2. Il cavallo agitato

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Anna si mosse sulla sella e Morningstar raspò a terra con lo zoccolo, nervoso. Voleva correre, esattamente come lo voleva lei. Doveva solo voltarsi e tornare indietro... No? "Morningstar vuole correre..."

"Oh, davvero? E io pensavo che fossi venuta qui per fare una passeggiata contemplativa. Sbagliato, allora?" Controbatté il sovrano, incrociando le braccia al petto. "E dove conti di andare?! Vuoi fare male al tuo amico, qui!?"

Anna tirò le redini, sentendo Morningstar fremere sotto di lei. "Se solo tu capissi, Thranduil! Questo cavallo vuole correre, e io ho bisogno di libertà. E pensare che volevo solo trascorrere una felice giornata a cavallo!! Mai avrei pensato che si aprisse un portale e mi ritrovassi a parlare con un re degli elfi dall'atteggiamento tirannico e dispotico!! Stai solo rendendo tutto più difficile! Lasciami tornare al mio mondo e dimenticati di me!"

"La vita non è così semplice, dolce Anna. Non puoi tornare indietro. Il portale è un addio, non un semplice passaggio." reagì il sovrano, duramente. Anna lo stava facendo esasperare, era al limite dell'accettazione di questo suo comportamento.

Anna strinse le redini, cercando di mantenere la calma. "Non ti permettere di chiamarmi 'dolce'. Non sei affatto un'autorità che posso rispettare!" rispose, la voce carica di frustrazione. "Tu non hai idea di cosa significhi sentirsi intrappolati in un mondo che non è il tuo!"

Thranduil, però, non si lasciò intimidire. "Intrappolata o meno, questo è il tuo destino ora. E ignorare la verità non cambierà le cose."

"Non è un destino, è una prigione! Tu parli di verità, ma la verità è che mi stai solo bloccando la strada!" Gli replicò lei veemente, gli occhi grigi così caratteristici della sua stirpe, ora pieni di collera mal repressa.

"Sei nel mio regno, Anna. Qui le tue parole hanno poco peso. È tempo di riconoscere chi comanda in questa terra." Le disse, spietato come sapeva essere solo lui. "Le tue lamentele possono attendere. È meglio che tu venga con me al palazzo, dove le cose possono essere gestite in modo appropriato."

Anna lo guardò con una miscela di sfida e frustrazione. "E pensi davvero che seguendoti al palazzo tutto si risolverà magicamente? Non sono una marionetta da muovere a tuo piacimento!"

Thranduil sollevò un sopracciglio, divertito dalla sua audacia. "Forse no, ma è lì che potrai finalmente capire le reali conseguenze delle tue scelte. È meglio che tu sia preparata."

La determinazione di Anna si scontrava con la sua autorità, creando una tensione palpabile mentre si avviava verso il palazzo, nonostante il desiderio di resistere. "Andiamo, Morningstar. Almeno ci muo..." Iniziò a fare avanzare il proprio adorato cavallo quando vide l'alce enorme che trotterellando felice, giunse vicino al suo cavaliere. Il Re. "Ahahahah, solo un alce poteva essere felice di vederti, maestà." Rise amaramente Anna.

"Ridi pure, Anna. Ma la tua ironia non cambierà ciò che è inevitabile. Seguimi e risparmiaci inutili drammi." Disse freddamente, salendo in sella al suo alce con un unico movimento fluido ed elegante. Anna si ritrovò per un istante a doverlo ammirare e questo le diede molto fastidio. Serrò le labbra e distolse lo sguardo per qualche attimo, chinandosi a dare una leggera pacca al collo del possente stallone nero. "Ah non parli più, ora?!"

"Parlare con te è come parlare a un muro di pietra. Pensavo di risparmiarmi lo sforzo." Gli rispose, mordace. Era profondamente irritata. Gli occhi grigi, ora, apparivano a Thranduil come argento fuso e mandavano bagliori agghiaccianti persino per il sovrano.

"Forse se imparassi a riflettere più a fondo, capiresti che non tutto è una battaglia. Ma immagino che questo sia troppo per te." Thranduil sospirò, come se fosse stanco di spiegare l'ovvio. Senza fretta, fece voltare l'alce e si avviò, lasciando intendere che non c'era più nulla da aggiungere.

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