CAPITOLO 10

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"Perché, vuoi aspettare che nascano?" chiese Zayn, Harry rispose prontamente: "Non voglio causare nessuno stress a Louis, in questo momento e fino al termine della gravidanza". "Eppure, ora è più vulnerabile Harry" gli ricordò il moro: "Per via degli ormoni e del bisogno della vicinanza del suo Alpha". "Cosa vuoi dire?" domandò Harry, corrugando la fronte. "Secondo il contratto matrimoniale, in caso di infedeltà, l'altra parte può ripudiare il marito e mandarlo in esilio". Il principe consorte si passò la lingua sulle labbra: "Conosco bene quella clausola, avevo pensato di usarla per spingere Louis a ripudiarmi, ma in quel caso resterei senza niente. Se invece fossi io a ripudiarlo, a torto o a ragione, il popolo non sarebbe contento. Tutti adorano Louis, è una persona solare e generosa". "Ma se tu lo ripudiassi per adulterio, esiliandolo all'insaputa di tutti? Potremmo inscenare la sua morte e tu saresti il vedovo inconsolabile, destinato a regnare fino a che non lascerai il trono ad uno dei tuoi figli" ipotizzò Zayn, sicuro di sé. Un lungo silenzio seguì quelle parole, sembrava un buon piano, che risolveva tutti i problemi dell'Alpha ma cosa ne sarebbe stato di Louis? "Non potrei mai farlo" sussurrò Harry, l'Omega era stato sempre sincero e gentile con lui, non meritava un tale tradimento.

Harry scrisse ai suoi genitori, prendendo tempo e rimase in attesa di una risposta. Con il passare dei giorni, si sentì sempre più agitato. Louis era stato messo a riposo dal medico e tutto il peso delle decisioni e delle responsabilità era su di lui. Non gli dispiaceva, ma era frustato nel mettere tanto impegno per qualcosa di passeggero, che non gli apparteneva. La replica di suo padre il re di Wares arrivò quasi un mese dopo, innervosendolo ulteriormente. Desmond II chiedeva di fissare quanto prima una visita nel regno di Summet, accusando il figlio di essere un debole incapace di imporsi. La missiva si concludeva con l'auspicio di essere presto ospiti presso il palazzo, per sincerarsi che effettivamente il suo terzogenito avesse conquistato il regno e non stesse vantandosi di un successo mai ottenuto. Harry accartocciò la lettera, con rabbia, dopo averla letta diversa volte. Nei giorni successivi, si immerse completamente nel lavoro di reggente, evitando contatti con chiunque. Le parole di suo padre avevano sempre il potere di farlo sentire un ragazzino immaturo ed incapace, rischiando di fargli perdere il controllo e sfogare la sua rabbia contro qualche innocente malcapitato. Consapevole del rischio, l'Alpha aveva evitato per giorni i suoi amici e suo marito. Sapeva che Louis era stato visitato recentemente dal medico, ma aveva preferito non raggiungerlo durante la visita con la scusa di impegni improrogabili nel governo del regno. Il re stava entrando nel sesto mese di gravidanza e il principe si sentiva in colpa per non essere più presente, ma conosceva bene il proprio pessimo temperamento e non voleva rischiare di fargli del male. Il medico di corte gli aveva riferito che tutto procedeva bene, ma Louis doveva rimanere il più possibile a letto per evitare complicazioni così era ormai, praticamente, confinato nella propria stanza. Ogni giorno, l'Alpha si riprometteva di andare a trovarlo ma poi trascorreva lunghissime ore ad occuparsi di una serie infinita di problemi, spesso addormentandosi alla scrivania. Gli mancava il sostegno gentile e informato di Louis, che nei primi mesi lo aveva affiancato ma non lo avrebbe mai ammesso, troppo orgoglioso e fiero. Inoltre, al momento era meglio non turbarlo. Aveva nominato i sui due amici Beta, Liam e Niall, generali dell'esercito di Summet mentre il suo secondo Zayn era a capo delle guardie di palazzo. Si sentiva più a suo agio nell'avere persone di sua fiducia a guida dei soldati del regno, al posto dei precedenti ufficiali nominati dal padre di Louis.

Liam e Niall erano quindi spesso lontani del palazzo, per sorvegliare i confini o tenere sotto controllo qualche gruppo di briganti, mentre Zayn gli era rimasto vicino ed era la sua valvola di sfogo giornaliera.

A quindici giorni dall'arrivo della replica di suo padre, Harry era ormai sul punto di esplodere. Non aveva ancora trovato una risposta da inviare, mentre ogni singolo abitante di Summet sembrava avere un problema che solo lui poteva risolvere. Inoltre, nel palazzo erano in corso i lavori per realizzare le camere dei bambini con un continuo via vai di operai, rumori assordanti e polvere ovunque. Il reggente era ormai perennemente nervoso ed irritabile. Dormiva poche ore, un sonno agitato e pieno di incubi, in cui i suoi genitori lo fissavano con aria delusa. Suo padre che gli rinfacciava i suoi errori, sua madre compassionevole che cercava di consolarlo. Si svegliava ogni giorno più stanco del precedente, demoralizzato al punto di pensare a fare i bagagli e partire. Sentiva anche la mancanza del suo Omega, cosa che non avrebbe mai ammesso perché lo riteneva da deboli. Non si era legato a Louis proprio per restare libero ed indipendente, mentre si sforzava di non pensare ai bambini. Li stava trascurando, ne era consapevole, ma allo stesso tempo temeva che stando troppo vicino al marito e sentendo la presenza dei gemelli, gli sarebbe poi stato impossibile sciogliere il matrimonio non voluto. Si sentiva in trappola, solo e debole.

Dopo un'altra settimana, come ogni sera sedette in uno dei salotti del palazzo per sfogarsi con Zayn. Come quasi ogni giorno, uno dei valletti di corte gli aveva portato un messaggio del re che chiedeva di raggiungerlo nelle sue stanze. Harry ogni volta trovava una scusa per rifiutare, cercando disperatamente di soffocare il crescente bisogno di farsi viziare e coccolare dal marito. Era un Alpha forte, non gli serviva nessuno. "Il medico di corte mi ha scritto che la gravidanza procede bene, tra pochi giorni Louis entrerà nel settimo mese" riferì all'amico, Zayn annuì: "Ormai manca poco, Harry. Se ricordo bene il cesareo è fissato per l'ottavo mese". Il principe sospirò, affranto: "Ma cosa cambierà, Zayn? Una volta nati i bambini, che speranze ho, di diventare re? Non intendo fare del male a Louis. Forse, dovrei semplicemente lasciar perdere". L'Alpha dai capelli scuri replicò irritato: "Non voglio sentirti parlare in questo modo! Abbiamo combattuto per anni, al tuo fianco e non devi arrenderti ora. Summet è un regno prospero e pacifico, ci siamo già ambientati e vediamo un futuro qui. Basta con questa vita da nomadi, in cui rischiamo la vita ogni giorno e vediamo morire i nostri compagni! Pensa anche a noi, Harry! A me, Liam, Niall ed a tutti i soldati che ti hanno seguito". Il principe abbassò il capo, sentendosi in colpa e terribilmente sbagliato. Zayn aveva ragione, lui era un generale ed il figlio di un re non un debole ragazzino pieno di scrupoli e incertezze. Fissò il viso dell'altro con un'espressione determinata: "Hai ragione, Zayn, basta esitare. Niente più scrupoli. Farò il necessario, per essere finalmente l'unico a regnare su Summet".

Bottino di guerra - Larry Fanfiction Omegaverse, MpregDove le storie prendono vita. Scoprilo ora