CAPITOLO 14 - EPILOGO

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"Ma, Harry" provò a sussurrare Niall, il principe scosse la testa e ribadì: "No, Ni, non è compito vostro e preferisco parlare con Louis, da solo. Sono stato immaturo ed egoista, ho lasciato che mio padre mi rendesse debole ed insicuro, ma ora so che essere un Alpha e governare un regno non ha niente a che vedere con la forza fisica. Ho abbandonato il mio vero compagno ed i miei figli, ascoltando le parole vuote di mio padre invece del mio cuore. Ora, devo essere abbastanza forte da compiere da solo le mie scelte e fare ciò che è giusto. Louis è il vero re, non solo per nascita ma anche per attitudine e cuore.

Il popolo lo ama e lui ama il suo popolo. Essere al suo fianco è un onore e non un peso, sono stato tanto sciocco da non comprenderlo. Non accadrà più", senza aggiungere altro si allontanò per entrare a testa alta nel castello di Patters.

Non c'erano guardie all'ingresso, Hangast era in pace con tutti e non temeva attacchi. Harry camminò lentamente, cercando di individuare il profumo inconfondibile di suo marito. Attraversò il cortile senza incontrare nessuno e percepì molti odori, il più forte era quello del padrone del castello, un Alpha giovane che però non doveva essere in casa al momento. Finalmente, sorrise riconoscendo il dolce aroma fiorito di Louis e si diresse senza esitare verso l'ala Sud del castello. Alla fine di un corridoio, c'era una porta aperta da cui proveniva una voce familiare. Harry si fermò sulla soglia, sapendo che presto la sua presenza sarebbe stata scoperta. Louis era seduto su un letto grande e comodo, chinato in avanti verso i due bambini sdraiati sulla schiena che sgambettavano. "Siete due piccoli birbanti" sussurrò il re, con voce dolce: "Dovete fare il riposino, adesso", lasciò un piccolo bacio sulla fronte di entrambi, prima di sollevarsi di scatto e voltare la testa verso la soglia. Harry si gelò sul posto, incontrando dopo mesi gli occhi chiari e limpidi di suo marito. Sembrava stanco, il giovane Omega ma sorrideva e il suo sguardo trasmetteva gioia e dolcezza. Senza dire nulla, il principe fece qualche passo e girò la testa per guardare i due bambini sul letto. Erano un visione, nei loro abitini bianchi con lo stemma di Summet. Il maschietto aveva radi capelli castani e gli occhi verde acqua, la bambina era leggermente più piccola, con la carnagione chiara ed i capelli folti e biondo scuro, gli occhietti socchiusi per il sonno erano una va di mezzo tra il blu e l'azzurro. "L-Louis" balbettò con voce fioca Harry, troppo emozionato per aggiungere altro. Il re fece un cenno del capo per salutarlo, l'espressione placida ed il tono pacato: "Pensavo non volessi vederli". Subito, l'Alpha scosse la testa e replicò in tono accorato, deglutendo un groppo in gola: "Sono stato un pazzo, mio signore. Per così tanto tempo, non ho desiderato altro che vederli e stare con te, ma ho continuato a rinnegare i miei stessi sentimenti temendo mi rendessero debole". Louis sollevò un sopracciglio e rispose gentilmente: "I sentimenti non ci rendono deboli, mio signore". Harry annuì, fissandolo negli occhi: "Ora lo so, Louis. Non lascerò più che il mio orgoglio e le parole di mio padre, guidino le mie azioni. Voglio essere un padre amorevole per miei figli ed un vero compagno per te, se mi vorrai". Il re sospirò, prendendo in braccio il maschietto e cullandolo dolcemente, mentre sussurrava: "Avvicinati, Harry, voglio presentarti i nostri bambini". L'Alpha eseguì, trepidante mentre Louis mormorava melodioso: "Lui è Astel Oren Tomlinson Styles, irrequieto e volitivo, probabilmente diventerà un Alpha", sollevò poi una mano per carezzare la testa della bambina, ancora sdraiato sul letto: "Lei invece è Alyssa Rose Tomlinson Styles, può incantarti con un solo sguardo e farti fare tutto quello che vuole". "Come te" sussurrò Harry dolcemente: "Un irresistibile Omega, dolce e forte. Con un cuore generoso ed una mente sottile, indipendente ma anche amorevole. Prezioso.". Louis arrossì a quelle parole, abbassando lo sguardo. Harry appoggiò un ginocchio sul letto, ammirando i bambini e suo marito. "So di averti fatto soffrire, tanto da non avere più il diritto di chiamarti mio, anche se è ciò che desidero" sussurrò Harry, sfiorando con una mano la spalla del marito: "Ma, credimi, anche io ho sofferto per i miei stessi errori e sono pronto a legarmi a te per sempre, se me lo concederai". Louis si morse un labbro, senza rispondere. Harry proseguì, con voce gentile: "In ogni caso, anche se non mi vorrai come compagno, voglio essere un vero padre per i nostri figli. Star loro vicino ed accompagnarli nel viaggio della vita, sostenendo ogni scelta che faranno liberamente, senza mai forzarli o giudicarli. Amarli, incondizionatamente". Con gli occhi lucidi, il re annuì, l'Alpha aggiunse: "Tu sei il re di Summet, io sono pronto ad essere al tuo fianco, se vorrai, oppure a farmi da parte e tornare ad essere il generale Styles. In ogni caso, amerò sempre te e i bambini e ci sarò per te, in qualunque modo tu vorrai, Louis. Ti amo, sei il solo compagno che io voglia e se non posso avere te, non mi legherò a nessuno. Hai scelto per i nostri bambini dei nomi stupendi, ti ringrazio. Sono dei fiori meravigliosi, come sei tu. Sono qui per restare, dimmi quello che vuoi e sarà fatto. Mio re, mio signore, potrò mai chiamarti mio compagno, mio Omega?". Louis non riusciva a parlare, mentre teneva lo sguardo sui suoi figli, le guance umide per le lacrime che non era riuscito a trattenere. "Sono sicuro che sarai un buon padre, Harry" mormorò con voce rotta, l'Alpha annuì con decisione, sollevandosi in piedi senza mostrare la propria delusione. Notando il movimento, il re sollevò la testa di scatto e lo fissò con un piccolo sorriso, gli occhi umidi blu come il mare. "Ti amo, Louis" sussurrò Harry, arrendendosi al sentimento e sentendosi sollevato e felice, nell'ammetterlo. "Anche io, ti amo, mio signore" replicò con un filo di voce l'Omega, aggiungendo poi con voce colma di emozione: "Voglio essere il tuo compagno, Harry", fece un cenno del capo come per sottolineare la sua decisione. L'Alpha, incredulo, prese un respiro profondo e si inginocchiò istintivamente, poggiando una mano sulla gamba dell'Omega: "Mio signore, mio re, mio Omega, non so descrivere a parole la gioia che provo in questo momento".

Louis si passò la lingua sulle labbra, rispondendo tranquillamente: "Torniamo a casa, mio signore, mio principe, mio Alpha. Sono sicuro che troverai modi che non necessitano di parole, per esprimermi la tua gioia ed il tuo amore".

FINE

Bottino di guerra - Larry Fanfiction Omegaverse, MpregDove le storie prendono vita. Scoprilo ora