xv/ii. la fine è il mio inizio

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L'inizio è la mia fine
e la fine è il mio inizio.
Tiziano Terzani

Tiziano Terzani

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Il Castello si stagliava di fronte ai loro occhi in tutta la sua maestosità: era circondato da siepi che fungevano da mura—per evitare di alzare altre mura all'interno delle Mura, e l'ingresso si presentava con una piccola piazza al cui centro era stata posta una bellissima fontana.

La carrozza che li accompagnava ne percorse il perimetro fermandosi all'ingresso principale, e subito il facchino che li attendeva gli andò incontro per dargli il benvenuto.

L'uomo fece per aprire le porte della vettura, e subito Levi ne scese con nonchalance, senza guardarsi indietro per assicurarsi che la sua accompagnatrice lo stesse seguendo.

Il facchino tenne la porta aperta e le allungò una mano per aiutarla a scendere; una mano fasciata in un guanto ricamato la afferrò, sostenendosi.
Aura indossava ancora l'abito da sposa, la cui gonna le stava dando fin troppo disturbo.

«La ringrazio.» Rivolse un leggero sorriso all'uomo, che ricambiò con un cenno di capo.
Poi si diresse verso l'interno, seguendo suo marito.

Se l'esterno l'aveva lasciata senza parole, l'interno non fu da meno: il concierge era totalmente di marmo chiaro e i dettagli dipinti d'oro. O era proprio oro? D'altronde parliamo di un'ex proprietà del Re, non c'era da meravigliarsi tanto se fosse stato così. Gli occhi le luccicavano.

Mentre il suo corpo si muoveva in automatico, la sua mente era talmente rapita da tanta bellezza che non si accorse di Levi che gesticolava con l'addetta al ricevimento. La sua attenzione fu catturata da un piccolo dettaglio—più precisamente, una frase.

«I signori Ackerman, giusto?» La donna stava leggendo un registro, probabilmente gli arrivi del giorno. Con una penna depennò qualcosa.

Signora Ackerman. Aura Ackerman.

Aura era in trance, quando sentì la calda mano di Levi poggiarsi saldamente sulla sua schiena, e fu come scossa da un brivido che la riportò alla realtà, a quello che stava accadendo.

«Sì. Levi e Aura, ecco i nostri documenti.» Levi estrasse dal taschino interno del completo il documento e lo porse alla donna. C'era anche quello matrimoniale, in modo che potessero registrare entrambi—dato che non aveva il suo.

Il suo documento da cittadina ufficiale delle Mura sarebbe arrivato a breve, le aveva assicurato Erwin. E finalmente avrebbe potuto tirare un sospiro di sollievo, senza più dover temere la minaccia della Città Sotterranea.

「 outlander 」 levi ackermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora