Capitolo 7. Nadine

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Arrivata nel posto dove dovevo incontrare i due ragazzi di cui mi aveva parlato mio zio, rimasi veramente delusa, non perché non fossero belli, lo eravamo già troppo; uno aveva i capelli lunghi fino alle spalle di un colore marrone scuro, l'altro aveva un taglio più mascolino e un colore più chiaro dell'altro ragazzo, erano tinti perché si vedeva il colore naturale nella parte della rasatura, che permetteva al ciuffo all'indietro. Entrambi tagli molto attraenti. Poi occhi marroni scuri, tutti e due. Corpi super sportivi, erano molto muscolosi. Ma non mi sembravano molto portati, sembravano più dei mafiosi o spacciatori che ladri.
Fin da subito non andavamo d'accordo, io ero arrogante con loro e loro lo erano con me.
Però dovevo farmeli andare bene, dovevo farlo per mia sorella.
Loro mi spiegarono il piano e dopo partimmo.

Quando arrivammo, cominciammo subito. Io mi accupai del sistema d'allarme che mi avevano detto come disinnescare lungo il tragitto, mentre uno dei due, quello con i capelli lunghi, si accupava di contattare l'hacker per telecamere e quello con i capelli corti, quando ebbi finito, comincio ad infiltrarsi molto abilmente, questo glielo devo riconoscere.
Io andai a rubare un auto, che ci sarebbe servita per la fuga e lasciai accesa, per essere pronta all'uso.
Il ragazzo che era incaricato di rubare tornò con due belle borsone di soldi che avevano sempre con loro nella loro auto, ovviamente rubata da poco, con cui eravamo venuti.
L'altro ragazzo, si era occupato di sparare alle guardie che cercano di fermarci.

Non capivo bene cosa fosse successo, era capitato tutto così in fretta.

Ma cazzo, quell'adrenalina era fantastica, però, avrei voluto avere più potere nell'operazione, ero delusa, mi avevano praticamente esclusa. Certo avevo disattivato il sistema di allarme e rubato quella macchina ma non sono entrata dentro a fare qualcosa di figo come mi aspettavo.
Ma infondo era meglio così, non avevo rischiato di essere più in pericolo e non tornare più a casa dalla mia sorellina, che aveva bisogno di me.

Una volta arrivati che tutti e tre eravamo all'auto, il ragazzo con i capelli corti andò alla guida, l'altro ragazzo era affianco a lui quindi io ero dietro da sola.
La polizia ci raggiunse velocemente.

Mentre il motore ruggiva sotto il comando del ragazzo dai capelli corti, sentivo il mio cuore battere all'unisono con il ritmo frenetico degli pneumatici sull'asfalto.
« Non possiamo farcela. », mormorai, ma i due non ascoltavano. Uno sguardo allo specchietto e le sirene blu erano un inquietante promemoria della realtà che ci stava inghiottendo.
« Dobbiamo seminare questi poliziotti! »,  gridò il ragazzo con i capelli lunghi, con una determinazione che sfiorava la follia. Io, intrappolata nel sedile posteriore, ero un mero spettatore di questa folle corsa contro il destino.

La tensione nell'auto era palpabile, un mostro invisibile che stringeva la sua presa su di noi. Ogni curva, ogni scatto per evitare gli ostacoli, era un passo in più verso un esito incerto.
« Dovremmo arrenderci », sussurrò quello con i capelli lunghi, ma le sue parole vennero soffocate dal rombo del motore e dall'adrenalina che scorreva nelle mie vene e quelle dell'altro ragazzo.
« Mai! » dissi in risposta.

Il grido di sirene che si avvicinava sempre di più mi ricordava che la realtà era ben diversa, e che il nostro destino era appeso a un filo sempre più sottile.

Con un movimento rapido e deciso, afferrai il volante, spingendo il ragazzo dai capelli corti contro il finestrino.
« Cosa diavolo credi di fare?! »urlò, cercando di riprendere il controllo, ma ero determinata.
« Basta con questo delirio, vi porterò io in salvo! » dissi, con una voce che non mi riconoscevo, ferma e carica di coraggio.

I dueerano sbalorditi, le loro proteste si trasformarono in grida di sorpresa mentre l'auto sbandava pericolosamente.
« Sei impazzita?! », gridò l'altro, aggrappandosi al cruscotto. « Non ci farai ammazzare tutti! », continuò.
Ma io ero concentrata, i miei occhi fissi sulla strada che si apriva davanti a noi, ogni mio istinto concentrato nel trovare una via d'uscita.

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