Capitolo 3

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3.


"Che la fenice more e poi rinasce,
quando al cinquecentesimo appressa
erba né biada in sua vita non pasce,
ma sol d'incenso lacrima e d'amomo,
e nardo e mirra son l'ultime fasce."
(Dante - Inferno XXIV, 107-111)





I primi anni nella famiglia Patterson, dopo l'arrivo della piccola Aileen Joy, furono caratterizzati da tante prime volte.


Tra alti e bassi, Melinda e Richard riuscirono a districarsi nel migliore dei modi in queste prime esperienze nonostante, per loro, il mestiere del genitore fosse nuovo quanto, ormai, insperato.


Aileen Joy si dimostrò, fin da subito, una bimba desiderosa di scoprire il mondo che la circondava.


Nella maggior parte dei casi, purtroppo per le coronarie degli amati genitori, incurante dei potenziali pericoli cui andò incontro e sorda ai richiami accorati di Melinda e Richard.


Naturalmente, Alex e i suoi fratelli ne approfittarono per accodarsi orgogliosamente quanto follemente alla cugina, coinvolgendola o seguendola ciecamente in spericolate avventure in giro per casa.


Ginocchia sbucciate e sonori rimbrotti da parte di entrambi i lati - che venissero dai Patterson o dai Barrett, le reprimende non differivano molto - divennero quindi all'ordine del giorno.


L'unica sopravvissuta a ogni scorribanda, a ogni rotolamento nella sabbia o sull'erba folta, ovviamente fu sempre Aileen Joy.


In modo del tutto inspiegabile, la bambina riuscì ogni volta a evitare di farsi male – causando però non pochi danni collaterali ai cugini durante i suoi pellegrinaggi.


Seppur non comprendendo come vi riuscisse, Melinda non poté che esserne felice; la sola idea che la sua figlioletta potesse anche solo farsi un graffio era, per la donna, praticamente inaccettabile.


Fu così che, senza mai essersi sbucciata un gomito o rotta un'unghia contro un mobile o un gradino, Aileen Joy si presentò al suo primo giorno di scuola elementare, alla tenera età di sei anni.


Tutta sorridente e per nulla timorosa di affrontare quella che, negli anni a seguire, sarebbe stata la sua vita di studentessa, avanzò senza remore tra le braccia aperte di quella nuova avventura.


Abbigliata con un soffice abitino fiorato e armata di cestino per il pranzo e zainetto, Aileen Joy percorse da sola i gradini che conducevano all'interno dell'istituto scolastico.


Solo quando si trovò dinanzi all'enorme portone di vetro, si volse per salutare il padre con la mano libera, un bel sorriso sul volto tondeggiante e paffuto, circondato da caldi boccoli di fuoco.


Tutto orgoglioso e talmente sorridente da rischiare la paresi facciale, Richard Patterson ricambiò il saluto cercando di non scoppiare in lacrime. Se la scuola materna era stata più o meno superata senza traumi, per lui, non era del tutto certo che questo nuovo scoglio sarebbe stato altrettanto semplice da superare indenne.

Ali ScarlatteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora