Sarada aveva usato le arti mediche per infondersi un po' di energia, poggiando poi la testa su quel scomodo cuscino di fortuna. Fissò la parete macabra del covo, chiedendosi come mai il padre avesse trascorso così tanto tempo in quei luoghi. Conosceva il passato, sapeva della questione del traditore, del sterminio del suo clan, delle difficoltà adolescenziali di Sasuke, ma si chiedeva cosa lo avesse spinto così a fondo, cosa lo avesse portato a cedere alle tenebre. Forse era la maledizione degli uchiha? Anche lei sarebbe scesa a patti con sé stessa? Avrebbe ceduto alle tenebre? Notò poco più in là Koji e si mise seduta, lasciando a penzoloni le gambe snelle.
" Koji-sensei" salutò cortese, notando poi la serietà nel suo sguardo.
Non serviva fare 2 + 2 per capire che l'argomento era estremamente serio e aveva come soggetto il padre.
" Giovane Uchiha" salutò di rimando.
Nel mentre giunse anche Boruto, che con nonchalance si mise vicino alla ragazza, poggiandosi con la spalla alla parete gelida, prestando la più totale attenzione al Sensei.
" Non facciamo giri di parole Koji-san, sappiamo entrambi di che cosa vuoi parlare" lo spronò a parlare la corvina.
" Come salviamo Sasuke-san?" Si intromise Boruto.
Koji sospirò spazientito, era certo che i giovani d'oggi non avessero più un briciolo di pazienza.
" Noto che entrambi non avete un briciolo di pazienza rimasto. Chissà come farete in-"
" KOJI-SENSEI" lo sgridarono entrambi contemporaneamente.
Quell'uomo proprio non aveva l'arte della sintesi. Sconfitto alzò le mani all'aria, in segno di resa, scuotendo il capo.
" Ok, ok. In poche parole la chiave di tutto sei tu, Uchiha Sarada" buttò di getto.
" Cosa?" Chiese Sarada scossa.
" Tutti noi sappiamo che sei il bersaglio di Hidari, il clone creato con il chakra di tuo padre, che al momento è imprigionato in un albero divino" iniziò, avendo la completa attenzione di entrambi.
" Questa è la chiave, altrettanto importante quanto questo" disse mostrando il frutto dell'albero divino.
Sarada stette in silenzio, ragionando sulla situazione. Koji non disse niente, dando tempo alla ragazza di metabolizzare.
" Esiste un modo per liberare tuo padre...ma è rischioso..."
L'Uchiha alzò lo sguardo, come scottata da quelle parole. Boruto al suo fianco rimase impassibile, ma la corvina sapeva che era ben scosso anche lui da quelle parole.
" Come." Disse solo.
Non era domanda, era una pretesa. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per riavere il padre, pure cedere la sua vita. Era egoista, certamente, ma le mancava da impazzire.
" L'albero divino si nutre del chakra delle persone. È questo il meccanismo. Ma c'è una scappatoia. Se riuscissimo ad ingannare l'albero e convincerlo ad assorbire un'altra persona, con un chakra più potente di quello di tuo padre, avremmo la possibilità di liberarlo e distruggere l'albero" iniziò Koji.
" E anche se usassimo la tecnica di sostituzione, ciò non funzionerebbe. Però in passato mi sono avvicinato a quegli alberi e nessuno di essi a mai provato a divorarmi" contestò la ragazza, seguendo il ragionamento di Koji.
" No Koji, non lo farà " disse dal nulla Boruto, fulminando con lo sguardo il sensei.
" Cosa?" Chiese confusa.
" È l'unica speranza. Lei è la discendente" protestò immediatamente il più anziano.
" Non la manderò come una bestia da macello a rischiare la sua vita per una possibilità" ringhiò furioso l'Uzumaki.
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𝕋𝕙𝕠𝕤𝕖 𝕠𝕔𝕖𝕒𝕟 𝕖𝕪𝕖𝕤
FanfictionSarada non lo ha mai dimenticato: osservava il cielo, l'oceano, le correnti più ardue da attraversare e pensava a lui. Pensava a quei bellissimi occhi che tanto le mancavano. Una promessa: una speranza. [ATTENZIONE: LA FANART NON È MIA E I PERSONAG...