Capitolo 1

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La vita che crediamo di vivere non è reale.
È solo un teatrino di ombre cinesi,
e per quanto mi riguarda
sarò ben lieto
quando le luci di scena si spegneranno.
Al buio, le ombre spariscono.

Stephen King



Mi chiusi la porta alle spalle, e con lei lasciai in quell'edifico anche una buona parte delle mie ansie e preoccupazioni.
Mi fermai un attimo sul pianerottolo della porta d'ingresso, giusto il tempo di respirare profondamente, assaporando a pieni polmoni quell'attimo di felicità e spensieratezza che quel momento poteva donarmi. Sentì il vento accarezzarmi i capelli, facendoli ondeggiare lievemente come onde del mare.

-La fregatura sta dietro l'angolo- mi sussurrò una voce.
Non ci badai.

Era primavera inoltrata e il sole splendeva alto nel cielo, alzando lo sguardo si poteva osservare quell'azzurro quasi perfetto, paradisiaco, oserei dire.

Un torpore caldo mi abbracciò l'intero corpo facendomi venire i brividi sull'intera superficie corporea.
Un profumo di erba tagliata e fiori germogliati riempì in una frazione di secondo la mia cavità nasale finendo nelle terminazioni nervose del mio cervello e donandomi una piacevole sensazione di benessere.

-La fregatura sta dietro l'angolo, bambina- ancora quella voce.
La lasciai scorrere.

Intorno a me udì la presenza di qualche uccellino spensierato cantare canzoni di gloria, la risata felice di un gruppo di ragazze a poche decine di metri dal punto in cui mi trovavo e, più in lontananza, a qualche metro sopra la mia testa, sulla punta dell'edificio in costruzione a fianco della mia accademia, il vociare scherzoso di un paio di operai alle prese con la ristrutturazione del tetto della struttura.

Fui pienamente grata di quel momento, atteso da tanto, forse troppo tempo.

Restai immobile giusto il tempo di un profondo respiro e mi sorpresi nel prendere coscienza dell'intensità che può racchiudere un attimo se si prova veramente a viverlo appieno, percependone l'esperienza con ogni senso in nostro possesso.

-Stai attenta, bambina-
La voce iniziò ad irritarmi.
La lasciai nuovamente scorrere via.

Iniziai a camminare, lentamente, con il vento che mi scompigliava i capelli. Mi sentivo leggera, come una piuma che ondeggia delicatamente nell'aria.
Un calore interno iniziò a crescere dentro di me e solleticava lievemente l'interno del mio corpo.
Un misto di gioia e di emozione mi salirono dallo stomaco alla gola.

La voce iniziò a ridere.
Mi irrigidì di un poco ma feci finta di niente.

A passo sicuro e deciso proseguivo verso il mio futuro e la mente iniziò a ricordarmi le promesse segrete che, mesi prima, mi ero imposta di portare a termine alla fine di questo lungo e incrinato percorso.

Tre anni di vita. Percepiti dieci.

Mi sorpresi a pensare a quante cose possono cambiare in tre anni, a quanto la vita può metterti a dura prova e nel farlo a sbeffeggiarti ogni volta.
Pensai a quanto una mente può modificarsi e al modo in cui un corpo può mutare il suo aspetto.
Mi specchiai nella vetrina del negozio a cui stavo passando a fianco e rimasi alquanto perplessa dell'immagine che incontrarono i miei occhi.
Una figura stanca mi guardava, forse un po' troppo magra rispetto a qualche anno prima e quei nove chili persi ne davano conferma.
Forse, quella figura, era anche un po' troppo pallida e se mi concentravo riuscivo a vedere anche quei due aloni violacei attorno agli occhi, troppo gonfi secondo me.
Sono sicura che, rispetto a un tempo, quella figura, era anche un po' troppo chiusa in sé stessa, con le spalle chine e non più aperte e sicure come lo furono state in passato.
Probabilmente anche interiormente era chiusa in sé stessa.
Ma la fatica era finita e anche tutti i sacrifici e le lacrime versate erano giunti al termine, dando spazio ad un'altra tappa di vita.

-Presto piangerai dolore-
Mi irrigidì più forte.
E la voce rimase incastrata nelle mie orecchie.

Ritornai col pensiero sulle mie promesse e pensai che forse non dovevo girare l'angolo a destra per andare a comprare un pacco di sigarette, ma che il mio nuovo percorso doveva farmi svoltare a sinistra per andare dritta alla macchina e tornare a casa, in modo da festeggiare la mia riuscita con la mia famiglia.
Ma purtroppo, l'istinto infame di un fumatore è quello di suggerire al pensiero di accendere una sigaretta per fumare via la tensione dissolvendola in aria e, perché no, anche per festeggiare un successo personale. Insieme ad altri innumerevoli e incomprensibili motivi.
Quindi, dopo aver constatato che nelle mie tasche e nella mia borsa non vi era neanche l'ombra di tabacco, ma solo un accendino con la scritta "enculet" presi la strada di destra.
I dubbi mi percuotevano il cervello, il senso di colpa si faceva sentire, sussurrandomi a basse parole che non avrei dovuto farlo.
Una parte di me provava una profonda delusione per la mancanza di forza di volontà e di autocontrollo.
Fumare è da perdenti, è per i deboli.
La voce non si placava e diveniva sempre più forte, più acuta, e rimbombava nella mia testa, prendendosi gioco di me e facendomi entrare in un vortice di silenziosi rumori opprimenti.

E con lei tuonava anche la risata scherzosa degli operai sopra la mia testa.
Sempre più alta, sempre più forte.
Mi chiesi cosa stessero facendo per divertirsi tanto, forse erano in pausa. Forse giocavano come bambini. Su quel tetto troppo alto per permettersi uno sbaglio.
Un errore di distrazione li avrebbe fatti piombare a terra come un uovo e come lo stesso si sarebbero aperti e se ne sarebbe sparso l'interno.

Tutto ad un tratto la vista mi diventò offuscata e vidi ombra e poi sole e poi ombra e poi sole.
E un grido. Fortissimo.
Un urlo allarmato.
Un clacson di avvertimento.
Un allarme rosso fuoco mi fece saltare un click nel retro dei miei occhi.

Poi qualcosa mi piombò su una spalla.
Sentì la carne lacerarsi e accogliere un indesiderato ospite freddo.
Un rumore sordo accompagnò la rottura delle mie ossa.
Per un attimo rimasi in piedi, con un martello conficcato nella spalla.
Gli occhi spalancati.
Sangue caldo lacrimavano i miei occhi.
Poi caddi a terra, silenziosamete.

La voce aveva ragione.

FENICE | Storia Di Un'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora