interessante in città, e volevo mostrartelo."

Esito solo un attimo, poi annuisco. "Mi sembra una buona idea. Dove ci vediamo?"

"All'ingresso del parco, alle sette?" propone Leo, con un mezzo sorriso.

"Va bene," rispondo, sentendo una strana eccitazione crescere dentro di me.

Il resto della giornata passa lentamente. La mia mente continua a tornare all'incontro con Leo sotto l'albero e all'appuntamento di stasera. Mi chiedo cosa voglia mostrarmi e perché sembri così intenzionato a passare del tempo con me. C'è qualcosa in lui che non riesco ancora a capire, ma che mi incuriosisce sempre di più.

Quando arriva la sera, mi preparo con un po' di nervosismo. Non so cosa aspettarmi da questa uscita, ma sento che sarà qualcosa di diverso, qualcosa che potrebbe cambiare il nostro rapporto.

Alle sette in punto, arrivo all'ingresso del parco. Leo è già lì, appoggiato a un lampione, con quell'espressione rilassata che lo caratterizza. Mi saluta con un cenno del capo e un sorriso che sembra sincero.

"Pronta per l'avventura?" chiede.

"Prontissima," rispondo, anche se dentro di me sento un misto di ansia e eccitazione.

Iniziamo a camminare lungo il viale del parco, immersi in una luce soffusa creata dai lampioni e dal crepuscolo. Il parco è quasi deserto, il che rende l'atmosfera ancora più suggestiva.

"C'è un posto qui vicino che ho scoperto per caso," dice Leo, rompendo il silenzio. "È nascosto tra gli alberi, nessuno sembra frequentarlo molto. È perfetto per... riflettere."

Mentre parliamo, ci addentriamo sempre di più nel parco, fino a raggiungere una piccola radura circondata da alberi alti e densi. Al centro c'è una vecchia fontana in pietra, ormai secca, ma ancora bella nella sua decadenza.

"È qui che vieni a riflettere?" chiedo, sorpresa dalla tranquillità del luogo.

Leo annuisce. "Quando ho bisogno di allontanarmi da tutto, vengo qui. Nessuno mi cerca, nessuno mi trova. È come un piccolo rifugio segreto."

Mi siedo sul bordo della fontana, guardandomi attorno. L'ambiente è davvero suggestivo, e posso capire perché Leo si senta così legato a questo posto.

"Grazie per avermi portata qui," dico con sincerità.

"Mi sembrava giusto condividere questo posto con qualcuno che potrebbe apprezzarlo," risponde Leo, sedendosi accanto a me. "E poi, dopo quella notte di Halloween, ho capito che forse 'da solo' non è sempre la cosa migliore."

Le sue parole mi colpiscono profondamente. C'è una vulnerabilità in lui che non avevo mai visto prima, qualcosa che mi fa capire quanto sia difficile per lui abbassare le sue difese.

"Non devi, Leo," dico, guardandolo negli occhi. "Non sei solo. Non devi esserlo."

Lui mi osserva in silenzio per un attimo, come se stesse valutando quanto fidarsi di me. Poi, con un respiro profondo, parla. "Ho sempre pensato che se mostro troppo di me stesso, le persone ne approfitteranno. Che se mi apro, mi feriranno. È sempre stato così, e ho imparato a proteggermi."

"Capisco," rispondo, cercando di essere comprensiva. "Ma a volte, aprirsi può anche portare qualcosa di positivo. Non tutti sono lì per ferirti."

Leo sorride, ma c'è una tristezza nei suoi occhi. "Forse hai ragione. Forse... è solo una questione di trovare le persone giuste."

C'è un lungo silenzio tra noi, ma non è imbarazzante. È un silenzio pieno di comprensione reciproca. Poi, come se volesse spezzare quell'atmosfera carica di emozioni, Leo si alza e mi tende la mano.

"Vieni, ti mostro un'altra cosa," dice, con un tono più leggero.

Lo seguo mentre mi guida verso un sentiero nascosto dietro gli alberi. Dopo qualche minuto di cammino, arriviamo a un punto del parco da cui si può vedere tutta la città illuminata sotto di noi. La vista è mozzafiato, e per un momento restiamo entrambi in silenzio, ammirando lo spettacolo.

"Non avevo mai visto questo posto," dico, incantata dalla vista.

"Nemmeno io, fino a qualche mese fa," risponde Leo. "È stato un caso. Ma da allora, è diventato il mio posto preferito. Qui mi sento... libero."

Mentre restiamo lì, fianco a fianco, mi rendo conto di quanto sia cambiato il mio rapporto con Leo. Non è più solo il ragazzo tenebroso che mi infastidiva; è qualcuno che sta cercando di mostrarmi chi è veramente, e io sto iniziando a fare lo stesso.

Non so dove ci porterà questo cammino, ma per la prima volta, mi sento pronta a scoprirlo. E mentre le luci della città brillano sotto di noi, mi rendo conto che, qualunque cosa accada, questa serata resterà sempre un ricordo speciale, un punto di svolta per entrambi.

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