martedì 14 luglio.

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Una grande macchina, un grande potere, un grande nome: "etichettatrice"

In realtà nessuno può usarla, è stata creata per gli oggetti, non per le persone.

Luna, i miei amici ti hanno etichettato come "airbag". Mi hai salvato allora per loro sei il mio airbag. Non amo particolarmente questo soprannome, io preferisco chiamarti Luna oppure piccola. "Piccola" lo amo. Sembra che io detta proteggerti, amarti nel modo più folle possibile e fartelo capire. Un po' come l'amore di un papà e la sua bambina, la sua piccola.

Sei la prima alla quale do questo nomignolo, sei la prima alla quale do un nomignolo.

Ilaria la chiamavo Ilaria e basta e lei mi chiamava Francesco e basta. Non mi è mai fregato qualcosa dei nomignoli ma questa volta, con te, non lo so. Solo sento di doverti chiamare così.

Io invece sono stato etichettato "stronzo". Stronzo perché è la parola che uso di più, stronzo perché mi autodefinisco così, stronzo perché sono uno stronzo.

Sì, ero un menefreghista assurdo prima di te. Probabilmente neanche più di me mi importava qualcosa.

So che non ti piace quando parlo di Ilaria, ma te lo posso giurare, io per lei non provo niente più che gratitudine. Anche lei ha un'etichetta. "Sgualdrina".

Lo odio, odio quest'etichetta. Chi sono loro per chiamarla così? per buttarle apertamente merda addosso?

Davvero, che schifo.

Caro diario,

grazie.

Piccola ho pianto quando sono tornato a casa, dopo averti raccontato tutto.

La loro morte, la droga, il bere, tutto.

E sono morto anch'io sai? quando iniziasti a piangere ed io mi sentivo spezzare dentro. Odiavo quel momento.

Era solo colpa mia infondo, era meritato il vuoto-dolore che sentivo.

Non riesco a perdonare me stesso, non posso.

Io devo soffrire come hanno sofferto loro e lo ammetto, io Luna non ti merito.

Sono solo uno stronzo e da tale non ho intenzione di lasciarti andare. Non ti farò del male, non aver paura.

Anche se in realtà ho più paura io. Quando sorridi ho paura di non poter più rivedere quel sorriso, i tuoi occhi, di scordare il gusto della tua bocca. Ho paura di non poter più inebriarmi del profumo dei tuoi capelli.

Mi rendo conto solo adesso di quanto male ho fatto o di quando male mi è stato fatto.

Allora io lo dico.

Luna ti voglio sposare e se non succederà mi ammazzo, giuro.

Lo scrivo sì, con la consapevolezza che non leggerai mai questo mio diario per te.

E probabilmente non mi ammazzerei, non ho il coraggio.

il diario di luna.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora