Durante una cavalcata, Anna entra inconsapevolmente in Arda, nella Terra di Mezzo, e si imbatte nel misterioso sovrano elfico Thranduil. Tra tensioni e scoperte, scopre di essere legata a un'antica eredità elfica. Mentre una minaccia oscura incombe...
Anna uscì di casa con passo deciso. La giornata era luminosa, ma qualcosa nell'aria le sembrava diverso. Mentre si avvicinava al bosco, sentì un leggero fruscio provenire dalle foglie sopra la sua testa. Era una giornata senza vento, eppure le foglie sembravano vibrare in un sussurro incessante, come se stessero bisbigliando tra di loro. Anna si fermò un istante, socchiudendo gli occhi. *È impossibile...* pensò, ma le sembrava di poter percepire un ritmo in quel suono, una sorta di linguaggio che non comprendeva del tutto. Scrollò la testa e riprese a camminare, ma le foglie continuavano a sussurrare, quasi seguendo i suoi passi. Poco più avanti, tra i rami degli alberi, la luce del sole si insinuava in sottili fasci dorati. Per un istante, Anna si accorse che riusciva a distinguere ogni singolo raggio con una precisione quasi sovrannaturale. Non era abbagliata come al solito, ma invece affascinata da come la luce sembrasse danzare attorno a lei, accarezzando la sua pelle come dita gentili. Il calore del sole non era più una semplice sensazione, ma un flusso vivo che avvolgeva tutto ciò che toccava. Camminando ancora più in profondità nel bosco, Anna percepì qualcosa di strano sotto i suoi piedi. Il muschio soffice su cui camminava sembrava vibrante, come se la terra stessa respirasse al ritmo del suo passo. Si fermò di nuovo, piegandosi per toccare il suolo con una mano. Sentiva un'energia fluire dalla terra attraverso le sue dita, una connessione invisibile che pulsava sotto la sua pelle. Era come se il terreno fosse vivo, e lei ne facesse parte. Un leggero brivido le percorse la schiena, ma questa volta non era paura, era un richiamo. Improvvisamente, uno stormo di uccelli si alzò in volo sopra di lei, i loro richiami si intrecciavano in una cacofonia di suoni. Anna si rese conto che le loro voci non erano solo rumore. Li ascoltò attentamente, e per la prima volta, riuscì quasi a comprendere i loro messaggi. Era come se gli uccelli stessero comunicando tra di loro, e forse anche con lei. Uno di loro, in particolare, sembrava seguirla dall'alto, il suo canto un richiamo chiaro e distinto. *Mi stanno osservando...* si disse, sentendo il loro sguardo su di lei. Infine, arrivò vicino a un ruscello. L'acqua scorreva tranquilla, ma quando si inginocchiò per rinfrescarsi il viso, il suono dell'acqua si trasformò in una melodia. Anna chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da quella musica naturale, le note erano così dolci e ipnotiche che per un attimo le parve che l'acqua stesse cantando solo per lei. Inclinò la testa, lasciando che le mani sfiorassero la superficie dell'acqua, e fu allora che capì: la Terra di Mezzo la stava accogliendo, la riconosceva. *Sì... Ma perché?!* Fu in quel momento che un fruscio improvviso tra gli alberi attirò la sua attenzione. Dalla fitta vegetazione emerse una figura maestosa: un cervo bianco, maestoso e luminoso, come scolpito da una luce propria. Anna restò immobile, incapace di distogliere lo sguardo.
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Il cervo la fissò con occhi profondi e intelligenti, come se sapesse esattamente chi lei fosse. Si muoveva con grazia, i suoi movimenti lenti e fluidi sembravano trasmettere un messaggio, ma Anna non riusciva ancora a interpretarlo del tutto. Si chinò leggermente, cercando di percepire qualcosa di più, ma il cervo rimase a una distanza sicura, quasi irraggiungibile. All'improvviso, il cervo inclinò leggermente la testa e iniziò a camminare lentamente verso il ruscello, come invitandola a seguirlo. Anna rimase incerta per un attimo, poi, spinta da un impulso irresistibile, fece un passo avanti. Il cervo si fermò e si girò di nuovo verso di lei, come se volesse assicurarsi che lei non esitasse. Ogni passo che faceva sembrava condurla più in profondità nel cuore del bosco. Proprio quando si trovò vicina all'animale, Anna notò qualcosa di strano: il cervo non lasciava impronte sul terreno, né smuoveva il muschio o le foglie cadute sotto di sé. Era come se fluttuasse leggermente sopra la terra, privo di peso. La sua presenza era un enigma vivente, una creatura impossibile. Mentre lo seguiva, un senso di pace e di familiarità la avvolse. Ogni volta che lo guardava, sentiva che il cervo la stava conducendo non solo in un luogo fisico, ma verso una verità più profonda. Ogni suo movimento sembrava avere un significato antico, e Anna si rese conto che il cervo era una guida, una creatura che la conosceva da molto prima che lei stessa ne fosse consapevole. Poi, improvvisamente, il cervo si fermò accanto a un grande albero secolare, la testa eretta verso il cielo. Un silenzio sacro calò su di loro, e Anna capì che quello era un segnale. Il cervo bianco sparì senza alcun rumore, dissolvendosi nella luce che filtrava tra i rami. La sua presenza era stata reale... o forse no. Ma il suo richiamo rimase scolpito nel cuore di Anna. Quando Anna era ancora in estasi per la sua avventura, mentre rientrava dalla lunga passeggiata nel bosco e senza alcuna voglia di rientrare, Thranduil le apparve davanti e le lanciò un occhiata torva di avvertimento. "Oh, ma guarda chi viene a rovinarmi la mia mattinata altrimenti perfetta! Thranduil, ci godi così tanto a interrompere il mio momento di libertà?" Anna lanciò un'occhiata al suo interlocutore, irritata dalla sua presenza. Thranduil non si mosse, la sua espressione seria non rivelava nulla. Anna si ritrovò a scrutare il suo volto, cercando una reazione, ma non ne trovò. "Nemmeno un sorriso? Sei davvero insopportabile!"