lunedì 13 luglio.

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A volte penso di odiare questa società, altre, ne sono certo.
13/5-13/7

Sono passati due mesi da quel famoso giorno in cui mia madre, mio padre e mio fratello persero la vita.
Il ricordo di loro tre è ancora vivo in me.

Ricordo mia madre come una donna rispettabile, sempre gentile con tutti e  sempre e continuamente sorridente. Poi quando si arrabbiava, soprattutto con me, cambiava completamente e mi dispiace dirlo, ma in quei momenti la odiavo. Sì, perché quando si arrabbiava con mio fratello lo perdonava subito, faceva finta che non fosse successo niente, mentre quando si arrabbiava con me non mi parlava, riservava espressioni di disgusto solo per me e, le poche parole per me, erano offensive e piene di veleno. Sembrava avessi ammazzato qualcuno o, semplicemente, sembrava che io le stessi recando danno con la mia esistenza.

E per quanto debole e indifeso io possa sembrare lo ammetto, piangevo. Anche se in realtà io mi sentivo realmente così, indifeso e nulla.

Poi iniziava con la storia che io non l'amavo e che prima o poi sarebbe morta per colpa mia. Allora io, sbagliando, mi incazzavo perché impazzivo per lei, è mia mamma e ai miei occhi era bellissima.

Mentre mio padre lo ricordo come un uomo estremamente premuroso, disponibile anche se non sempre gentile. Le sere mi prendeva, mi caricava in macchina e andavamo in città. Non frequentavamo posti lussuosi, giravamo solo per i 4 bar più frequentati da mio padre e ora, dopo la sua morte, mi guardo bene dal non avvicinarmi a quei bar sapendo che, probabilmente, i ricordi mi affollerebbero la mente e i sensi di colpa possano tornare a farsi sentire.

Ma forse è giusto così. È colpa mia se ora non sono più qui, erano usciti per cercarmi quella sera ed io, da tale stronzo, ero seduto nel bar preferito di mio padre a bere.

Da quel giorno non bevo, non fumo e non esco più la sera.
A volte vorrei solo provare dolore perché quello che sento è un vuoto, un buco nel petto. Amerei il dolore, saprei che sensazione è e, provandoci, riuscirei a tenergli bada mentre con questo vuoto non so che fare. So solo che fa un male porco.

E, e ricordo anche mio fratello, due anni più grande e il preferito dei miei genitori.

Lui aveva voti alti a scuola, non era mai caduto nella droga, nel fumo e nel bere e, soprattutto, aveva vinto una borsa di studio. Era il tipico figlio perfetto da presentare a parenti e amici e per il quale andare fieri. Pur io ero fiero di lui, ma non volevo essere lui.

Io volevo vivere veramente, altro che stare chiuso in camera ore a studiare. Era comunque il loro preferito e, ne sono certo, lo è tuttora.

Caro diario,

Luna perdonami se oggi ho rifiutato il tuo invito. Non ti ho dato neanche una spiegazione, ho detto no e basta.

Mi schifo anche per questo.

Davvero mi dispiace moltissimo ma non parlo mai della loro morte in questo giorno e, se domani mi concederai un altro appuntamento, ti spiegherò tutto.

Spero tu capisca.

Ma comunque questo non giustifica niente.

Ti prego, perdonami.

Luna ti amo.

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