𝐗𝐗𝐈𝐗. 𝐬𝐩𝐚𝐫𝐤𝐬

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<non ci capisco nulla. però credo di no.> rispondo con tutta sincerità. <onesto> commenta lui, per poi stringermi ancora di più a sé e cadere nel sonno.

~ giulia pov ~
mi risveglio nel pieno della notte. afferro il telefono, guardando l'orario; sono le due di notte. le calde braccia di kacchan ancora immerso nel sonno mi circondano il basso ventre. le scanso con delicatezza, per sedermi sul letto e stropicciarmi gli occhi.
mi alzo e con un leggero calcio semiapro la porta del bagno, facendovi ingresso e non perdendo tempo nel sciacquarmi il viso con acqua gelata.
erano mesi che non mi svegliavo a quest'ora. l'ultima volta è stato proprio quando sono stata l'ultima volta nella mia camera.
in un certo senso, essere l'unica sveglia nella mia stanza, di notte, sapendo che probabilmente non mi riaddormenterò mi infonde un senso di inquietudine, che però svanisce quando gli occhi cremisi di kacchan incontrano i miei.
"i saw sparks." la frase in cui rivedo i suoi occhi.
il solito fracasso si fa di nuovo strada nel mio stomaco, l'unica cosa che vorrei fare ora è correre lì e abbracciarlo fino al giorno in cui lascerò questo mondo.
<vieni.> mormora kacchan, mostrandomi un sorriso quasi rotto dal sonno.
mi accoccolo contro il suo petto e rivolgo un ultimo, sfuggito sguardo ai suoi occhi cremisi, per poi addormentarmi circondata dalle sue braccia.

una luce soffusa e fredda mi porta ad aprire gli occhi, ancora appiccicati dal sonno.
non sento il petto di kacchan serrato contro la mia schiena. "sarà sceso giù per colazione", è l'ultimo pensiero lucido che la mia mente riesca a processare, prima di rendermi conto di tutto e perdere completamente la ragione.
rivolgo una rapida occhiata al finestrone oltre i piedi del mio letto, alla mia vecchia scrivania e all'assenza di ogni singolo disegno, scritta o modellino di kacchan.
sono tornata indietro.
e non ho più nulla.
il mio respiro si fa sempre più affannato.
fisso i palmi delle mie mani mentre il panico mi sferra via il controllo, la mia voce roca non fa altro che chiamare kacchan e graffiarmi il cuore con le grida.
non credo di aver mai pianto così in vita mia, di essermi disperata talmente tanto da voler morire nel peggior modo possibile. non ho più nulla.
più niente.
<giu?>
una voce, la sua voce, chiama il mio nome da lontano.
<giulia?>
regolo il respiro, cercando di capire da dove provenga e guardandomi intorno nuovamente.
ogni mobile e oggetto che era in questa camera, pian piano, scompare, fin quando rimango sola, in una stanza bianca, sperando di scomparire anch'io.
<giulia?>

