7.
Il Ballo di Fine Anno. La consegna dei diplomi. L'inizio di un nuovo corso, di una nuova vita.
Beh, anche questa era un'esperienza nuova.
Come quella di imparare l'arte sopraffina della truffa.
Nella mia precedente vita, grazie a professionisti compiacenti, avevo contraffatto centinaia di documenti, diplomi, benemerenze e tutto ciò che avrebbe potuto servirmi per portare avanti i miei scopi.
Certo, mi ero sentita una ladra nel dover usufruire di simili stratagemmi per poter interagire con il mondo che mi circondava.
Purtroppo, da quando erano stati inventati i documenti di identità, era divenuto difficile muovermi come avevo fatto in precedenza, nel corso dei millenni.
Usare un nome, piuttosto che un altro, non mi era più stato possibile come in passato.
Mio malgrado, mi ero alleata a personaggi davvero poco raccomandabili ma che, alla fine, nel loro modo contorto e al di fuori della legge, mi avevano aiutata a portare del bene nel mondo.
Come una Fenice deve sempre fare.
Alla fine di giugno, con gli esami finali ormai terminati e la cerimonia di consegna dei diplomi, si sarebbe inserito anche questo fantomatico ballo studentesco.
Mi ero sempre rifiutata di andare a quelli che, negli anni precedenti, la mia scuola aveva organizzato, di volta in volta, in un albergo diverso di Lincoln City.
Quest'ultimo, però, preparato in pompa magna nella palestra della scuola - l'anno precedente, due ragazzi avevano demolito la hall dell'albergo - non me lo sarei perso.
Il motivo, unico e importantissimo, era la presenza di Alex.
Si era offerto di accompagnarmi lui stesso alla festa, restio a permettermi di accettare un qualsiasi invito da parte di un qualsiasi maschio della scuola, così come alla sottoscritta di proporne.
Sapevo senza ombra di dubbio che la sua gelosia nei miei confronti, cresciuta nel corso degli anni come la nostra età, era puramente fraterna.
Non rischiavo perciò nulla ad accettare le sue attenzioni.
Ero stata molto attenta, durante la mia maturazione e mutazione da ragazzina in donna, a non causare alcun tipo di danno emotivo in nessuno dei miei cugini.
Tutto avrei sopportato, ma non l'idea di fare loro del male a causa di una possibile infatuazione da parte loro nei miei confronti.
Se anche uno solo di loro si fosse innamorato di me, avrei dovuto fuggire via per impedire loro di soffrire, poiché non mi era concesso di amare una sola persona.
Certo, volevo un mondo di bene alla mia famiglia, ma non era quel tipo di amore da cui dovevo fuggire.
Mio malgrado, avevo imparato a mie spese come gestire quel tipo di sentimento.
Dovevo prestare attenzione a essere sempre vigile, in modo tale che il mio affetto per loro non mi rendesse cieca al mondo, ma sapevo di esserne in grado.
L'amore con la A maiuscola, quello che avevo provato a suo tempo per Rah, quello dovevo evitarlo come la peste bubbonica.
Perché era vietato, era una cosa che non potevo neanche pensare di avere.
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Ali Scarlatte
RomanceLa storia di Joy è la storia delle molte vite di Fenice Araba che, con i suoi poteri, tenta a ogni rinascita di portare il Bene e l'Amore nel mondo. Ma può, l'amore vero e Unico, toccare anche una creatura come lei che, da sempre, non vi si può abba...