Capitolo 12

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12.


Avevo sempre saputo che Brian era il più scapestrato e frenetico dei miei tre cugini.

Che decidesse, però, di entrare nell'FBI alla fine dell'università, non me lo sarei mai e poi mai aspettata.

Tutti noi avevamo pensato che si sarebbe arruolato in qualche corpo militare.

Era sempre stato attratto dalla vita che conduceva il padre del suo migliore amico, Roy Sparrow, che era un colonnello dei Marine degli Stati Uniti d'America.

Invece, con il sopraggiungere dell'autunno, poco prima di rientrare all'università di Berkeley, ci aveva lanciato quella bomba a sorpresa, senza che noi fossimo minimamente preparati.

Non che vi fosse nulla di male nell'entrare nell'FBI – era al servizio della patria, come aveva sempre desiderato fare – ma la cosa mi aveva fatto venire la tremarella, e per più di un motivo.

Di certo non mi aspettavo di veder comparire Mulder e Scully* davanti alla mia porta di casa, ma saperlo invischiato in quell'universo pieno di segreti e bugie mi faceva sentire a disagio.

Facendo buon viso a cattivo gioco, mi ero comunque congratulata con lui per la scelta fatta e gli avevo augurato ogni bene, mentre il resto della famiglia aveva fatto lo stesso.

Alex, messo al corrente tramite telefono della decisione del fratello – era impegnato in una causa piuttosto importante, perciò impossibilitato a rientrare a Lincoln City – aveva chiesto al fratello se, per caso, fosse diventato matto.

Ridendo di gusto di fronte alla replica infervorata di Brian – che aveva difeso a spada tratta la sua scelta – gli aveva fatto a sua volta i suoi migliori auguri, dichiarandosi curioso di vederlo in giacca e cravatta scure.

Brian aveva nicchiato di fronte alle sue battutine di spirito, dicendosi più che convinto della sua scelta.

Spiegandoci di aver già preso contatti per partecipare ai corsi di formazione a Quantico, in Virginia, aveva finito con il prolungare – e di molto – la sua permanenza fuori casa.

Speravo soltanto che lo mandassero nel più vicino ufficio disponibile, anche soltanto a distribuire scartoffie.

L'idea di saperlo in giro per gli Stati Uniti, lontano da tutti noi, mi rattristava.

A ogni buon conto, non stava partendo per la legione straniera, né stava entrando in una setta religiosa, perciò in qualche modo avremmo continuato a vederci.

Speravo ardentemente non su fronti opposti.

***

Le valigie erano ormai pronte, il cappotto color cammello ben disteso sul letto, le scarpette da ginnastica ai piedi, il maglione d'angora sulle spalle e i jeans neri già indossati da un po'.

Non le mancava nulla, forse solo un po' di coraggio per affrontare le facce sconsolate di suo padre e di suo zio.

Erano in salotto da un po', e attendevano falsamente tranquilli di poterla accompagnare all'aeroporto per partire alla volta di Cambridge, nei pressi di Boston.

In quella culla della cultura e del sapere, Joy avrebbe conosciuto la sua futura compagna di stanza presso il dormitorio universitario. Non sapeva nulla di lei, tranne quel poco che le era stato riferito dall'ufficio preposto, e l'idea di conoscere una persona nuova era per lei fonte di aspettativa.

Ali ScarlatteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora