5. Vellutata di zucca

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Mi trovo davanti a me Tenebra, così alta, che sfiora i due metri e mezzo. Sembra che la porta non possa contenerla fuori. Sono terrorizzata.

La forma umanoide è terrificante, troneggia di fronte a me, il pelo bianco scintilla nella notte. Le fauci sono grondanti di saliva e sangue. Gli artigli sono mostruosi e la coda è così folta che può spazzare via la casa intera. Spalle larghe, quadricipiti che esplodono, vita sottile. Ma non sono tutti quei muscoli e quella pelliccia che mi spaventano, sono gli occhi. Tremendamente umani, tremendamente miei.

- Tenebra... - dico con un filo di voce, che la mia gola si stringe dalla paura. Come ha fatto ad uscire?

- Posso entrare? - il suo tono è provocatorio.

Può entrare? Perché me lo chiede?

- Non puoi entrare senza il mio permesso? - oso dire. Le spalle di tenebra si ammorbidiscono, la saliva si ferma, il sangue non c'è più.

- No, non posso entrare se non mi dai il permesso Vanya. Io senza di te non posso fare proprio niente.

Silenzio.

Ancora silenzio.

Tutto è sospeso. Come se non eesistesse il tempo, come se ogni animale e forma di vita avesse smesso di respirare. Il mondo si ferma.

Senza di me non può fare niente - Entra Tenebra. - ma che cazzo, Vanya!?

Tenebra entra in casa, si abbassa per poter entrare dalla porta e sembra che faccia un piccolo inchino.

- Vuoi... Vuoi qualche cosa? - dico non sapendo che fare.

- Mi stai offrendo del caffè? - le sto offrendo del caffè?

Scuoto la testa e inizio a ridere come solo una cretina sa fare, perché cretina mi ci sento. Davvero le volevo offrire qualche cosa?

- Tenebra, non so che sta succedendo e tanto meno che sto facendo. Almeno siediti sul divano.

Tenebra si sposta e i suoi passi fanno vibrare il pavimento. Il movimento lo sento nell'intero corpo. Si siede, sposta la coda per stare più comoda. Io rimango basita, ma che sta succedendo? Mi siedo di fianco a lei dopo aver preso una ciotola, un bicchiere e dell'acqua del rubinetto. Verso l'acqua nel bicchiere e nella ciotola.

- È la prima volta che sei gentile con me. - mi dice lei.

- È la prima volta che ti vedo qui in casa mia. - dico io.

È tutto così assurdo. Tutto così dannatamente assurdo! Ora che avevo Tenebra davanti a me, che potevo chiedere o dire di tutto, non ci riuscivo. Io che la odio così tanto ma che ne sono attratta, come una falena verso la luce.

- Perché mi chiami Tenebra?

- Saresti il mio lato di Luce? – dico io stizzita. Lei di rimando grugnisce e mi guarda male.

- Saresti tu nella luce? Non ti sei mai chiesta come mi chiamo?

- Scusa, avresti un nome? – la odio. Incrocio le braccia, chiudendomi.

- Certo! – ora è lei che incrocia le braccia chiudendosi.

- E questo nome sarebbe? – il mio tono di voce è un po' più alto e acuto.

- Non è il momento... non ancora. – alzo gli occhi al cielo... vedo il cielo.

- Ma che... cosa cazzo... - abbasso lo sguardo e non sono più in casa mia sul divano, ma i miei piedi nudi affondano nell'erba fredda e notturna.

- Corri con me sta notte. – mi dice Tenebra. Noto che la sua forma sta cambiando, leggermente, è meno umanoide e più lupesca. Il pelo lucido e folto... vorrei quasi affondarci la faccia e sentirne l'odore.

- Perché dovrei? Perché dovrei correre nel buio della notte con il mostro che mi ha rovinato la vita. – urlo – Perché dovrei correre con te, perché dovrei parlare con te! Tu che mi hai fatto mettere un'armatura pesante per tutta la mia vita. Tu che non mi hai permesso di vivere serena, tu che non fai altro che uscire fuori quando vorrei soffocarti.

Mi manca il respiro. Sono imprigionata nella terra con la testa di fuori, Tenebra troneggia davanti a me con una forma ancora più mostruosa, più grande. Il pelo sporco, spettinato, selvaggio.

- Non respiro... sto... - sto morendo?

- Se non respiro io, non respiri tu.

Mi sveglio urlando, non stavo morendo. Non stavo soffocando:

"Se non respiro io non respiri tu."

Mi tocco, mi tiro uno schiaffo, sono sveglia. Era un sogno quindi, un incubo. Però Tenebra voleva parlare, ha cambiato forma... i suoi occhi. Non ci capisco più niente.

Respiro, mi asciugo la fronte imperlata di sudore.

- Ma col cazzo che rifaccio la vellutata di zucca. – dico parlando da sola.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 02 ⏰

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