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Capitolo 15. Cora

Tutte le mie giornate cominciavano con un caffè mentre cammino per le strade di New York, per poi andare direttamente al lavoro. Era molto stressante lavorare al commissariato in quei tempi, in molte parti del mondo venivano commessi crimini da un'organizzazione di criminali che si travestivano da volpi, ed io ovviamente sono una dei tanti polizziotti che si occupano di trovare i responsabili. Ma ovviamente, quelli più vicini a quelli che gestiscono l'operazione sono i più bravi a nascondersi e i più protetti, estorcere informazioni non è per nulla facile. Più il tempo passava, più le persone che ne facevano parte aumentavano a dismisura.
Questi cretini non hanno la minima idea del casino che stanno combinando, avranno anche le loro ragioni ma guardando le loro conseguenze non si meritano nemmeno pietà.
C'è una crisi economica, i ladri che rubano grandi somme di denaro e oggetti di valore. Questo porta le aziende e le persone a perdere fiducia nel sistema finanziario e nelle istituzioni.
Per non parlare della paura e l'insicurezza di ogni individuo che creano tensioni sociali e mettono a rischio la stabilità di molti paesi.
E che i governi e appunto i dipartimenti di polizia stanno impazzendo nel cercare di contrastare questi attacchi invano con nuove legge o aumentando i controlli. Ma loro ci studiano dall'interno, molti corrotti ovunque, che fanno così preparare i malintenzionati alle evenienze.

« Ciao Cora, com'è andata oggi? », mi chiese mio fratello Dave. È più piccolo di me di sei anni e abbiamo lo stesso colore di capelli nero scurissimo. Il motivo per cui tutti i giorni mi alzo dal letto e vado a lavorare lì e per lui. Voglio che lui possa vivere il più lontano possibile da i problemi di cui mi occupo. Gli ho sempre voluto bene e, quando qualche anno prima mi aveva detto di essere gay o quando molti anni prima gli era stato diagnosticato l'autismo lieve, non mi era cambiato assolutamente nulla.
È sempre stato un tipo molto diverso da me e da tutte le persone che conosco, ha un stile molto alternativo. Ha sempre un choker al collo e vestiti molto femminili o in stile grunge, a volte indie e vintage. Dipende da come si sveglia la mattina in pratica.
« Abbastanza stancante. Ultimamente mi sembra di impazzire con tutti questi casi da esaminare. », gli risposi appoggiando la mia borsa sulla sedia del tavolo dove lui stava mangiando.
« Vedrai che è questione di tempo e troverai un pesce bello grosso. », cercò di consolarmi facendomi un sorriso.
« Lo spero tanto, Dave. », gli risposi sospirando.
« Io tra poco esco, vado ad una festa in una confraternita. », mi informò.
« Divertiti. », gli dissi sorridendo.
Quando lui finì di mangiare se ne andò in camera sua a preparai, nel mentre io mi occupavo di pensare ai casi al lavoro. Il mio purtroppo è un lavoro a tempo pieno anche se ho finito il turno.
Dopo poco, sentii il rumore della porta di casa aprirsi e chiudersi. Dave era uscito, lasciandomi sola con i miei pensieri. Mi diressi verso la finestra, guardando le luci della città che iniziavano ad accendersi una ad una. La sera stava calando, e con essa un senso di tranquillità. Decisi di approfittare di quel momento di pace per prepararmi una tazza di tè e sedermi sul divano, cercando di distogliere la mente dal lavoro.

La serata trascorse lentamente, e tra i pensieri e delle puntate in tivù di true crime, mi addormentai sul divano, senza nemmeno rendermene conto. Fu solo il rumore della chiave nella serratura che mi svegliò. Mio fratello era tornato dalla festa, con un sorriso radioso e gli occhi brillanti di felicità. «È stata una serata fantastica!», esclamò, e io non potei fare a meno di sorridere vedendolo così entusiasta.

«Raccontami tutto», dissi, mentre lui si sedeva accanto a me.
« Ho conosciuto una ragazza fantastica, si chiama Kimberly e vorrei invitarla uno di questi giorni a casa. Vorrei tanto che fosse mia amica! », disse con entusiasmo.
Ero così fiera di lui, nonostante che sia andato in quel postaccio era stato responsabile e non si era drogato.
Sono contro a quella robaccia, ti rovina il cervello.
E speravo molto che con quella ragazza andasse bene dato che, era difficile per lui fare amicizia.

Una cosa che capii qualche tempo dopo era che questo era solo l'inizio di una storia molto grande.