la prima cosa che vedo appena riprendo coscienza sono i rubini di kacchan incastonati nel suo volto perfetto.
l'emozione e la calma che invadono il mio petto in questo momento sono estremamente piacevoli; lasciano tranquillizzare il mio respiro, ma mai calmare il battito insistente del mio cuore.
era solo un sogno.
uno stupido, fottutissimo sogno.
e sto piangendo, senza nemmeno rendermene conto.
l'espressione di inquietudine spalmata sul suo viso mi infonde un profondo senso di colpa per la mia reazione probabilmente esagerata.
<scusa, kacchan.> mi scuso fredda, per poi sentirmi di nuovo in colpa.
<parlami.>
il suo viso è così vicino al mio che sento il suo caldo respiro soffiarmi addosso.
i suoi rubini, fissi nei miei, mi mandano in tilt il cuore e danno alla luce nuove, stupidissime farfalle pronte a torturarmi le pareti dello stomaco.
<io...> rimango bloccata per l'ennesima volta in quegli occhi perfetti, aspettando solo che si chini un millimetro di più per premere le labbra contro le mie.
ma non lo fa, aspettando una mia risposta.
<parlami.> ripete lui, con voce roca, prima di accasciarsi sul letto.
la sua testa va a poggiarsi a faccia in giù sul cuscino, a un millimetro dalla mia.
sento il suo corpo sussultare, sta piangendo.
<no, kacchan...> mormoro con voce spezzata, baciando il suo capo ricoperto di ciocche bionde e ispide.
<kacchan, io...>
i suoi singhiozzi si sciolgono per un secondo, insieme alla tensione che si era creata tra di noi.
<ho fatto un brutto sogno.>
<che sogno?> sussurra, girando la testa e guardandomi con sguardo supplichevole.
<ho sognato di tornare indietro.>
la sua espressione muta, divenendo estremamente comprensiva e rassicurante.
<giu.> mi chiama, attirando a sé il mio corpo.
<ti amo.> mormora solo con voce roca. <tanto tanto. non dimenticarlo mai.>
il nodo che ho in gola è più intrecciato che mai, avrò il cuore a mille e questo non aiuta affatto.
è più forte di me, non ce la faccio a sopportare un simile ricordo.
mi limito a nascondere il viso nell'incavo del suo collo, lasciando libero sfogo alle mie emozioni, che mi sovrastano, uccidendomi e colpendomi come facevano prima che arrivassi qui.
<e se...>
deglutisco, tentando invano di calmare il respiro.
<e se fossi tornata davvero indietro?>
<sarei venuto a cercarti fin quando non ti avrei trovata.>
mi prende il viso tra le mani, mostrandomi un sorriso flebile ma pieno di compassione.
<senza di te, sarei solo un bastardo. un bastardo egoista, che pensa solo a se stesso e ai suoi problemi.>
sento delle lacrime calde farsi strada sul mio viso.
<da quando sei arrivata qui, per me stesso non contavo più solo io. anzi, diciamo solo che lo spazio che il mio ego occupava l'hai sostituito tu. nel mio piccolo mondo buio, sei stata quella lucina che ha riacceso in me la voglia di continuare a vivere.>
sto esplodendo dentro.
<voglio piangere> mugugno tra le lacrime, mentre kacchan mi carezza il viso con le sue mani grandi.
<fallo allora.> ridacchia, per poi tornare a guardarmi serio.
prima che possa rendermi conto del resto unisce le nostre labbra in un bacio casto e caldo. nascondo il mio viso nel suo collo e inspiro per inebriarmi del suo dolce odore di caramello e bruciato.
mi fa impazzire, lo riconoscerei tra mille fragranze diverse.
lui mi fa impazzire, penso, come nient'altro al mondo.
e pensare che tempo fa questo era solo un sogno. un sogno che non avrebbe mai avuto modo di realizzarsi.
<sei felice ora?> cerco di ridurre a un sussurro la mia voce, roca e rotta dal sonno.
kacchan si limita ad annuire, mentre io osservo il suo meraviglioso sorriso rimanere immobile nella sua tranquillità.
<non cambiare mai.>
una frase, pronunciata tra baci e sussurri, che avrei sempre voluto dirgli.
<non cambiare, mai mai mai e mai. ti amo un sacco.> il suo sguardo si addolcisce, mentre vado a posargli un bacio sulla punta del naso, uno sulla fronte ricoperta di ciuffi biondi e, alla fine, uno tra il labbro inferiore e il mento.
esausta, mi sdraio rivolgendo il volto verso l'alto. kacchan si sposta di conseguenza, portando il gomito destro a poggiarsi sul lato sinistro del letto. quindi, il mio busto è circondato dal suo.
mi punta lo sguardo sulle labbra, prima di fiondarcisi e di farle sue per l'ennesima volta.
mi accoccolo al suo petto; il suo battito è veloce tanto quanto il mio. e il suo respiro non è da meno.
chissà quante volte ci siamo addormentati così. stavolta, però, kacchan mi fa capire di voler essere lui a stare su di me.
dopo essermi spostata supina, il corpo tonico di kacchan mi sovrasta, evidenziando ancor di più la differenza fisica tra noi.
quando il suo capo si poggia sul mio petto mi è spontaneo il tentativo di coordinare i nostri sospiri.
kacchan piega la testa all indietro per far incontrare i nostri sguardi. i suoi occhi sono così dannatamente attraenti che vorrei guardassero solo ed esclusivamente me.
vorrei gridarlo in faccia a quelle troie, "avete visto? avete visto a chi appartiene adesso e a chi è sempre appartenuto?"
però preferisco che continuino a sognare, fin quando ne avranno la possibilità.
inalo la sua essenza, percepisco la lava di un vulcano appena eruttato colarmi lungo le pareti dello stomaco.
il suo respiro si fa pesante, fin quando non mi accorgo che effettivamente è crollato. le mie palpebre si fanno pesanti, il sonno mi prende e mi porta via.

7.45 del mattino.
ho dormito poco, ma mi sono svegliata con una quantità di energie fuori dall'ordinario.
oggi, la destinazione è "casa bakugo".
ho paura, spero che mitsuki e masaru mi sopportino.
mi giro, a guardarmi ci sono gli occhi cremisi di kacchan, sottili e socchiusi.
<sei stupendo> sussurro, lui mi stampa un bacio sulla fronte.
<tu sei stupenda.> mormora kacchan al mio orecchio, stringendomi ancora di più a sé.
il mio cuore fa una capriola; socchiudo gli occhi,
<sei la più bella del mondo.>

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 12 ⏰

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𝐖anna 𝐁e 𝐘ours | 𝘬. 𝘣𝘢𝘬𝘶𝘨𝘰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora