«Troll, Ranrok e Rookwood?»

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Il primo posto in cui misi piede fu nella bottega di Olivander, appena entrai un profumo di legno fresco mi invase le narici e involontariamente inspirai a pieni polmoni socchiudendo per un po' i miei occhi.
Avanzando, mi continuavo a guardare attorno, osservando le miriadi di scatole contenenti delle bacchette disposte in ogni dove nel negozio, in maniera non molto ordinata e organizzata.

Le scatole erano fatte di colori specifici: rosso, verde, azzurro e giallo; su ognuna di esse c'era scritto un nome in corsivo, forse veniva specificato di che materiale erano create.

Non potevo crederci, ero davvero dentro la sua bottega. Mi sentivo emozionata ma allo stesso tempo ancora incredula: a breve avrei avuto una mia bacchetta.

«C'è nessuno?» domandai, affacciandomi al bancone e suonando un piccolo campanello che era lì dinanzi a me. Attesi e attesi quando da dentro uno stanzino venne fuori il sig. Olivander in persona. Era un uomo abbastanza anziano, quasi stentava a reggersi in piedi, camminava tutto ingobbito e aveva sulla punta del suo naso degli occhiali da vista a forma rotonda.

«Finalmente sei arrivata, signorina Claire!»

«Mi stava aspettando?», un momento! Come faceva a sapere che sarei andata da lui?

«Certamente. Anch'io sono stato un alunno di Hogwarts, lì tutti mi conoscono! La professoressa Weasley mi ha avvertito del tuo arrivo. Sei qui per una bacchetta, dico bene?»

Annuii e gli sorrisi.

Olivander uscì dal retro del suo bancone e si guardò attorno, come se neanche lui sapesse effettivamente quale delle tante bacchette potesse essere quella giusta per me, «il mio nome è Gerbold Olivander, ma sicuramente sai già chi sono! Avrai sentito parlare degli Olivander, siamo i migliori produttori di bacchette al mondo!» lo disse con molta enfasi, tanto da fermarsi dalla sua ricerca e guardarmi fisso negli occhi, giusto per accertarsi che io potessi condividere con lui quella felicità che lo stava attraversando e quella certezza che potesse dargli quel tanto che bastava per fargli capire che, sì, effettivamente conoscevo il suo buon nome.

«E' davvero un vero piacere conoscerla.» dissi, stringendo la sua mano che era appesa a mezz'aria. Me la strinse con entrambe le mani, sorridendomi felice.

«Su, seguimi pure. Cerchiamo la bacchetta perfetta.» di nuovo, riprese a cercare la mia bacchetta, bofonchiando vari "no, tu no. No, assolutamente tu no"

«Mmm... forse... questa potrebbe fare al caso tuo! Nucleo potente, dieci pollici, cuor di drago. Su, provala!» mi intimò, estraendo da una scatola rosso fuoco una bacchetta dal colorito simile ad un tronco di legno, con dei contorni color oro. Era bellissima, ma non appena la presi in mano ci fu qualcosa che la spinse via, dandomi neanche il tempo di poterla agitare e capire se facesse al caso mio.

La situazione si ripetette con altre due bacchette e, sinceramente, stavo quasi per perdere la speranza. Tra le tante che il signor Olivander mi aveva mostrato, nessuna era stata capace di poter essere quella giusta. Sembrava quasi una impresa impossibile!

«Per Merlino, la cosa si sta rivelando più complessa di quanto pensassi. Non capisco. Mmm...» fece un giro su se stesso, tornando al secondo scaffale dove si trovava pochi minuti prima.

Trafficò ancora per un po' tra le varie scatole e poi, in alto, il suo sguardo attento venne catturato da una color verde smeraldo che era quasi di sbieco rispetto alle altre scatole a lei vicine, «forse... mmm...» fece un incantesimo «accio!»

In mano adesso si trovava la quinta bacchetta della giornata, speravo con tutta me stessa che sarebbe stata la volta buona. Non ne potevo più, mi stavo pressoché spazientendo.

All'ombra dell'amore | Sebastian SallowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora